Con Progetto Genesi l’arte contemporanea assume il ruolo di ambasciatrice dei diritti umani.

Tutto nasce dall’Associazione Genesi, fondata da Letizia Moratti nel 2020 e impegnata nella difesa dei diritti umani attraverso la valorizzazione delle differenti culture e dell’ambiente con l’obiettivo di contribuire attraverso l’arte contemporanea alla creazione di una cittadinanza più responsabile e socialmente attiva. Progetto Genesi si articola in un intreccio concettuale, temporale e tematico costituito da una mostra itinerante, in collaborazione con il FAI della nuova raccolta d’arte Collezione Genesi, da un ricco programma di attività educative rivolte al pubblico di tutte le età e da un ciclo di dodici conversazioni online in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano.

Questa iniziativa artistico-culturale di grande rilevanza si svilupperà nel corso di un anno, dal 21 settembre 2021 al 21 settembre 2022.

Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani a cura di Ilaria Bernardi, propone una mostra delle opere della Collezione Genesi che toccherà quattro città: Varese, Assisi, Matera e Agrigento, scelte per la grande importanza storica, artistica e ambientale, nonché siti del patrimonio UNESCO e dei Beni del FAI. L’Associazione Genesi ha dato vita alla Collezione Genesi con la curatela di Clarice Pecori Giraldi, selezionando opere d’arte di artisti di tutto il mondo e di diverse generazioni che riflettono sulle urgenti, complesse e spesso drammatiche questioni culturali, ambientali, sociali e politiche. Le parole di Letizia Moratti testimoniano il punto di partenza che ha dato l’avvio a questa collezione inedita di grande impatto e di forte valenza.

“Qualche anno fa mi sono trovata attratta da opere d’arte di artisti che non conoscevo, contemporanei, provenienti da paesi non occidentali. Ho iniziato ad approfondire, a guardare le piattaforme tecnologiche che li proponevano, a seguire questo nuovo senso estetico lontano da quello che fino ad allora era stato il fil rouge della mia collezione. A determinare la svolta decisiva è stata l’opera di un artista iraniano, Morteza Ahmadvand, che a Venezia durante la Biennale, esponeva una sfera e tre video rappresentativi dei simboli delle tre grandi religioni monoteiste”. Da lì, come spiega, nasce il desiderio di una raccolta di opere portatrici di messaggi e di punti di riflessione sulla contemporaneità.

“Ho percepito che per far crescere questa raccolta dovevo affidarmi a un professionista che mi appoggiasse, mi sostenesse e che condividesse questa stessa visione e fosse disponibile a seguire questo percorso di ricerca scandagliando quello che il mercato offriva per sottopormi una selezione sulla quale concentrarmi”. “Quando Letizia mi ha raccontato del suo desiderio di costituire una raccolta che ospitasse una pluralità di voci legate ai temi sociali che caratterizzano il XX e il XXI secolo, mi si sono illuminati gli occhi” ha dichiarato la curatrice della Collezione Genesi, Clarice Pecori Giraldi.

A Villa Panza la mostra si sviluppa nell’ala dei rustici e individua all’interno della Collezione Genesi sei principali sezioni tematiche attraverso le quali le opere esprimono il messaggio legato alla difesa dei diritti umani. Nella prima sala che porta in luce La condizione femminile spiccano opere di artiste storicizzate come Shirin Neshat e l’ italiana Monica Bonvicini o Soudeh Davoud con Honor (2020) che fa riferimento alle eroine che in Iran lottano per la loro patria. E l’intera esposizione si suddivide in sale tematiche come: La memoria di un popolo, Un’identità multiculturale, Le Vittime del Potere, Il colore della pelle per finire con La tutela dell’ambiente in una sequenza densa di forti messaggi espressi
attraverso i lavori selezionati dalle Biennali, le gallerie internazionali specializzate e le grandi esposizioni. Una ricerca lunga, accurata che rappresenta le voci degli artisti di ogni paese.

“Abbiamo scoperto artisti che ci sono piaciuti da subito e altri che invece hanno necessitato di più tempo di maturazione per essere condivisi” aggiunge Clarice Pecori Giraldi. E sulla forte presenza di artiste donne osserva: “Ci accorgiamo che parecchi autori della collezione sono donne, non è casuale. Abbiamo la sensazione di poter raccogliere dei message in the bottle di queste figure femminili, che esprimono i loro conflitti primari attraverso la creazione artistica. E poter amplificare il loro messaggio diventa sempre più chiaramente il fine ultimo della Collezione Genesi”.