I dipinti di Guido Bagini sembrano contenere gli elementi di un messaggio subliminale, quasi un rebus codificato nel formato rettangolare di un monitor o nello schermo di un computer.

Tale messaggio viene rilasciato dalla giustapposizione di immagini di strutture architettoniche, scorci con piscine ed elementi di design misti a scarni elementi botanici, perlopiù aggiunti come ambientazioni degli edifici nello stile dei rendering progettuali.

La vegetazione, elemento non determinante in precedenza, in questa nuova fase sembra invece divenire un dettaglio importante al quale l'artista intende dedicare un rinnovato interesse.

Le scene rappresentate da Guido Bagini sottintendono la presenza di un "Private Eye" che assiste ad un fermo-immagine contenente particolari incongrui.

Siamo noi gli spettatori di queste composizioni animate da una vita segreta, oppure qualcuno attraverso esse ci sta osservando?

L'artista infatti frammenta l'immagine in porzioni che complicano ulteriormente la percezione unitaria del soggetto, confondendo le soglie tra una realtà in cui non appare essere umano o animale e il limite oltre il quale, prevedibilmente, la realtà viene ordinata e compiuta.

Ad enfatizzare ulteriormente la sensazione di sospensione temporale e appannamento delle realtà sovrapposte, Guido Bagini utilizza ora, oltre ai consueti materiali (Cartoncino incollato su Dibond) delle tavole di zinco riflettenti incise con l'acido.

I paesaggi architettonici dipinti da Guido Bagini sembrano vivere di un sottile equilibrio, una struttura che si sostiene parzialmente su una raffinata sensibilità grafica e tecnica, fatta di linee precise e colori basici, quasi a voler richiamare i rendering legati ai progetti delle unità abitative. I luoghi e le vedute che l'artista ci offre si muovono tuttavia all'interno di un contesto solo apparentemente formale, portando in effetti con se anche un'importante instanza fenomenologica. La visione perfetta ed asettica di paesaggi abitati quasi esclusivamente da componenti architttoniche e oggetti dal design accattivante viene sportacata da imperfezioni, colature, rotture prospettiche che ci riportano alla volatilità della sguardo.

Gli spazi contemporaneamente da abitare e disabitati tratteggiano una sorta di peculaire no man's land, un paese dove l'uomo è stato ed ha agito, ma che ora si limita ad osservare, quasi un invito ad una forma di voyeurismo domestico. La componente umana non sta più nella presenza e nell'azione, ma piuttosto nel desiderio della visione e nella sua instancabile dinamicità anche davanti ad immagini statiche.

Il gioco dialettico tra spazio e rappresentazione si compone di illustrazioni prive di valore rappresentativo, quasi diafane. L'osservatore è costretto ad un'azione di sintesi nel ricomporre i pezzi di una scena che nelle recenti opere è andata frammentandosi in un numero sempre maggiore di sezioni, momenti di discontinuità che nel corso del tempo vanno arricchendosi dando all'intera opera un valore ulteriormente dinamico. Al cartone e agli smalti industriali, tipici di Bagini, sono venute ad aggiungersi nelle recenti opere anche delle frazioni incise su lastre di zinco semi-specchiante, lasciando per la prima volta, anche se solo come un riflesso sfocato, un piccolo spazio, una sezione in cui all'uomo-osservatore è consentita una fugace apparizione.

Pur mantenendo la loro intrensica enigmaticità le vedute che ci vengono proposte nella presente esposizione si arricchiscono di punti di vista rinnovati, l'intimità fredda degli interni e gli scorci immobili delle architetture consentono in quest'occasione l'accesso ad un elemento organico come la vegetazione. Un'invasione in punta di fioretto, un'incursione elegante della vita tra la solidità delle linee rette e l'astrazione contemporanea dei colori industriali.

L'autore sembra così anche grazie alla natura proporci una nuova possibilità ermeneutica, un nuovo e ulteriore spiraglio, una porta socchiusa da cui spiare e in questo modo penetrare l'ermetismo della sua opera. - Tancredi Tilocca

Galleria The Flat - Massimo Carasi

Via Paolo Frisi, 3
Milano 20129 Italia
Tel. +39 025 8313809
theflat-carasi@libero.it
www.carasi.it

Orari di apertura

Martedì - Sabato
Dalle 14.00 alle 19.30 o su appuntamento

Immagini correlate
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