Massimo De Carlo presenta Buco, una nuova mostra personale dei Gelitin che inaugura il 28 gennaio negli spazi milanesi della galleria.

La serie di opere che i Gelitin presentano in Buco è stata realizzata in occasione di una performance di sei giorni che si è svolta alla 21er Haus, il Museo di Arte Contemporanea di Vienna, nell’estate del 2013. Un gigantesco cubo di polistirolo disposto al centro della sala ha fornito ai Gelitin il materiale per scolpire nuove opere in negativo: il monolite infatti è stato aggredito, scolpito e modellato durante un’azione che ha visto la partecipazione di amici artisti e musicisti vicini al gruppo che hanno accompagnato la performance con musica dal vivo e spettacolari movimenti teatrali. Il polistirolo è stato progressivamente bucato, eroso e consumato e ogni vuoto – uno spazio negativo – è stato colmato con cemento e gesso. Le nuove sculture nate da questi gesti michelangioleschi, controllati e potenti, risultano astratte e domestiche allo stesso tempo.

Le sculture di Buco riportano alla mente l’immagine filosofica e letteraria della caverna. Per i Gelitin, infatti, il buco è il simbolo della vita da eremiti, un luogo dove nulla deve accadere e dove paradossalmente non c’è nessuna necessità di agire. Può succedere di tutto, oppure proprio niente, fa lo stesso. Distruggere un enorme cubo di polistirolo va oltre l’idea di creare e costruire e genera un corto circuito tra l’attesa passiva e pigra che qualcosa accada da sé e l’agire positivamente con coscienza e determinazione.

Il gesto di scavare, erodere e perforare si ripete ancora nella mostra Buco, ma questa volta i Gelitin aggrediscono un muro per creare un passaggio verso uno spazio privato della galleria, in cui gli artisti proiettano il film Gelitin LOCH di Angela Christlieb che documenta la performance di Vienna, visibile seduti su Untitled, 2013.

Nella sala all’ultimo piano della galleria, infine, i Gelitin espongono una nuova serie di disegni tridimensionali, un ibrido tra il disegno e la scultura. I fogli di carta spiegazzati su cui si accumulano centinaia di piccoli personaggi, panorami e oggetti sono stati bloccati nella loro forma disordinata grazie a uno strato di papier mâché e di gesso. Anche in questa serie di disegni i Gelitin mettono in discussione il confine tra determinazione e casualità.

Gelitin è un gruppo di artisti nato nel 1990 e formato da Ali, Florian, Tobias e Wolfgang. I quattro vivono e lavorano a Vienna. Le loro opere sono state esposte in mostre personali come Loch, 21er Haus, Museum of Contemporary Art, Vienna (2013); All or the Just, Teatro Regio, Torino (2009); La Louvre Paris, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Parigi (2008); Percutaneos Delight (sexy summer evenings), P.S.1 Contemporary Art Center, New York (1999). I Gelitin hanno esposto con mostre collettive presso la Wiener Secession, il Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, la Malmö Konsthall di Malmö, l'Arsenale di Venezia, la Hayward Gallery di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e lo S.M.A.K di Gent. I Gelitin hanno rappresentato l’Austria alla 49a Biennale di Venezia e hanno inoltre preso parte alla 54a Esposizione Internazionale d’Arte di Vienna del 2011. I Gelitin hanno presentato nel 2013 la performance Ritratto Analitico nella rassegna Liberi Tutti organizzata dalla Fondazione Trussardi a Milano in occasione di MiArt.