In queste lezioni analizziamo perché è importante non fuggire dalle asana per noi più difficili e quali sono le risorse che abbiamo per affrontarle al meglio, ovvero:
- accettare il dolore - no conflict;
- presenza mentale - non giudicare;
- immaginare - creatività/il potere delle visualizzazioni.
A partire da questi specifici temi si capirà come praticare yoga ci possa aiutare a crescere anche a livello psico-emotivo nella nostra vita quotidiana.

How the body changes the mind & Vice Versa

Quante volte avete letto o provato tecniche di crescita personale attraverso lo sviluppo della vostra immaginazione creativa? Il primo libro che ho letto sul tema è stato quello omonimo di Roy Eugene Davis (L’immaginazione creativa. Come cambiare il proprio destino). Ricordo, ammetto, la difficoltà di esercitarmi tutti i giorni o quasi per imparare a sviluppare un’abilità non affatto innata e rispetto a cui non mi sentivo nemmeno molto predisposta. L’esercizio costante, come in tutte le cose aiuta, si sa, ma io sono convinta che decidere di esercitarsi non basti affatto senza una forte motivazione. E oltre al fatto che “essere davvero motivati è molto diverso dal dover trovare la forza di volontà per esserlo”, come dice Oliver Burkeman, favolosa firma del Guardian, io mi chiedo anche quale motivazione può sorgere senza emozione?

Anni fa, prima di iniziare a praticare yoga regolarmente, vidi online la bellissima immagine di una donna in Virabhadrasana 1, sullo sfondo l’Oceano, lei con un fisico meraviglioso, non da modella, ma armonico e tonico, lunghi capelli neri. Insomma una foto perfetta. Appena l’ho vista ho pensato: “Ecco così, non ci arriverò mai, ma è un sogno!”. Immediatamente immaginai la sensazione di trovarmi a praticare sull’Oceano e riuscire ad avere la stessa estensione fisica e armonia di quella donna, il tutto apparentemente senza provare alcuna fatica. Quella immagine è stata a lungo sul dekstop del mio computer, fino a diventare famigliare.

A qualche anno di distanza la posizione l’ho fatta mia. Oggi la pratico allungandomi bene e comodamente, senza più sentire le rigidità di una volta (giorni di pioggia esclusi!), ma soprattutto, vedo lei! Vedo quella donna e, mi sento quella donna, ogni volta che mi metto nella posizione della guerriera e vi assicuro che, se chiudo gli occhi, pur vivendo in città, vedo anche l’Oceano. La soddisfazione che provo mentre pratico questa asana è ogni volta immensa, perché all’epoca non ci avrei mai scommesso di poter arrivare a eseguire il tutto con la stessa forza e disinvoltura che quell’immagine mi rimandava.

Allora facciamo conto di essere di nuovo sul nostro tappetino. Il gioco si fa duro ed ecco arriva il momento di eseguire la vostra asana più difficile (per me oggi, come sapete, è Pascimottanasana). E ora: come sarebbe se tirassimo fuori la nostra 4a carta e iniziassimo a usare il potere dell’immaginazione per affrontare al meglio la nostra asana apparentemente irraggiungibile?

Come ci ricorda Youhjung, un’arte terapeuta nuova sul web ma già di successo: “Le immagini sono potenti; la maggior parte dei nostri ricordi e pensieri sono in immagini. Noi sogniamo in immagini. Il nostro cervello risponde con forza a loro. Abbiamo sviluppato questa capacità sin da molto piccoli, prima di aver imparato a parlare...”.

Allora perché non provare a usare l’immaginazione nei momenti di difficoltà sul tappetino? Immaginate come vorreste fare l'asana, immaginatevi come se steste già facendo quella posizione in modo perfetto. Invece di pensare a quanto male sentite, a quanto tirino tendini, muscoli o quant’altro, provate a spostare l’attenzione dal dolore e ingannate il vostro cervello. Fate un micro passo indietro per non farvi male se serve, restate in ascolto, ma pensate all’immagine di qualcuno che nella stessa asana vi ispira particolarmente e che vorreste personificare in quell’esatto momento, magari la vostra personale guru o il vostro insegnante, magari la foto di una sconosciuta vista online come nel mio caso, o meglio ancora immaginatevi splendidi e splendenti nella versione migliore di voi!

Wawow!

Io cerco sempre di sognarmi mentre mi chiudo in una pinza perfetta come fossi fatta di gomma e senza sentire alcun dolore. Questo mi aiuta a rilassarmi e ad abbandonare per un momento il senso di frustrazione. Rilassandomi sento meno dolore e capisco se devo fare un passo indietro per non sforzare troppo. Ma il punto è: provate a condurre la mente dove volete arrivare, anche se raggiungerete l’obbiettivo solo più avanti o magari tra anni. Non importa. Immaginate ora. Il resto verrà. Fidatevi. Non di me. Di voi e della vostra pratica. A questo punto allungate il respiro, concentratevi su di lui, chiedetegli di aiutarvi piuttosto.

Sì esatto, potete interagire mentalmente con il vostro respiro, potete parlare con lui, perché no? Magari non ad alta voce, chiaro! In fondo, se ci pensate, lui è la cosa che si avvicina fisicamente di più alla vostra anima e con lei, o anche solo con voi stessi, mentalmente parlate, giusto? Quindi non abbiate paura di usare tutte le risorse possibili che avete a disposizione, anche quelle che vi sembrano più astruse. Stando nell’asana con calma, e con un respiro sempre più calmo e profondo sarete lì, esattamente dove e come dovrete essere. Semplicemente in pace. Dopo arriverà la soddisfazione per aver superato quello che pensavate fosse un vostro limite.

Chapeau!

Ecco diciamo quindi per concludere che questa piccola suggestione di immaginarvi a obbiettivo già raggiunto durante la pratica potrebbe presto trasformarsi in un atteggiamento mentale a voi sempre più famigliare per vivere più serenamente il percorso verso i vostri obbiettivi di vita magari, o, anche solo per superare i piccoli ostacoli di ogni giorno, come il senso di frustrazione o la fatica, per esempio, che inevitabilmente tutti noi incontriamo sul nostro cammino.