Alcune parole hanno una storia lunga e straordinaria, che vale la pena scoprire per capire quanto spesso siamo lontani dal loro vero significato. Mai come in questo momento storico si parla tanto di accoglienza e integrazione, trascurando però la contaminazione, termine che non sempre ha effetti sfavorevoli.

Che cosa hanno in comune la Spagna, la Cina, Napoli, la Sassonia e altre parti del mondo?

La nostra storia parte proprio dalla Sassonia, regione tedesca, dove nasce nel 1724, Maria Amalia, futura regina e moglie di Carlo III di Spagna, re di Napoli e Sicilia, chiamato anche il re illuminato. Il matrimonio fu celebrato per procura nel 1738, a Dresda, dove Maria Amalia, allora quattordicenne, si ritrovò al cospetto di suo fratello Federico Cristiano di Sassonia, che rappresentava lo sposo.

Quella fra Carlo e Maria Amalia presto si trasformò in un’unione felice; nacquero tredici figli, e la regina, donna dotata di grande sensibilità e cultura ebbe un ruolo rilevante in tutte le scelte del marito, dalla costruzione della reggia di Caserta, al teatro San Carlo, al Reale Albergo dei poveri, alla reggia di Capodimonte.

E proprio a Capodimonte nasce la Real Fabbrica delle ceramiche, sulla scia di Meissen, uno dei primi centri europei di produzione della porcellana, voluti dal nonno di Maria Amalia, Augusto III, elettore di Sassonia.

Dal 1720, Meissen diventa un marchio di fabbrica, per proteggere la produzione di raffinate ceramiche, che hanno fatto scuola in tutta Europa. Quest’antica arte, si era però diffusa prima in Cina e solo nel Settecento, grazie ad un intenso traffico commerciale dall’Oriente, fu introdotta in Europa.

Figure d’argento barocche e personaggi cinesi furono i primi modelli per le creazioni in porcellana. Le decorazioni d’oro e nuovi colori fecero la loro apparizione in seguito, quando s’incominciarono a raffigurare la vita del porto e soggetti orientali. Con il tempo s’iniziò a decorare un bordo sui piatti, e dal rococò si passò allo stile neoclassico e infine alla pittura su porcellana, arte su arte.

Nella reggia di Capodimonte si trova uno dei massimi capolavori in ceramica, il salottino di porcellana di Maria Amalia di Sassonia. La bellissima opera fu realizzata da diversi artisti della Real Fabbrica, che curarono l’esecuzione degli stucchi, le decorazioni policrome a rilievo e i festoni floreali, e inoltre scene di vita cinese, libri, animali esotici e frutta. Infine tanti personaggi asiatici raffigurati srotolano ventitré cartigli, che omaggiano, in lingua mandarino, Re Carlo e la sua generosità. Poco prima, infatti, Carlo, aveva accolto la comunità asiatica e istituito la prima colonia cinese in Europa, che si trasformerà nell’Università degli studi linguistici di Napoli L’Orientale, ancora oggi, importante centro studi di fama internazionale.

Si fa presto a dire accoglienza; solo a Napoli vi sono così tante tracce di una vera contaminazione artistica e culturale, presente in particolari opere d’arte, in cui il gusto per la bellezza sembra non avere confini.

I segni dell’amicizia fra Oriente e Occidente rivivono in tante opere artistiche, come il salottino di Maria Amalia, dove i cartigli scritti da grandi poeti rendono omaggio a Re Carlo.

Oggi, i rapporti fra civiltà lontane somigliano sempre di più a uno scontro di interessi economici e orgoglio patriottico, finemente confezionato per delimitare confini prima di tutto culturali, come se culture diverse non potessero innamorarsi e trasformarsi in amicizia fra popoli.

Un tempo era così. La contaminazione era un abbraccio fra civiltà diverse, che si trasformava in pura bellezza. Il passaggio, il felice incrocio, la conoscenza vivono a distanza di secoli nelle architetture dei tanti quartieri di Napoli, nelle sue chiese, nei monumenti, nei teatri e nei Musei.

Dopo che Carlo e la regina ritornarono in Spagna, il figlio, il principe Ferdinando divenne Re di Napoli e Sicilia, decretando la separazione fra il Regno spagnolo e quello napoletano.

Carlo e Maria Amalia fecero molto anche per la Spagna e la regina si dedicò alle residenze reali, che fece decorare, ispirandosi al gusto delle residenze napoletane. In Spagna fondarono insieme la fabbrica di porcellane di lusso, Real Fàbrica del Buen Retiro, segno che la bellezza è universale e senza tempo.