Diario di bordo, anno zero. Giorno 19.

Trasparenti, luminose, appuntite. Si potrebbe obiettare, descrivendo gli incredibili colori, le forme, i contrasti, l'impatto delle X. Si potrebbe. Ma qui si parla di indice della libertà, indipendenza, censura, ambiente, e dei suoi contrari. E la testimonianza di Tombolini è un indice in grado di riflettere, e riflette così di immenso – messaggio – che siamo nel settore del sacro, se per questo si intende ancora stato dell’arte. E Tombolini è.

Zeitgeist. Chi mi conosce sa che non amo allungare la descrizione dell’opera d’artista, in quanto la percezione è ovviamente individuale, estremamente. Dell’estetica della stessa mi interessa la traduzione essoterica. E l'artista lo vedo come colui che “osa affrontare il peso della sapienza trafugandola dagli antichi dei e che traduce in conoscenza ciò che capta e lo comunica all’esterno”.

Le idee mi son diventate canto: l'intelligenza mi si è fatta sentimento.

(Flora)

Dopo l'Umanesimo e il Rinascimento, poi la globalizzazione, e adesso che si fa?

L’arte è stata la massima espressione dei periodi menzionati, evolvendosi seguendo la società, l’economia, la politica ed il progresso. Oggi stiamo vivendo un periodo dove tutto scorre veloce e tutto passa in breve nel dimenticatoio. Secondo la mia opinione oggi un artista deve catturare ed immortalare velocemente tutti gli input ed i cambiamenti della società contemporanea.

Se l'arte è immortale, canta, promette, poi protesta e decanta?

L’arte è sempre stato un mezzo comunicativo a livello visivo, espressivo, ed emozionale in grado di assecondare e promuovere proteste, affermazioni e correnti ideologiche, che possono esistere nello specifico periodo oppure rimanere presenti nella storia.

All'imperativo di mercato si può rispondere con vitale, indigeno, crescita dei sensi, anima, istinto?

Per quanto mi riguarda indipendentemente dal mercato, un artista deve mantenere integro il suo istinto e la sua anima, senza seguire le tendenze del momento.

Dove è finito il noi? E il concetto del superuomo, tra Hitler e Gesù qualcosa ormai l'abbiamo visto…

Quello che è la società oggi, lo dobbiamo a grandi personaggi storici di grande levatura sia in senso positivo che negativo. Certo, che senza questo individualismo di pochi, oggi la gente comune non avrebbe sfruttato le loro potenzialità nel progredire della società.

Apriamo l'archivio Tombolini. Quale delle sue opere ti appenderesti sul letto?

Più che un'opera pittorica, appenderei “X” blu oltremare di grandi dimensioni per ricordarmi ogni giorno che da qualche parte nel mondo, qualcuno ha bisogno di dire la verità senza catene.

Sogni, way of life di Michele Tombolini.

I don’t believe in war. Ogni epoca ha avuto intensi periodi di protesta sociale, durante i quali si sono distinti diversi personaggi, tra cui artisti, divenuti a volte, portavoce delle questioni sociali, attraverso inusuali forme di comunicazione. L’impatto del fantastico nel reale provoca la dispersione di una enorme quantità di energia; il consumo esplosivo di quantità di energia è oramai un crescendo continuo. Coniugare modelli, fantasie, percezioni, vuoto assoluto – si torna indietro – si torna avanti – si torna indietro – è una sorta di esperienza siderale nella quale la società contemporanea è sprofondata. Ma, e dico ma, ci sono uomini che, tra di qua e di là del prima e dopo, sono quelli dell’equilibrio, di cosa della simmetria.

Michele Tombolini può tranquillamente collocarsi al di qua e al di là come un ago della bilancia tra realtà e fantasia: con la sua incredibile capacità di coniugare l’avventura, la fiaba, la narrazione, indica le direzioni ai frequentatori e non, dell’apnea globale, agli assidui stupefatti prigionieri-viaggiatori del proprio specchio.

Come dire: per fare il viaggio non c’è bisogno di truccarsi, tornare a galla evitando il vuoto assoluto, la deflagrazione dello specchio è l’immagine dell’antimateria.

Tornare sulla terra. Ponti di vista.

Viaggi consigliati: Aleph Club (Il vuoto che c’è in te), Gabicce, Italy, Anno Domini 1980.
Libro consigliato: sì, sempre lo stesso: 1984, George Orwell.