Un artista, per essere tale, ha bisogno di esercitare un’attività libera e poetica che preservi intatti i propri fondamenti etici ed estetici.

Questa è la lettura che il curatore Bruno Corà propone nella mostra Mafai-Kounellis. La Libertà Del Pittore, al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese dal 21 febbraio all’1 giugno 2014, dove i dipinti di Mario Mafai sono oggetto di un “incontro” con uno dei massimi artisti contemporanei italiani, Jannis Kounellis.

Sono circa quaranta le tele di Mafai, tutte provenienti da collezioni private. Il nucleo più consistente (circa trenta) è costituito da opere realizzate tra il 1958, anno in cui il Maestro inizia a dipingere astratto, e il 1965, anno della sua scomparsa. In parte si tratta delle stesse opere che furono esposte a Roma alla galleria la Tartaruga nel 1957 e 1958 e alla Galleria L’Attico nel 1964. Fanno da contrappunto una decina di opere figurative (dal 1928 al 1955) a sottolineare l’unicità di un percorso artistico straordinario.

La mostra, nella Sala del Ninfeo al piano terra del Museo Carlo Bilotti, ha il segno forte, ideativo e artistico di Jannis Kounellis che, in seguito all’invito di Bruno Corà, ha formulato un intervento unico nel suo genere che si configura come un grande omaggio al più anziano Maestro. L’intento esplicito è quello di condividere i presupposti etici alla radice dell’arte di Mario Mafai e di sottolinearne la grandezza.

Si tratta di una “rivisitazione” che offre una diversa angolazione di lettura delle sue opere e ne restituisce l’integrità poetica e pittorica. Come scrive Bruno Corà nel suo testo in catalogo, si tratta di un’opera gesto, un gesto globale, forte e semplice con il quale Kounellis usa il suo linguaggio di lamiere per offrire e sostenere le tele di Mafai.

Nel 1957 Mario Mafai azzerò ogni precedente figuralità e, sulla tela, le forme e i colori giunsero ad una decostruzione che ben presto lasciò intravedere una diversa logica di concezione del quadro e della pittura stessa. Su quel ciclo di opere compiute dal 1957 sino alla scomparsa dell’artista nel 1965 sembra rimanere sospesa una percezione pregiudiziale, quasi che Mafai, qualche anno prima di concludere la sua attività con la mostra alla galleria L’Attico nel 1964, avesse rinnegato con quei dipinti tutta la sua pittura precedente.

E non sono bastate autorevoli riflessioni di studiosi che hanno efficacemente fornito, almeno sul piano critico, l’opportuno riconoscimento a quanto già Mafai stesso aveva affermato in vita: «Mi rivolgo a quelle persone (amici) che hanno amato la mia pittura e non riescono a giustificare questo mio nuovo modo di rappresentazione. A parte il fatto che l’arte non può ripetersi e va in cerca di nuove invenzioni e di nuove realtà (…) sarebbe stato onesto proseguire in quel compiacimento tonale, nel gusto di mura morte e di fiori morti? Ancora ho qualche anno per essere vivo e per cercare una nuova concezione del tempo dello spazio e della verità» (7 gennaio 1964).
Nelle pagine del diario di quegli anni, Mafai parla di una propria nudità raggiunta per una nuova e maggiore verità. Nessun tradimento della propria storia pertanto, si appresta ad affermare il pittore, ma al contrario una sua radicale riduzione all’essenziale della propria pittura.

Una ricca e esauriente sezione documentaria - curata dalla figlia di Mario, Giulia Mafai – attende i visitatori al piano superiore del Museo per proporre foto, autografi, libri, locandine, cataloghi e altri significativi reperti che tracciano la metamorfosi del percorso biografico di Mafai e le sue relazioni artistiche.

La mostra Mafai-Kounellis. La Libertà Del Pittore, al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese dal 21 febbraio all’1 giugno 2014, a cura di Bruno Corà, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con il Centro Studi Mafai Raphaël e organizzata da Zètema Progetto Cultura.

Per la circostanza sarà pubblicato un catalogo edito da Gli Ori contenente le opere di Mafai e Kounellis presenti in mostra, le foto realizzate da Claudio Abate che raccontano le fasi allestitive, un saggio di Bruno Corà, un suo dialogo con Kounellis, nonché alcuni brani del diario di Mafai e le testimonianze di Miriam, Simona e Giulia, figlie del pittore.

Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
Viale Fiorello La Guardia
Roma 00197 Italia
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 21.00)
www.museocarlobilotti.it

Orari di apertura
Martedì - Venerdì 10.00 - 16.00 (ingresso fino alle 15.30)
Sabato e Domenica 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)

Biglietti
Intero 8.00€
Ridotto 7.00€

Immagini correlate

  • 1, 2 & 3 Mostra Mafai-Kounellis. La Libertà Del Pittore al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese, Foto di Claudio Abate
  • 4 Mario Mafai, Autoritratto con l'ombrello, 1955, olio su tela, Palermo, collezione privata
  • 5 Mario Mafai, Composizione astratta n. 1, 1963, olio e corde su tela, Roma, collezione Eredi Mafai
  • 6 Mario Mafai, Ritratto nello studio, 1934, olio su tela, Roma, collezione privata