Tutti concordano che Jeff Koons sia una persona molto gentile e paziente. Bastava vedere come ha retto il fiume di parole in Italiano che hanno preceduto il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione della mostra “Jeff Koons- Shine”. Un grande sorriso gli illuminava il volto quando finalmente gli hanno dato la parola.

La Mostra si svolge a Firenze, a Palazzo Strozzi, fino a domenica 30 gennaio 2022, tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 e i giovedì fino alle 23.00.

Aggirandosi fra le stanze si rimane piacevolmente sconvolti dalla bravura, e di nuovo dalla pazienza che deve avere animato le sue ricerche per ottenere sculture lucenti, di acciaio, colorato con tale perfezione da nascondere il materiale di cui sono fatte e dare perfino l’impressione, certe volte, che si tratti di un gonfiabile di gomma! Perfezione e cultura artistica profonda sono condensate, oltre che nelle tavole, in sculture le più varie, palloncini, giocattoli, gonfiabili, Hulk con tubas, per dirne alcune. Leggendo nella biografia che Jeff a soli cinque anni di età è stato avviato dai genitori ad imparare a disegnare, non si fa fatica a pensare che la perfezione gli sia stata richiesta dai genitori stessi.

Il verde specchiante di Venere, l’oro della ballerina, il bianco nitore di Apollo e Diana, sono esecuzioni perfette.

Secondo alcuni critici queste sculture sono un inno alla connessione fra artista e osservatore, sia per le superfici riflettenti, sulle quali appare anche lo spettatore e gli oggetti che circondano l’opera, sia per molte affermazioni di Koons stesso. Come questa: "Il lavoro dell'artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l'arte".

Al di là della personale ricerca dell’artista, durata quarant’anni e ancora attiva, per lo spettatore la prima impressione è di tutt’altro genere. Un moto di tenerezza partecipativa si prova solo di fronte alle aggraziate movenze di Diana, il cui corpo mantiene morbidezza malgrado l’equilibrio instabile della sfera blu sulla sua spalla. Un corpo bianco però, non riflettente.

Gli oggetti specchianti appaiono invece freddi, inespugnabili e incorruttibili, per niente dialoganti con chi guarda.

La durezza dell’acciaio, seppur mitigata dal colore, chiude ogni scultura in una forma definita, progettata per resistere alle aggressioni del tempo, per essere inalterabile, eterna. L’immagine dello spettatore che vi si crea, a causa della superficie riflettente, è troppo piccola per alterare questa impressione. Se si prova a fare una foto, ogni scultura richiede imperiosamente di non avere dettagli architettonici nello sfondo, pena lo sfregio inflitto alla perfezione assoluta che promana da ogni opera. Prova ne siano le foto del catalogo, riprese su uno sfondo bianco assoluto lucido e la distanza tenuta fra l’una e l’altra nell’esposizione.

Nell’arte concettuale succede spesso che una cosa siano le intenzioni, altra i risultati. Comunque l'artista americano è una delle figure più discusse dell’arte contemporanea a livello globale. I suoi lavori sono entrati nell’immaginario collettivo grazie alla sua capacità di unire due tipi di cultura, quella che si riferisce alla storia dell’arte e quella del mondo del consumismo.Jeff detiene il record di artista vivente più pagato al mondo insieme con Damien Hirst. Questo primato l’ha ottenuto ben due volte. La prima nel 2013 con l’opera Balloon Dog venduta per 58 milioni di dollari, la seconda nel 2019 con il suo Rabbit, battuto all’asta Christie’s per 91 milioni di dollari. Oltre 12.000 sono stati i visitatori nella prima settimana di apertura.

La Mostra di Palazzo Strozzi ha il pregio di ospitare prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, fornendo esempi di alcuni dei macrocicli della produzione di Koons, da lui definiti Inflatables (anni ’70) fiori gonfiabili appoggiati su riquadri specchianti, Equilibrium (anni ’80) con palloni da basket sospesi in equilibrio all’interno di teche di vetro, Celebration, una serie sviluppata negli anni ’90 che rappresenta giocattoli gonfiabili e oggetti tipici delle feste di compleanno (sono tra le sue opere più famose), la serie Popeye dei primi anni 2000 che ritrae oggetti di uso comune messi su piedistalli e decontestualizzati. E’esposta anche una friggitrice elettrica della cosiddetta New Series (datata 1979), che esprime chiaramente la componente dissacrante dei valori dell’upper middle class che inizialmente animava l’artista.