Qualche settimana fa riflettevo su queste pagine sul significato della porta come simbolo di ‘accesso e di apertura’ quando si ha la chiave giusta. Può anche diventare un ostacolo, una chiusura e, allo stesso tempo, una protezione.

E la finestra allora? Il vocabolario definisce la finestra come “un vano praticato nello spessore di un muro esterno allo scopo d'illuminare e di arieggiare gli ambienti d'un fabbricato e dare alle persone che si trovano all'interno la possibilità di godere della veduta esterna circostante”. Un’apertura sul mondo che viene usata per osservare quello che succede fuori. Quando invece è serrata diventa una barriera che impedisce il passaggio dell’aria fresca e della luce. Un chiusura che diventa utile quando fa freddo o hai bisogno di penombra e vuoi riposare.

Avere casa arieggiata quotidianamente è la prima regola dello spaceclearing. Permette all’aria vecchia e stagnante di uscire per essere rimpiazzata da nuova, vibrante energia che viene dall’esterno. Per non parlare del fascino e dell’eccitazione che si prova quando, entrando in una nuova casa, si spalanca la finestra per vedere ‘fuori’. “Una camera con vista” è una vera meraviglia che gli albergatori fanno pagare a un prezzo ben più elevato rispetto alle stanze che guardano il cortile. Sarà un caso che si chiama ‘luce’ di una finestra la sua apertura libera?

E tu, apri spesso la finestra? Ti concedi mai il lusso di guardare fuori dalla tua camera, anche senza uno scopo preciso, semplicemente per far vagare la mente? Quando ero bambina, il mio sguardo si perdeva a contemplare il mare dalla finestra della mia scuola elementare in Liguria... per essere bruscamente ripresa dalla maestra che cercava di riportare la mia attenzione alla lezione. Che fatica! Soprattutto in primavera, nelle belle giornate di sole, quando il mare emette quel luccichio ammaliatore e intrigante. La ricordo ancora, quella finestra.

Ho scoperto che, anche oggi, guardare fuori dalla finestra è un’abitudine molto mal vista, in quanto improduttiva. Chi decide di perdersi con lo sguardo fuori dalla finestra è ritenuta una persona pigra, come affermano due psicologi americani, Kaufman e Singer, i quali, tuttavia, hanno stabilito un nesso fra il ‘sognare ad occhi aperti’ e l’incremento della creatività. È un momento, apparentemente senza scopo, che trascorri facendo vagare lo sguardo ‘fuori’ nell’apparente nulla. Un tempo vuoto che, in realtà, ti può donare qualcosa di speciale, se riesci a fare nulla per dieci minuti.

Capita che le soluzioni più brillanti, le decisioni più difficili possano venire prese dopo un momento di vuoto, quando finalmente riesci a zittire la mente e il mondo – quello che ti vuole produttivo ad ogni costo - e finalmente ascolti qualcosa che vuole emergere dall’interno. Che, davanti al davanzale di una finestra, trova la strada per venire fuori, alla ‘luce’. Aprire una finestra verso ‘il fuori’ della casa potrà diventare anche un viaggio ‘verso l’interno di te stesso’, attraverso le stanze della tua abitazione.

"Mi era chiaro che la casa rappresenta una specie di immagine della psiche, cioè della condizione in cui era allora la mia coscienza… " – scrive Jung. E gli psicologi - quando analizzano i disegni delle case che fanno i bambini - sanno che se le finestre sono aperte e, forse, anche il fumo esce dal camino, questo indica un’indole estroversa e socievole. Al contrario le finestre chiuse denotano un carattere più chiuso e introverso. Infine, come non ricordare che, quando fu inventata l’interfaccia grafica dei computer, venne usata la definizione di finestra. Se ci clicchi sopra succede di tutto. E tu, quante finestre hai nel tuo computer? Innumerevoli … per celare interi mondi virtuali e cliccabili.

Non dimenticare mai la finestra reale, quella di casa tua. Ricordati che, aprendo la finestra della tua stanza preferita e lasciando vagare lo sguardo, mentre l’aria fresca inonda il tuo spazio, ecco che il mondo esterno appare davanti ai tuoi occhi e, forse, se riesci a fare silenzio, quello interno inizia a parlarti. E potrebbe svelarti molte cose su di te e sulla tua vita. Sarebbe un peccato non trovare il tempo per ascoltarlo.

La ragazzina alzò gli occhi per vedere chi stava passando davanti alla finestra, e quello sguardo casuale fu l’origine di un cataclisma d’amore che mezzo secolo dopo non era ancora terminato.

(G. García Márquez)