Fabiola Pepe
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Fabiola Pepe

Fabiola Pepe è una giornalista pubblicista di origini siciliane, nata a Palermo nel 1993. Nel 2016 si laurea in Scienze della Comunicazione per le Culture e le Arti con una tesi intitolata: Palermo e l’Itinerario Arabo-Normanno: i benefici della fruizione virtuale. Uno studio spinto dall’amore per la sua città e per il patrimonio storico siciliano, incentrato sull’ingresso di Palermo nel patrimonio mondiale dell’umanità Unesco e le enormi opportunità di ricostruzione storica e fruizione possibili attraverso la realtà virtuale.

Successivamente nel 2018 consegue la laurea magistrale in Comunicazione pubblica d'impresa e pubblicità, periodo di studi in cui svolge inoltre un percorso di formazione universitaria in Belgio, precisamente presso la Katholieke Universiteit Leuven, grazie al progetto Erasmus.

Intraprende la strada giornalistica grazie ad un tirocinio curriculare presso la redazione del Giornale di Sicilia nel 2015, esperienza che la guiderà verso diverse collaborazioni e successivamente all’iscrizione nell’albo dei giornalisti pubblicisti di Sicilia.

Sin dagli esordi si è occupata di cronaca nera, tematiche legate alla cronaca di provincia, disservizi, benessere e infine di sanità, lavorando in particolare come reporter durante l'emergenza Covid-19 in Sicilia.

Le testate con cui ha collaborato sono: Giornale di Sicilia, Gds.it, la redazione de Il Sicilia.it per cui nel giugno 2020 diventa referente del magazine interno SanitàinSicilia e conduttrice del format La Buona Salute, infine nel 2021 con Roma Today.

È autrice del saggio intitolato: La spettacolarizzazione del dolore nei telegiornali e nei programmi d'infotainment: da Vermicino al delitto di Avetrana, pubblicato da Antipodes Casa editrice.

Un libro che si occupa di temi legati alla morbosità mediatica nei casi di cronaca nera, alla notizia a tutti i costi, che spesso rischia di alterare o ancora peggio, falsare la visione della realtà.

All’interno di questo breve saggio c’è l’intenzione di tracciare un vero e proprio percorso di presa di coscienza del giornalismo, partendo dalla nascita della televisione e proseguendo con un’attenta disamina degli eventi che secondo l’autrice sembrerebbero essere l’inizio e la fine della “febbre dei media”. Ci sono stati anni e vicende di cronaca nera in cui il genere giornalistico e quello dell’infotainment si sono accavallati, correndo insieme una maratona alla notizia, mirata ad aumentare lo share a scapito dell’informazione. Ragion per cui il giornalismo ha dovuto segnare una linea definitiva per differenziarsi dagli obiettivi del genere televisivo dell’infotainment, a tutela della giusta informazione.

Sulla quarta di copertina si legge:

Cosa ci rende così assetati di informazione? La notizia o il modo in cui questa riesce ad assecondare le nostre strutture narrative? Il voler trovare in ogni caso di cronaca nera i punti fermi di ogni storia che si rispetti (protagonista, antagonista, aiutanti, morale), ci porta ad avere bisogno di qualcuno che ce la racconti, proprio come vorremmo ascoltarla. Da questo nasce la capacità dell'infotainment di attrarre a sé, attraverso le notizie di cronaca nera, il più alto numero di ascoltatori. A farci entrare nelle stanze proibite dell'informazione, facendoci credere di mostrarci quello che in realtà non potremmo vedere, sono stati anche i telegiornali, che insieme ai programmi di infotainment hanno corso insieme una maratona alla notizia a tutti i costi, negli anni in cui le più importanti tragedie italiane hanno riscosso un'elevata attenzione del pubblico. Siamo sulla strada di ritorno, a un bivio dove è necessaria la separazione dei due protagonisti di questo libro: il giornalismo e l'intrattenimento. Un divorzio salutare per la corretta informazione.

All'amore per la professione giornalistica riesce inoltre a conciliare l'interesse per la moda e le dinamiche dell'e-commerce di lusso, lavorando attualmente anche come Supply chain and logistics specialist.

Tra i suoi libri preferiti ci sono sicuramente quelli che abbracciano il genere del romanzo, meglio se ispirati a storie vere o a vicende storiche, il primo tra tutti è Mille splendidi Soli dello scrittore statunitense di origine afghana, Khaled Hosseini. Un testo che l’ha avvicinata sin dagli anni del liceo ad interessarsi nell’ambito privato alle condizioni delle donne nel mondo, alla sensibilizzazione verso le tematiche femminili e alle lotte per i diritti delle donne.

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