Prosegue la nostra rubrica sulla medicina con un focus sulle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI). Il numero di pazienti diagnosticati in Italia è in forte aumento e non si tratta solo di adulti, molti di questi pazienti sono infatti in età pediatrica. Ce ne parla il prof. Claudio Romano, Gastroenterologo pediatra di Messina.

CR: Per un genitore riconoscere i sintomi delle MICI non è semplice, ma ci sono dei segnali importanti da tener presenti, che sono manifestazioni aspecifiche come il ritardo nella crescita o la malnutrizione, oltre ai sintomi classici, come i dolori addominali e la diarrea.

MM: In tal senso dunque risulta fondamentale un confronto e un aggiornamento continuo tra il gastroenterologo pediatra e il gastroenterologo dell’adulto per valutare le differenze nel presentarsi della malattia nelle varie età e i differenti approcci terapeutici?
CR: Il confronto tra l’approccio pediatrico e quello nella popolazione adulta nasce dalla necessità di validare le reciproche esperienze e di favorire una migliore e più agevole transizione del paziente in età pediatrica che diventa adulto. Le differenze rispetto alla presentazione clinica e alla gestione terapeutica di queste malattie sono evidenti nelle forme a esordio pediatrico, e nella scelta farmacologica più appropriata: nel bambino infatti appare necessario scegliere farmaci che non interferiscano con la velocità di crescita e con lo sviluppo. Il bambino non è un piccolo adulto e come tale presenta delle peculiarità che devono essere tenute in considerazione nella scelta di un programma di terapia.

MM: Le maggiori cause delle MICI sono genetica, alimentazione e ambiente?
CR: Tutte queste componenti hanno potenzialmente un ruolo patogenetico anche se per le forme a esordio in età pediatrica, la genetica sembra avere una influenza più diretta. Infatti avere un familiare affetto da MICI accresce il rischio di un esordio di malattia nel bambino.

MM: In questa ottica il farmaco biologico sembra il migliore per curare questo tipo di pazienti in età pediatrica e non. Lo confermano sia il prof. Claudio Romano che il prof. Sandro Ardizzone, Gastroenterologo dell’adulto all’Ospedale Sacco di Milano.
CR: I farmaci biologici, anche in età pediatrica, hanno modificato l’approccio terapeutico per queste malattie. Vi sono dati scientifici che ne supportano un utilizzo anche molto precoce e nelle fasi inziali di malattia, specie nelle forme complicate. La sicurezza di queste molecole è confermata, e anche in Italia, come negli altri paesi europei, l’utilizzo è ampiamente diffuso.
SA: La sicurezza della terapia biologica (anticorpi anti-TNF, quali infliximab e adalimumab) nelle malattie infiammatorie croniche intestinali (malattia di Crohn e colite ulcerosa) è indiscutibile. In particolare, considerata la loro diffusione sempre più ampia, nei pazienti candidati all'intervento chirurgico (soprattutto pazienti affetti da malattia di Crohn). Il loro uso, infatti, non determinerebbe un aumentato rischio di complicanze post-operatorie (infezioni).