La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre. (Albert Einstein)

La gioia che deriva dal processo creativo e dalla realizzazione di qualcosa che testimonia l’esercizio delle nostre capacità e i nostri talenti, ci può gratificare in modo così appagante che il risvolto monetario diventa soltanto uno dei parametri da tenere in considerazione per la valutazione e la scelta di un lavoro.

Quando al contrario si considera il lavoro, qualunque esso sia, soltanto un tramite per ottenere un corrispettivo economico che ci consente di acquistare oggetti, beni e servizi perdiamo una fetta importante della nostra vita. In questo modo stiamo smarrendo la possibilità di esprimere il nostro potenziale creativo e attingere così a una fonte incomparabile di nutrimento per la nostra mente e la nostra energia vitale.

Molte aziende e organizzazioni hanno da tempo compreso che dipendenti più motivati e determinati a perseguire i propri obiettivi sono una risorsa importante per ottenere i risultati necessari al proprio successo. Le aziende che sposano questa filosofia sono più inclini a utilizzare strumenti di formazione per motivare le persone a lavorare meglio e con i mezzi più idonei in una realtà in continua evoluzione.

Ecco perché crescita personale e perseguimento degli obiettivi di business in questa epoca sono fortemente interconnessi. Il cambiamento continuo della nostra realtà in evoluzione ci impone di adeguarci alle nuove modalità di lavoro nonché all'uso degli strumenti informatici e di comunicazione. Anche le relazioni sociali e professionali sono mutate perché è cambiato il modo di comunicare, l’ampiezza dei mondi possibili con cui interagiamo, e lo facciamo con strumenti fino a pochi anni fa inesistenti. Questo ampliamento delle opportunità relazionali crea un apparente disordine che ci fa sentire disorientati e confusi, alla ricerca di nuovi punti di riferimento.

Da un lato è necessario aggiornarci e informarci per acquisire le necessarie competenze per utilizzare questi nuovi strumenti informativi, lavorativi e di relazione, dall’altro è importante trasformare il nostro atteggiamento e le modalità con cui abitualmente interagiamo con la nostra realtà lavorativa, sociale, famigliare.

In questo secondo livello di “trasformazione” delle nostre abitudini interiori e psicologiche spesso risiedono le sfide più difficili perché dobbiamo lavorare dentro noi stessi e, a volte inconsapevolmente, sabotiamo i nostri stessi successi. Perché non crediamo appieno nelle nostre risorse e nelle nostre potenzialità. A volte il successo può far paura – come o più di un insuccesso – se, nel nostro immaginario e nella nostra storia personale, siamo stati abituati a considerarci immeritevoli di riconoscimenti e abbiamo sviluppato una scarsa o bassa autostima.

Al contrario se, per motivi che affondano nel nostro vissuto, pensiamo che i risultati ci siano dovuti, a prescindere dalle nostre capacità e dal nostro impegno per ottenerli, ci troveremo in conflitto ogni qualvolta non ci vengano attribuiti i riconoscimenti attesi e ci sentiremo frustrati o vittime di ingiustizia. Che in realtà ingiustizia non è.

Ecco perché imparare a trasformare i nostri limiti in potenzialità appare la sfida più intrigante e difficile di questo epoca. Perché il “nemico” da abbattere non è fuori di noi ma dentro di noi. Il finale è a sorpresa: al temine del percorso si arriva a comprendere che non esiste nessun nemico da abbattere o debellare con il potere della mente, che tutto separa.

Si tratta semplicemente di un affascinante percorso di auto-consapevolezza che ci riavvicina a quelle vere motivazioni che, nella velocità imposta dalla nostra era e nella superficiale ordinarietà del nostro pensare, abbiamo dimenticato o messo da parte.