Dopo quasi venticinque anni di lavoro psicoterapeutico, sempre alleata di quella parte del paziente che ha una gran voglia di stare bene, sono arrivata ad una conclusione che può apparire ovvia e superficiale, ma che in realtà è frutto di fatiche e di tanto studio.

Sì, perché per arrivare alla sintesi, a concetti di base, elementari, bisogna faticare allo scopo di eliminare, via via che il tempo passa e l’esperienza aumenta, tutto ciò che è di intralcio, che ostacola, che si oppone alla chiarezza, o che semplicemente è un superfluo quanto inutile orpello.

Ebbene, ecco la mia conclusione: si arriva a stare bene, a guarire dalle malattie, psichiche ma più spesso anche organiche, quando si raggiunge la libertà, la piena libertà.

Libertà dai vincoli, dai legami, dalle necessità, dagli orpelli, dalle sovrastrutture, dalle catene imposte dall’esterno o da noi stessi.

Libertà di pensiero, libertà di agire, libertà di opporsi ai soprusi, libertà anche di dissentire, di staccarsi dalla logica del “così fan tutti” se non ci sta bene.

L’importante è capire che la libertà non deve mai ostacolare l’altro, il mondo, l’ambiente. Anzi, io sono veramente libero solo nel momento in cui comprendo l’importanza di rispettare sempre l’altro, attribuendo anche alla sua libertà la massima importanza ed il massimo rispetto.

Quando il paziente riesce ad eliminare le sovrastrutture e con esse tutte quelle schiavitù, spesso immotivate, che lo tengono legato a terra, compie improvvisamente un cambiamento radicale. La libertà conferisce autonomia e capacità di discernere e di compiere le scelte ottimali.

Vi ricordate Pippi Calzelunghe?

Già il nome era un programma: Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe. Soltanto il nome rende l’idea della libertà sfrenata del personaggio, un mito per tanti bambini, per tante generazioni. Questo personaggio è anche un riferimento utilissimo nella psicoterapia, per i bambini, i ragazzi, ma anche per tanti adulti. I miei pazienti, piccoli e grandi, si sono sentiti a volte suggerire, come una sorta di “prescrizione”, il compito di leggere il libro di Astrid Lindgren, o di guardare un episodio della splendida serie. Lo scopo è per l’appunto quello di stimolare la voglia di libertà, la spinta irresistibile a stare bene.

Nella tranquilla e serena cittadina di Visby, sull’isola svedese di Gotland, sono sicura che ancora oggi può saltare fuori da dietro l’angolo la mitica Pippi, pronta a farci divertire e a liberare un fiume di fantasia che è nella nostra testa e che non aspetta altro che di venire allo scoperto.

L’opposizione alle regole stabilite, il carattere rivoluzionario di questo personaggio è fondamentale per spingere la mente a pensare alla libertà, quella realizzata, senza pericolo, con responsabilità, con piena e totale responsabilità.

Il bello di Pippi è che è proprio così, ha tirato fuori se stessa, ha eliminato con un colpo di spugna tutti quei limiti eccessivi che spesso la società si inventa, senza quasi sapere a che scopo lo fa: come il bisogno di essere perfetti, così forte e vincolante oggi.

E poi, non dimentichiamolo, Pippi è femmina, è un faro importante per questa epoca storica, nella quale le donne vedono spesso calpestati i loro diritti, in un mondo nel quale è quasi diventato normale che una donna, a parità di livello, guadagni meno di un uomo, un mondo nel quale perfino le notizie di femminicidi tendono a diventare routine.

Forza Pippi, femminista bambina, aiutaci a ricordarci di essere libere e liberi come l’aria!