I paramorfismi del dorso sono modificazioni funzionali e reversibili che comportano quasi sempre uno squilibrio muscolare. Sono modeste alterazioni para-patologiche della forma del corpo.

L’atteggiamento curvo è molto comune in giovane età ed è anche chiamato come atteggiamento curvo astenico, dello scolaro, o flaccido.

Nell’età della crescita viene a concretizzarsi il mancato adeguamento tra efficienza muscolare e richiesta funzionale, che determina la comparsa della maggior parte dei difetti d’atteggiamento.

Quando al rapido aumento staturale, con cambiata situazione della statica, non fa riscontro un parallelo adattamento della muscolatura si creano le premesse per l’insorgenza dei vizi del portamento.

Proprio in questa delicata fase dell’accrescimento, durante la quale la muscolatura si sviluppa generalmente in ritardo, l’intervento di altre concause agisce negativamente: ai fattori favorenti di tipo costituzionale si aggiunge il brusco passaggio alla vita libera e alla costrizione del banco che limita la possibilità di movimento del bambino, proprio nel periodo in cui ne avrebbe maggior bisogno.

Anche se non possiamo definirla come fattore determinante, è senza dubbio l’elemento rilevatore dei paramorfismi, l’occasione che contribuisce a metterli in luce.

L’atteggiamento curvo infantile presenta una sindrome non ben definita caratterizzata soprattutto da una mancanza di alterazione morfologiche dei corpi e dei dischi vertebrali la cui eziopatogenesi è ancora tutt’ora oscura.

La discrepanza che allora viene a verificarsi tra crescita in lunghezza e peso crea il presupposto per un vizio di posizione.

Trattamento del dorso curvo nel bambino e nell’adolescente

Per il bambino, la miglior ginnastica correttiva è la prevenzione. Certamente, allo stato attuale delle cose, si finisce col dover ricorrere ad un surrogato, la palestra che è un ripiego ma non la soluzione.

Sicuramente alimentazione equilibrata (e ridotta), creare le premesse per il movimento ed una ginnastica corretta e frequente sono pilastri fondamentali per l’atteggiamento cifotico del bambino in fase di accrescimento.

Per l’adolescente, invece, il quadro è ancor meno ottimistico: gli atteggiamenti tendono a divenire parte integrante della routine del soggetto, gli schemi motori scorretti si vanno avviando verso una certa fissazione e stabilizzazione.

Il quadro non sarebbe di per sé molto diverso da quello che si presenta nel bambino, ma l’evoluzione e la maturazione connesse con la maggiore età lo rendono un quadro ancor più pericoloso.

L’atteggiamento abbandonato delle braccia (specie in posizione seduta) porterebbe ad un accorciamento dei muscoli pettorali con relativo spostamento in fuori delle scapole.

Nella stazione eretta la debolezza della muscolatura addominale porta facilmente ad una antiversione del bacino, che porta ad un’accentuazione della lordosi lombare compensata da una ipercifosi a livello dorsale.

Spesso gli ortopedici trattavano il dorso curvo degli adolescenti con il corsetto gessato ma con il passare del tempo questo trattamento venne via via abbandonato se non nei casi più vicini al dismorfismo, ovvero, alterazione morfologiche che riguardano la componente scheletrica.

La soluzione migliore proposta da S. Pivetta1>/sup> indica:

  • Periodo di cauta mobilizzazione del rachide
  • Esercizi per il trofismo, articolati su movimenti lenti e contrazioni isometriche, isotoniche, miste o cloniche (cioè di breve escursione e rapida ripetizione) che hanno lo scopo di accorciare e rinforzare la muscolatura del rachide (tempo medio, uno/due anni)

Alcuni specialisti nel settore, sostengono che vi siano alcuni casi in cui l’atteggiamento curvo si corregge spontaneamente, anche se può accadere che la cifosi vera sia la conseguenza di un vizio trascurato.

Va considerato però che l’atteggiamento cifotico solitamente tende a peggiorare. Risulta forse più corretto porre la questione in relazione al grado di differenziazione del vizio.

  • Nell’ipercifosi posturale non ci sono alterazioni di struttura, ma solo abitudini scomposte, non si può escludere perciò una regressione spontanea; anche se un’educazione di tipo psicomotorio, costantemente rivolta ad una postura più corretta ed una sostituzione degli schemi motori scorretti, può dare maggiori garanzie.
  • Nella cifosi paramorfica non ci sono ancora compromissioni dei corpi vertebrali, ma i legamenti possono causare un certo grado di rigidità. Molto spesso il soggetto lamenta un deficit della muscolatura dorsale che non è più sufficiente a sorreggerlo.
  • Nel dismorfismo cifotico è in atto una vera e propria deviazione della norma che, quando compromette in prevalenza muscoli e legamenti, può essere combattuta con una certa efficacia; quando però coinvolge elementi ossei diventa difficile da trattare perché ha quasi sempre caratteristiche di irreversibilità.

Riassumendo, quindi, il vizio posturale è correggibile volontariamente a livello psicomotorio. Il paramorfismo può essere corretto con esercizi di mobilizzazione e di trofismo. Il dismorfismo può essere contenuto o al massimo ridotto ma di norma è difficilmente correggibile.

Ogni vizio posturale o paramorfismo dovuto alla fase di accrescimento, può essere corretto tramite esercizi mirati ed eseguiti assieme a specialisti qualificati. La prevenzione rimane sempre la miglior arma, ma se preso in tempo, l’attività fisica mirata ha il potere di modificare in maniera migliorativa la nostra postura riportandoci ad una condizione fisica e posturale ottimale.

Ricordo, inoltre, che una postura ottimale prevede che le coste siano leggermente inclinate in avanti, il torace aperto e ben delineato ed i polmoni bene espansi.

Risulta di fondamentale importanza che tutti i movimenti della ginnastica, sia correttiva che medica, tendano all’adesione del rachide dorsale e alla conseguente apertura della gabbia toracica.

Il fondamento degli esercizi compensativi è: aprire e raddrizzare, raddrizzare ed aprire.

1>/sup> S. Pivetta, M. Pivetta, Tecnica della ginnastica medica (cifosi, lordosi, arti inferiori), Edi Ermes Milano 2002.