Alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, la poetica pittorica di Amedeo Modigliani1 si snoda attraverso un percorso inedito, profondo che guarda in primis alla creatività dell’artista e approfondisce le colte influenze che ne hanno determinato la grandezza innalzandolo tra i più grandi esponenti del suo secolo.

L’esposizione, realizzata con la collaborazione del Musée de Grenoble, presenta sei opere di Modigliani, mettendo in luce il rapporto fra disegno e pittura, i principali riferimenti culturali nel suo lavoro di ritrattista, accosta i capolavori dell’arte francese del periodo in cui egli visse e operò, appartenenti alle raccolte della Fondazione Magnani Rocca insieme a opere di Cézanne, Renoir, Monet, Matisse, Braque e Gino Severini, che in quegli anni viveva a Parigi.

La mostra, curata da Stefano Roffi, è una mostra diversa, da visitare con uno sguardo ampio proiettato sulle opere della collezione permanente per percepire a tutto tondo il significato dell’arte di Amedeo Modigliani e focalizzato sui ritratti dell’artista che provengono dal Musée di Grenoble come il dipinto Femme au col blanc, olio su tela del 1917, raffigurante Lunia Czechowska, la modella preferita, moglie dell'amico d’infanzia di Léopold Zborowski, mercante d'arte e mecenate di Modigliani, e cinque ritratti a matita di personaggi della capitale francese degli anni Dieci, dove egli fu al centro della scena artistica, al tempo all’avanguardia internazionale.

Il curatore Stefano Roffi, che è anche direttore della Fondazione Magnani Rocca, illustra la personalità dell’artista. “Amedeo Modigliani era un volto iconico anche come immagine personale, assomigliava a Tyrone Power, ma questo non corrispondeva alla sua salute. Fin da piccolo ha sofferto moltissimo e muore ad appena 35 anni di meningite tubercolare. Una vita rovinata dalla malattia che non ha minimamente adombrato la sua capacità creativa. Fin da piccolo emerge questa sua predisposizione per il disegno e studia alla scuola del nudo di Giovanni Sartori e poi anche a Venezia e grazie alla madre ha la possibilità di visitare diverse città italiane e vedere opere d’arte e si appassiona moltissimo alla grande tradizione toscana trecento/quattrocentesca e in particolare alla pittura senese”.

L’aspetto delle Madonne senesi del Trecento colpisce a fondo l’artista. “Ecco sono proprio le immagini che Modigliani avrà come costante riferimento per i suoi ritratti femminili con queste figure così affusolate, il volto allungato, l’ovale perfetto, il naso lunghissimo, le mani di grande eleganza”.

Qual è il significato profondo di questa mostra?

La mostra alla Fondazione Magnani Rocca è una mostra particolare che oltre a mostrare vuole far capire e vuole andare oltre all’immagine consueta di Amedeo Modigliani e anche agli stereotipi a cui siamo abituati per capire cosa ha portato l’artista a queste raffigurazioni così particolari.

Molto giovane, nel 1906, Modigliani si trasferisce a Parigi che all’epoca era il palcoscenico dell’arte mondiale e così tanti altri artisti che facevano la fame come lui ma c’era un grandissimo fervore nella capitale e si ritrovavano spesso nei bistrot. Conduceva una vita bohémienne e faceva uso di assenzio e di hashish anche per lenire i dolori molto forti dati dalla sua malattia.

Era considerato anche l’uomo più elegante di quel tempo del mondo artistico parigino.

Aveva un tratto particolare che gli altri notavano sempre e anche il pittore Severini ricorda nei suoi diari come l’assenzio non degradasse minimamente Modigliani.

La sua è considerata una parabola compiuta perfettamente dal punto di vista artistico.

Non si può dire che abbia conosciuto la fortuna in vita, ma la fortuna mercantile sarebbe venuta soprattutto dopo la sua morte.

I suoi riferimenti importanti oltre all’arte senese sono state le maschere africane.

Dalle colonie africane arrivavano manufatti molto particolari. Dall’arrivo di Modigliani a Parigi, le maschere africane sono, ad esempio, anche all’origine del capolavoro di Picasso Les Demoiselles d’Avignon. E Cézanne è un altro riferimento fondamentale per l’arte di Modigliani.

L’incontro con Jeanne Hébuterne.

Negli ultimi anni della sua vita ha un incontro fatidico con una giovane pittrice diciannovenne Jeanne Hébuterne e i genitori non vedevano bene la relazione con questo pittore che era chiamato Modì. Jeanne e Amedeo formano una coppia artistica molto affiatata. Lei s’innamora perdutamente dell’artista e poco dopo la morte del compagno, si getta dalla finestra.

Questa indagine su Modigliani rientra nello studio che la Fondazione Magnani Rocca sta compiendo da diversi anni sulla grande arte del Novecento.

Anche se Modigliani è esploso a Parigi, va considerato certamente italiano a tutti gli effetti oltre che per nascita (Livorno, 1884) anche decisamente per formazione e, se non ci fosse stata la sua formazione italiana, non sarebbe certamente diventato il Modigliani che conosciamo.

1 Amedeo Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble. Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo (Parma) fino al 18 luglio.