In questi giorni le notizie allarmanti e a volte contraddittorie dei media a proposito della diffusione del Coronavirus tengono in tensione il nostro equilibrio psicologico costringendoci ad un importante stress emotivo. Invito tutti alla calma, in questi casi il panico è il nemico numero uno. Deve essere chiaro che l’infezione da Coronavirus non è mortale, certamente lo diventerebbe nel caso in cui sfuggisse ad un serio e onesto controllo, peggio se venisse sottovalutata o non riconosciuta. D’altra parte i decessi che si sono verificati da noi hanno interessato pazienti non più giovani ed in cura per altre patologie. Per quanto riguarda il controllo della diffusione del Coronavirus ed il contenimento della sua virulenza, le autorità sanitarie hanno diffuso protocolli ad hoc che hanno dato risultati sensibili, apprezzati da tutti e che da oggi infatti stanno progressivamente accompagnando le popolazioni verso la normalizzazione, almeno in alcune delle regioni dove si sono manifestati i focolai più importanti.

Questa esperienza ci lascia in eredità alcune considerazioni che ritengo utile sottolineare. Nelle situazioni che coinvolgono e spaventano intere comunità, la paura e spesso il panico danno la sensazione che il tempo si fermi, che si sia ad un punto morto e non si sappia che cosa fare né dove andare. Le attività in genere subiscono un momento di stasi e ci si affanna nel perverso desiderio di trovare risposte che convalidino le nostre paure. Quando la morsa della paura si allenta e ci si avvia verso la normalizzazione, si ha la sensazione di essere rinati, si ha un senso di liberazione, si ritorna a vivere. È un momento molto importante dove non sarebbe male chiedersi se per caso non ci sia qualche cosa da verificare nella nostra ecologia comportamentale. Abbiamo visto l’utilità di tutta una serie di misure di politica sanitaria per contenere il contagio e la virulenza del microorganismo infettante, ma ciò non è sufficiente. Abbiamo certamente capito quanto sia importante che un’azione preventiva, attuata su se stessi, non si esaurisca con l’uso diligente della mascherina, o con l’utile riduzione dei contatti diretti o tantomeno con una detersione sistematica e scrupolosa delle mani, presìdi importanti ma non sufficienti.

Una seria azione preventiva deve prevedere una verifica critica del nostro stile di vita. A tale proposito sarebbe opportuno, almeno per alcuni mesi, in questa specifica contingenza, ma anche in futuro, durante l’anno, impegnarsi per avere momenti ricorrenti (non soltanto circoscritti al periodo delle vacanze) di vita meno stressante, in cui il nostro organismo potesse fruire di almeno 7 ore di sonno, di una dieta parca, a base di riso, proteine vegetali, frutta e verdura, facendo attenzione a non assumere zuccheri, soprattutto la sera. A tale proposito ricordo che la cena deve essere sensibilmente contenuta per consentire allo stomaco di svolgere la sua funzione in modo ottimale, in modo che sia pronto al mattino per assumere quello che la tradizione chiama il “pranzo dell’imperatore”, ovvero una colazione sensibilmente più ricca ed abbondante. Sarà oltremodo utile una buona attività motoria, praticata con sistematicità, l’astensione assoluta dal fumo, dall’alcool e dalle droghe voluttuarie, di cui il nostro organismo non ha bisogno. Forse il nostro cervello… ma allora è un altro discorso! Non cadiamo nella trappola di pensare che tutto ciò che ci piace ci possa far bene o, peggio, possa essere utile. Sconsigliamo decisamente formaggi e latticini in genere; esistono ottimi latti vegetali confezionabili anche a casa propria (come il latte di mandorle), così pure l’assunzione di cibi contenete glutine. Particolare attenzione va riservata alla funzione intestinale che deve essere puntuale.

Leggiamo qualche libro in più, riscopriamo l’utilità ed i benefici del canto e della musica in genere; recuperiamo manualità nello scrivere e nel realizzare, per quanto possibile, ciò di cui abbiamo necessità, senza cedere all’impulso dell’acquisto repentino e compulsivo. Ci accorgeremo di aver bisogno di molto meno, riscopriremo le nostre attitudini e godremo tra l’altro della soddisfazione di avere qualche grado di autonomia in più rispetto a quelli che abbiamo regalato ai mercati.

Lo stato di equilibrio del nostro corredo psico-emotivo, della componente endocrino-metabolica e del Sistema Immunitario costituiscono un solo paradigma, sul quale vengono declinate tutte le funzioni della persona. Un buon livello generale di equilibrio consentirà al nostro organismo di fruire di un Sistema Immunitario robusto, in grado di rispondere adeguatamente ad ogni spina irritativa, riducendo al minimo gli effetti derivanti da qualsiasi eventuale insulto.