Dei plurimi soggiorni di Dante a Verona, dal 1302 al 1321, rimane traccia solo nelle sue opere. Nulla risulta, infatti, dagli archivi cittadini.

Tuttavia, il legame fu fortissimo, prova ne sia che, ancor oggi, vi risiede la sua dinastia.

Il soggiorno fu così duraturo e significativo che la città scaligera entra, prepotentemente, nei festeggiamenti danteschi del 2021, con tre mostre ed un suggestivo percorso diffuso.

Il mito di Verona e La mano che crea alla GAM Achille Forti e Dante negli archivi a Castelvecchio, per quanto riguarda le mostre, mentre è disponibile una mappa cartacea appositamente realizzata come vero e proprio omaggio all’esilio veronese a guidare il visitatore tra piazze, palazzi, chiese e monumenti.

La mostra alla GAM, punta di diamante dei festeggiamenti, copre un vasto arco cronologico tra Tre e Ottocento, analizzando i rapporti del Sommo Poeta con la città ed il revival ottocentesco – di profumo preraffaellita e medievalista – che ne investì e mitizzò la figura nel XIX secolo.

Da non perdere tre disegni di Botticelli concessi dalla Kupferstichkabinett di Berlino. Uno, in particolare, raffigurante Dante e Beatrice nel Paradiso.

La mostra apre le porte ad un’altra, adiacente, dedicata allo scultore Ugo Zannoni, autore del monumento a Dante (visibile a pochi passi). Esposizione superba da vedere in concerto con il Cimitero Monumentale di Verona, il quale ospita altre opere dell’artista.

Spostandoci al MART di Rovereto (TN), abbiamo ancora qualche giorno per ammirare una delle mostre più interessanti dell’anno: Giovanni Boldini – Il Piacere.

Il pittore ferrarese non necessita di presentazioni.

Considerato, da Getrude Stein, come il più ‘grande pittore del XIX secolo’, da sempre rappresenta l’ideale universalmente condiviso dei fasti della Belle Époque, fatti di dame, caffè e sfrontata eleganza borghese. Fino alla fine di agosto, il MART di Rovereto (TN) lo celebra con 170 opere da collezioni pubbliche e private, molte delle quali dall’omonimo museo ferrarese.

L’esposizione segue un mirabile percorso cronologico che trova il suo apice nel legame reale ed ideale con Gabriele d’Annunzio.

Molte, infatti, le muse ispiratrici in comune, prima fra tutte la Marchesa Luisa Casati.

Tuttavia, il pittore della pomposità parigina ed il Vate ebbero molto in comune e questa mostra, mirabilmente curata, mira a sottolineare un connubio di intenti, anche nella rappresentazione dei personaggi, solo apparentemente ‘descritti’ seguendo squisiti dettami estetici, senza disdegnare una profonda introspezione che non sfugge allo sguardo attento del lettore e del visitatore.

Sempre a Rovereto è possibile visitare (a pochi minuti a piedi) la Casa d’Arte Futurista Depero. Progetto unico al mondo, interamente ideato da un futurista. Fu Depero stesso – infatti - nel 1957, a porvi le basi, dissacrando qualsiasi dettame accademico.

Pioniere del design contemporaneo, Depero ne curò i minimi dettagli: mosaici, mobili, pannelli. Nel 2009, il MART ha ridato vita agli ambienti, esponendo – a rotazione – le opere lasciate da Fortunato Depero alla sua morte, avvenuta nel 1960.

Inoltre, Trento si avvia all’autunno con altre proposte di interesse: una monografica dedicata alla pittrice cinquecentesca Fede Galizia, presso il Castello del Buonconsiglio, nonché una mostra fotografica dedicata alla famiglia Thun presso Castel Thun.

Un’ultima chicca è visitabile a Cles (TN), fino al 29 agosto. La mostra Dal ritratto al selfie intende stimolare nei visitatori una riflessione sull’uso antico e contemporaneo del ritratto e dell’autoritratto, avvalendosi di opere di: Giovanni Battista Lampi, Mario Sironi, Bartolomeo Bezzi, Fortunato Depero, Giacomo Balla, Achille Funi, Luigi Ontani, Mark Kostabi.