L’amore nascosto, la lealtà e la perseveranza sono i principali temi che ruotano intorno a questo fiore. La sua fama ha una storia millenaria e sono numerosi i letterati, i poeti e gli innamorati che hanno trovato in essa un'inesauribile fonte d'ispirazione e consolazione.

Il suo nome sembra derivare dai termini greci wion, annodare, e yos, giro oppure, come sostiene la mitologia, da jon (w-jon), in onore di una sacerdotessa di straordinaria bellezza e irresistibile sensualità, chiamata Io. Desiderata con insistenza da Giove e costretta a subirne le pressanti attenzioni, questa giovane creatura si ritrova, suo malgrado, al centro di una tresca amorosa alquanto problematica. A causa della gelosia di sua moglie Giunone, Giove è costretto a trasformare la sacerdotessa in una giovenca bianca della quale Giunone s’impadronisce per affidarla ad Argo, il mitico gigante dai cento occhi. In attesa di liberarla Giove decide di fornire alla sua amata un nutrimento degna della sua bellezza: per l’occasione trasforma l’erba del pascolo in un gustoso e profumato prato di viole.

Presso gli antichi Romani e Greci i fiori di questa pianta erano impiegati per adornare le tombe dei bambini come simbolo di purezza e modestia, mentre intrecciata a forma di collana serviva per alleviare i sintomi dell’ubriachezza. Nella tradizione medievale simboleggiava l'umiltà di Cristo e per tale ragione era spesso coltivata nei chiostri dei monasteri, mentre i suoi fiori, sparsi sui pavimenti di case e chiese, avevano il potere di scacciare gli spiriti maligni e le streghe. Era considerata anche uno strumento oracolare: l’osservazione e l’interpretazione dei segni presenti sui petali permettevano al postulante di ricavare informazioni inerenti al destino che lo attendeva.

La Viola è molto apprezzata nel mondo della cosmetica e trova impiego nella preparazione di saponette, oli e profumi. La sua essenza naturale, prima dello schiacciante predominio dell’industria chimica, era ottenuta con l’antico metodo dell’enfleurage, ponendo sotto pressione strati intervallati di petali di Viola e grasso animale: il prodotto finale era ottenuto tramite un processo di separazione, con l’impiego di particolari solventi. La Viola era il fiore scelto dalla duchessa Maria Luigia, figlia dell'imperatore d'Austria e moglie di Napoleone I, come simbolo della città di Parma, dove risiedeva. Oltre al profumo la duchessa amava anche il colore viola che utilizzava sia per gli abiti sia per l’arredamento. Finanziò personalmente le ricerche condotte dai frati erboristi della Farmacia dell’Annunziata per ottenere un’essenza profumata di qualità superiore; una tradizione mantenuta in vita da Borsari con la sua attività profumeria, attraverso la produzione della famosa Violetta di Parma.

La fama e la popolarità di questa pianta sono giustificate anche dalle sue virtù alimentari e medicinali. A tale scopo devono essere utilizzati esemplari che non provengono da vivai (dove vengono impiegati concimi chimici, pesticidi e diserbanti) e da luoghi inquinati, come i bordi delle strade o le aree frequentate da animali. Tutte le Viole contengono, in forma più o meno variabile, gli stessi principi attivi, tra cui acidi organici (acido salicilico, malico, ferulico, ottilico, propionico, ecc.), olio essenziale, flavonoidi (rutina, violarutina, quercetina), pigmenti antocianici, violina, odoratina (alcaloide), irone, saponine (mirosina e violina), vitamina C, mucillagini, sostanze tanniche.

I fiori di Viola, oltre a rappresentare un’ottima soluzione decorativa per piatti di ogni genere, sono ottimi per preparare macedonie, marmellate, sciroppi, frittelle, gelatine, gelati, tisane e dolci, soprattutto quelli a base di cioccolato (ad esempio mousse e torte); sottoposti a canditura rappresentano un goloso tocco di arte pasticcera e sottoposti a macerazione in alcol sono ottimi per realizzare un originale liquore casalingo, profumato e decisamente gradevole. Le foglie tenere vengono consumate crude in insalata oppure lessate, miscelate ad altre erbe o come accompagnamento ai piatti a base di carne, pesce e formaggio.

In erboristeria si utilizza l’intera pianta per le sue proprietà bechiche, diaforetiche, emollienti, depurative, diaforetiche e antinfiammatorie. Il suo impiego è consigliato per curare la tosse, stati febbrili e influenzali, dolori reumatici, gengiviti, eruzioni cutanee e infiammazioni di varia natura. L'olio essenziale di Viola svolge un’azione antidepressiva e calmante sul sistema nervoso. Nella medicina popolare un rimedio per curare il mal di testa consiste nell'applicare un cataplasma di fiori freschi sulle tempie, mentre l'infuso, per la presenza di mucillagine, è indicato per lenire le mucose infiammate di stomaco e intestino.

Santa Ildegarda di Bingen, mistica tedesca vissuta tra il 1098 e il 1179, famosa per il suo carisma e le sue conoscenze erboristiche, a proposito di questa pianta affermava: «Lo stato d'animo di una persona malinconica e collerica danneggia i polmoni. Si facciano cuocere delle Violette nel vino puro, si filtrino (…) aggiungendo al vino della Liquirizia (…) si beva questa bibita e in questo modo la malinconia sarà soffocata, la persona malata ritornerà allegra ed anche i suoi polmoni guariranno». In questa diagnosi si evidenzia un approccio psicosomatico, in anticipo rispetto ai tempi, dal quale si deduce il legame tra aspetti caratteriali, depressione e risposta organica.

Nell’ambito della floriterapia il preparato identificato con il nome di Violet (rimedi californiani realizzati secondo i dettami del dott. Bach) è adatto alle persone caratterizzate da un'eccessiva sensibilità che desiderano stabilire un contatto con gli altri, ma che temono di venire sopraffatti, mettendo in pericolo l'integrità del proprio Io.

Il genere Viola comprende numerose specie sia selvatiche che coltivate, tra le prime merita una particolare attenzione, la Viola mammola (Viola odorata L.), una pianta che cresce nei luoghi erbosi, nelle siepi, nelle scarpate, lungo i fossi e i margini dei boschi. È una pianta erbacea perenne, alta 5-15 cm, munita di lunghi stoloni epigei striscianti. Le foglie sono ovato-cordate o reniformi, di colore verde scuro, lungamente picciolate, disposte in rosetta basale. I fiori sono di colore viola (raramente bianco), gradevolemente profumati, portati da peduncoli inseriti direttamente sulla rosetta fogliare; la corolla è composta di cinque petali di cui quello inferiore è prolungato posteriormente in una piccola appendice (sperone).

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