Cosa succede quando a 36 anni ti accorgi di avere un tumore al seno tra i più aggressivi e meno di tre anni dopo una metastasi al cervello, quando hai tutto per essere felice: una famiglia, un marito che ti ama e una splendida bambina che adori? Combatti e ne esci vincitrice. Così come ha fatto Valentina Ruble (nom de plume di Giulia Monselesan), professionista padovana, autentica guerriera di luce.

Non si è fatta mettere all'angolo dal male Valentina, ma ha preso carta e penna e ha scritto un libro. Il titolo è 29 giorni, edito da lei stessa nel 2017, e i proventi saranno interamente devoluti all'Istituto Oncologico Veneto (Iov) e all’acquisto di test genetici grazie al supporto della società americana Veritas Genetics. L'instant book ha avuto un grande successo che ha permesso, in tre mesi, senza pubblicità, di vendere oltre 1500 copie ed essere alla seconda ristampa. Una sorta di manuale pratico per chi si trova ad affrontare la malattia. Sì, perché Valentina, dopo due anni dall'intervento al seno, ha scoperto di avere una recidiva al cervello, poi rimossa, che l'ha portata a elaborare un interessante metodo di recupero grazie all'ascolto della musica e alla danza. Ma non solo.

La battagliera Valentina ha sperimentato su di sé il potere benefico di una dieta alimentare controllata e adatta a chi si sottopone a cicli di chemioterapia e a pesanti dosi di cortisone. Niente di nuovo sotto il sole? Probabilmente, certo è che i medici non sottolineano ancora abbastanza il valore di un'alimentazione corretta, povera di grassi e di zuccheri, non evidenziano l'importanza strategica di effettuare regolare moto per preservare il corpo e fare vera prevenzione.

Tutto questo Valentina Ruble lo ha imparato sulla sua pelle, forte della sua tenacia, della caparbietà, della sua voglia di vivere e di aiutare tutte le persone che stanno soffrendo e hanno sofferto come lei. Sostenitrice dell'esame genetico per rilevare eventuali geni mutati, Valentina sta mettendo tutte le sue energie nella possibilità che questo avvenga anche nel nostro Paese. Lo fa con le sue forze, con il suo libro e la sua testimonianza.

Incontro Valentina in un caffè di Padova, la nostra città. Valentina è allegra e sprizza entusiasmo da tutti i pori, mi accoglie con un grande sorriso e una splendida dedica sul suo libro. Questa ragazza minuta ma fortissima è convinta che nulla capiti per caso ma che tutto sia legato da un invisibile e sottile filo rosso.

“Tutto comincia nel 2003 quando una mia parente scopre di avere un tumore al seno – racconta Valentina - e mi dice di averlo ereditato dalla nonna. Dall'ospedale le fanno sapere che anche io e mia sorella ci dobbiamo sottoporre a un esame del sangue. Ma mia sorella e io non ci andiamo. Dieci anni dopo su tutti i giornali si parla della decisione di Angelina Jolie di attuare una profilassi preventiva attraverso la mastectomia totale, svuotamento con ricostruzione plastica del seno, e in seguito attraverso l'ovariectomia, rimozione delle ovaie, perché portatrice del gene mutato Brca1”.

La grande scoperta scientifica del Brca1, presente nel cromosoma 17, e del Brca2, presente nel cromosoma 13, aveva fatto fare passi avanti incredibili e, dopo la scelta dell'attrice americana, l'effetto Jolie dilagò negli Stati Uniti dove aumentarono in modo esponenziale le mastectomie bilaterali. Valentina non sa ancora di avere ereditato il gene mutato e di averlo ereditato da suo padre. Nel 2013 Valentina esegue un controllo per una presunta cisti che le fa male, l'esame risulta negativo anche all'ago aspirato. Successivamente si scoprirà essere un tumore mammario triplo negativo, che non reagisce agli ormoni ed è tra i più aggressivi. Meno di tre anni dopo una recidiva al cervello la porterà nuovamente in sala operatoria e sarà proprio nel periodo di degenza che Valentina costruirà un suo particolare programma di guarigione. “Esattamente. Dopo la diagnosi nefasta – spiega ancora Valentina - avevo cominciato a documentarmi sull'alimentazione, sui prodotti che potevano aiutare a prevenire le patologie tumorali. Ho fatto una lista dei cibi da eliminare. Mi sono data le regole quotidiane: bere tre litri d'acqua per smaltire i farmaci chemioteramici e non avere effetti collaterali, mangiare frutta e molta verdura, diminuire le proteine animali a favore dei legumi, eliminare lo zucchero e le farine raffinate a favore di quelle integrali, fare esercizio fisico aerobico. La massa all’interno del cervello aveva provocato delle paresi e delle difficoltà di deambulazione e di scrittura. Io le ho affrontate con la musica e con la danza”.

È risaputo, infatti, che la musicoterapia e la coreutica siano di grande aiuto per riorganizzare le funzioni cerebrali e accelerare la riabilitazione, soprattutto dopo interventi invasivi. E Valentina ha come un sesto senso. “Mi mettevo le cuffiette e ascoltavo musica latino americana, sono un'appassionata di danze latine e le ho anche insegnate. Provavo i passi nel corridoio dell'ospedale dove ero ricoverata. Gli infermieri mi guardavano allibiti, ma io non mi facevo certo intimidire. Sapevo dentro di me che stavo andando nella giusta direzione. Alcuni medici sono stati incuriositi dal mio metodo e dal mio regime dietetico. Purtroppo, però, queste pratiche non vengono incoraggiate dalla medicina”.

Eppure non sono novità. Umberto Veronesi scrisse un libro per dire che la prevenzione del tumore inizia a tavola. Oliver Sacks ha scritto moltissimo sulla musicoterapia, sul potere di rigenerare il cervello. Insomma, di materiale per documentarsi ce n'è moltissimo. “Proprio così. Quello che consiglio - conclude Valentina – è di non perdersi d'animo, ma di imparare quanto possibile anche da situazioni così difficili e dure. Io ho imparato moltissimo e adesso voglio restituire a chi ne ha bisogno”. Oggi Valentina è seriamente impegnata nel favorire il test genetico per le donne che potrebbero essere portatrici del gene mutato. 29 giorni non viene venduto in libreria. Costa dieci euro e viene spedito direttamente da Valentina. È possibile prendere contatto con lei dalla sua pagina Facebook.