È sempre una buona idea fare qualcosa di rilassante prima di prendere una decisione importante nella vita.

(Paulo Coelho)

Viviamo in un’epoca in cui il concetto di rilassamento sembra un’utopia che appartiene a pochi. E se rallentare e rilassarsi facesse bene alla salute? E se fosse un aiuto per risolvere proprio quei problemi che ti assillano e ti rendono stressato? E se lo stress che ti attanaglia quando tenti di trovare una soluzione a un determinato problema fosse l’impedimento più grande all’appianarsi di ogni seccatura o complicazione?

Per anni ho vissuto associando, consapevolmente o meno, il concetto di rilassamento alla rinuncia. Nei miei anni trascorsi in azienda la competizione nel mondo ‘corporate’ è il campo di battaglia su cui le persone si contendono gli avanzamenti di carriera e i cosiddetti ‘successi’ professionali, monetari e di status. Nella seconda parte della mia vita, trascorsa lontana dal mondo aziendale, ho scoperto che in ogni cammino spirituale c’è un invito alla resa, ad arrendersi completamente per trovare una pace interiore e vivere una vita piena e gioiosa.

Sulla copertina del mio libro Spaceclearing, è raffigurata una giovane donna che si riposa su un divano. Il percorso delineato nel testo è proprio questo: quando impari a scegliere gli oggetti che sono utili e a distinguerli da quelli che non lo sono, finalmente ti puoi liberare dalle cose superflue e la tua casa diventa più sgombra. Di conseguenza tutta la tua vita si semplificherà. Troverai nuovi spazi nella tua casa e nella tua agenda. Avrai più tempo per te e, alla fine, ti potrai rilassare.

Ho scoperto che il consiglio della nonna "Dormici su" sia un consiglio ritenuto valido scientificamente. Anche se il riposo è breve. Un pisolino di 90 minuti durante il giorno aiuta infatti ad elaborare informazioni di cui non siamo coscientemente consapevoli, a soppesare i pro e i contro e ad andare nel dettaglio di informazioni approfondite, prima di prendere una decisione impegnativa. Lo stabilisce uno studio dell'Università di Bristol, pubblicato sul Journal of Sleep Research. Sarebbe il sonno (e non la veglia) a migliorare la velocità di elaborazione del test più difficile a cui vengono sottoposte le persone che vi partecipano. I risultati suggeriscono che un breve periodo di sonno può aiutare a migliorare la reattività personale e che le informazioni acquisite durante la veglia potrebbero essere potenzialmente elaborate in un modo più profondo e qualitativo proprio durante il riposo.

E lo stesso concetto sembra collegarsi a un’altra ricerca condotta dall'Università di Ginevra e dell’Università British Columbia. I risultati dello studio spiegherebbero il cosiddetto "paradosso dell'esercizio". Vorremmo andare a correre, fare sport, ma qualcosa irresistibilmente ci tiene invece incollati al divano. Sembra una 'lotta' ed effettivamente lo è, tutta interna al cervello. Quest'ultimo infatti sembrerebbe essere 'programmato' per la pigrizia. Matthieu Boisgontier, uno degli autori dello studio, sostiene che la conservazione dell'energia è stata essenziale per la sopravvivenza dell'uomo: da un lato la società incoraggia le persone ad essere più fisicamente attive dall’altro le statistiche dimostrano che lo stiamo diventando meno. Una sorta di risultato incongruente che mette in luce il conflitto fra ‘il fare’ e il ‘riposare’.

Sono convinta che la risposta più giusta sia nella ricerca di un equilibrio fra l’attività e il rilassamento, fra l’impegno da infondere nel perseguimento dei propri obiettivi e un giusto distacco dal risultato stesso. Come se stessimo danzando con gli eventi della vita. Vi è mai capitato che proprio quando avete deciso di accettare le cose così come stanno e ‘mollate’ il conflitto che state vivendo, improvvisamente vi si è presentata la soluzione? Magari dopo un pisolino sul divano …

Tutta l’esistenza danza, tranne l’uomo; tutta l’esistenza si muove in un modo molto rilassato; certamente il movimento esiste, ma esso è profondamente rilassato. Gli alberi crescono, gli uccelli cinguettano, i fiumi scorrono, le stelle ruotano: tutto avviene in una maniera molto rilassata. Non c’è fretta, furia, preoccupazione o spreco: questo succede solo all’uomo che è rimasto vittima della propria mente.

(Osho)