Ricordo con affetto, e una comprensibile nota di nostalgia, quel simpatico ed efficace ammonimento che l'esuberante prof. G. Calderari era solito ripetere a noi studenti del Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell'Università degli Studi di Milano durante le sue lezioni di Odontoiatria Conservativa mentre, usando i gessetti colorati, riproduceva sulla lavagna le tavole anatomiche del Marmasse.

Egli, in modo assieme magistrale e paterno, ci conduceva per mano attraverso i vari tessuti e cellule del dente, insisteva sull'importanza di conoscere la biologia della polpa dentaria e di saperne diagnosticare le patologie. Voleva metterci in guardia dal rischio di eseguire sul dente manovre curative tanto invasive da comprometterne la vitalità. Quella affermazione costringeva noi studenti a prendere coscienza che, oltre ai tessuti duri come lo smalto e la dentina, il dente è formato anche da arterie, vene, nervi e cellule con varie funzioni e che dunque esso è strettamente collegato al resto del corpo umano, ne condivide le patologie e sovente ne è anche la causa. Non solo dunque avere la mano troppo pesante ma soprattutto, rischio latente nella classe odontoiatrica, non considerare tanti aspetti squisitamente medici. Ma non si trattava solo di questo. Per come la percepivo quella frase evocava in me il desiderio di andare oltre le apparenze...

Il mio percorso di ricerca e di crescita personale era cominciato qualche anno prima durante il Liceo classico che mi aveva aperto la mente con lo studio delle civiltà classiche latina e greca. Assieme al pensiero cartesiano di separazione tra corpo e mente aveva instillato anche l'apertura a logiche più olistiche. Indubbiamente esso era stato propedeutico, una premessa, uno stimolo ad avventurarmi nello studio delle antiche tradizioni mediche come l'Agopuntura e di quelle più recenti come l'Omeopatia. Nell'antica Cina non esisteva il dentista inteso come lo intendiamo noi ma, tramite i Meridiani dell’Agopuntura, erano molto ben conosciute le correlazioni energetiche che i denti e la bocca in generale hanno con gli altri organi e visceri.

È indubbiamente attingendo a quelle dottrine che un οδοντίατρος - odontoiatra può raggiungere la consapevolezza che ciascuno degli elementi dentali è espressione del budget energetico dei vari organi e visceri interni corrispondenti a ognuno di essi e che esiste dunque una relazione tra un dente e un organo, tra un dente e un muscolo, tra un dente e un meridiano dell’agopuntura e perciò anche tra un dente e un'emozione. È ciò che distingue il medico dei denti da un dentista. Quali siano queste relazioni è descritto in modo persino particolareggiato in tutta una serie di tabelle di corrispondenza e ne sono stati ricavati anche dei surrogati come la Dentosofia. Tuttavia solo padroneggiando la semeiotica della Chinesiologia Applicata è possibile rendere individuali quelle corrispondenze per quel determinato paziente, contestualizzarle e attualizzarle a quel preciso momento. Ciò permette per esempio di verificare immediatamente se un materiale odontoiatrico è tollerato oppure no, di sapere qual è il meridiano e quindi l'organo danneggiato. Primo esempio fra tutti l'amalgama d'argento contenente mercurio sulla cui pericolosità esiste letteratura scientifica da almeno due secoli ma che ritroviamo quotidianamente nelle bocche dei pazienti. Dunque una capacità di controllo e di diagnosi altrimenti inimmaginabili.

È su queste conoscenze che si può costruire l'odontoiatria del nuovo paradigma.