Sei un tipo ansioso?

Quante volte un medico o anche un amico o un familiare ci ha posto questa domanda di fronte ai sintomi più disparati?

L’abitudine di attribuire sintomi all’ansia è molto consolidata e spesso ha conseguenze deleterie perché ritarda una diagnosi corretta, ma la memoria in tal senso costituisce una piccola eccezione. L’ansia e i disturbi ad essa correlati sono tra le cause più frequenti di disturbi di memoria. La memoria si regge sull’attenzione, se l’attenzione è consumata da paure, allarmismi, apprensioni etc. la memoria inizia a cedere. Imparare a gestire e a fronteggiare l’ansia può avere delle conseguenze inaspettate sul nostro benessere cognitivo. Per guidarci su questa strada abbiamo pensato di scrivere un pratico decalogo, qui di seguito troverete i primi cinque punti per cominciare a esercitarsi. I secondi cinque punti saranno oggetto di una pubblicazione successiva, quando sarete diventati più “esperti”.

1: L’ansia è un fenomeno fisiologico, corrisponde alla motivazione, è alla base dell’evoluzione della specie

L’ansia è un fenomeno importante per la nostra sopravvivenza. Potremmo descriverla come uno stato di attenzione della mente che permette di attivare le risorse che abbiamo a disposizione nel modo più rapido ed efficace possibile per raggiungere il nostro obiettivo in reazione a uno stimolo esterno. Se l’ansia esiste è perché il nostro DNA ha reputato utile la sua presenza durante l’evoluzione. Proviamo a vederla sotto quest’ottica e sicuramente la sua presenza ci infastidirà in misura minore.

2: L’ansia è innocua, non fa del male a noi e al prossimo, non fa impazzire

I sintomi attraverso i quali si manifesta l’ansia sono quasi sempre fisici (difficoltà nella respirazione, tachicardia, capogiri, dolori e contratture muscolari, mal di stomaco etc.) e possono essere percepiti come un rischio per la salute. È importante sapere e ricordare in quei momenti che non vi è alcun rischio medico associato all’ansia. La sensazione di stare subendo un infarto o un ictus o addirittura di impazzire è una semplice “sensazione” che non ha un corrispettivo nella realtà.

3: L’ansia passa da sola anche se noi non facciamo niente

Il nostro cervello è strutturato per creare equilibrio, ogni volta che subisce uno stress o un trauma tende naturalmente a ripristinare l’equilibrio precedente quindi: l’ansia viene all’improvviso e va via gradualmente anche se non facciamo nulla. La prossima volta che sentirai una sensazione fastidiosa riconducibile all’ansia semplicemente aspetta e distraiti, vedrai che sparirà da sola.

4: L’ansia è un semplice insieme di sensazioni fisiche spiacevoli, se impariamo a tollerarle non ci tormenterà più

Tanto più daremo attenzione alle sensazioni spiacevoli che proviamo, tanto più quelle torneranno più forti e durature. Visto che abbiamo capito che non corriamo alcun pericolo, impariamo a “sopportare”. I sintomi si affievoliranno e noi saremo più leggeri nella nostra quotidianità.

5: La respirazione diaframmatica può aiutarci a prevenire l’insorgenza di reazioni ansiose e ci può aiutare a gestirle quando le abbiamo

La respirazione è la “prima medicina” di cui disponiamo, ma della quale ben raramente ci si ricorda. Respirare bene permette di valorizzare le nostre migliori facoltà. A tutti è capitato di vedere il nostro cane, gatto o qualunque altro animale mentre dorme. Ci accorgiamo del suo respiro soltanto perché vediamo gonfiarsi la sua pancia: quella è la “respirazione diaframmatica”, la respirazione del riposo, del benessere. Quando gli animali hanno bisogno di più energia perché devono procacciarsi il cibo o semplicemente fuggire da un potenziale pericolo iniziano a respirare gonfiando il torace. Questa respirazione è quella che erroneamente l’essere umano utilizza più frequentemente nella sua quotidianità, forse perché ritiene di avere sempre bisogno del massimo possibile di energia.

Gli effetti a lungo termine di una respirazione scorretta sono estremamente nocivi per la salute fisica e soprattutto mentale. Appoggiate la vostra mano come guida sulla pancia e sforzatevi di gonfiarla al posto del torace mentre respirate. Ripetete più volte al giorno l’esercizio, soprattutto nei momenti che avvertite come fastidiosi. Spesso questo è sufficiente a superare ciò che vi sembra emotivamente arduo.

6: L’ansia ha sempre alla base una errata interpretazione della realtà, se impariamo a osservarci, possiamo capire dove “sbagliamo” a ragionare e modificare di conseguenza i nostri pensieri

L’ansia, come tutti i disturbi psicologici, è alimentata da pensieri e rappresentazioni mentali. Se passo la mia giornata a ripetermi: “Non ce la faccio”, “È troppo”, “Ho paura”, la mente sarà condizionata a sviluppare reazioni emotive fastidiose. Lavora sul tuo autodialogo, inizia a dirti: “Ce la posso fare”, “È alla mia portata”, “Non ho motivo di avere paura”. L’ansia può in qualunque momento essere trasformata in un’esperienza che sei in grado di affrontare.

7: Tutti soffrono o hanno sofferto di ansia almeno una volta nella vita, chi soffre di ansia non è diverso o più sfortunato rispetto agli altri

Un problema che si trovano sovente ad affrontare le persone che soffrono di ansia è la solitudine. La malattia psicologica spesso ostracizza, ci fa sentire diversi da tutto e da tutti. Dovete sapere che l’ansia è un fenomeno talmente comune che è il termine di pertinenza psicologica in assoluto più cercato sul web! Ricordiamoci sempre che tutti soffrono o hanno sofferto almeno una volta di ansia nella loro vita. Non siamo soli.

8: L’ansia non è una vergogna, se impariamo a parlarne riusciremo a controllarla meglio

Rispetto ai disturbi fisici, come malattie cardiache, disturbi del metabolismo o tumori, solo per citarne alcuni, i disturbi mentali come l’ansia generano idee distorte e pregiudizi inerenti la sfera della debolezza/fragilità che portano le persone a vergognarsi della propria condizione emotiva fino a fare di tutto per nascondere ciò di cui soffrono. La prostrazione che ne consegue e gli sforzi emotivi che la seguono aggravano il senso di impotenza e isolamento, logorando ulteriormente la nostra memoria.

9: Gratificarsi con attività piacevoli è fondamentale: una mente appagata difficilmente “avrà voglia” di essere ansiosa

Chi è ansioso è letteralmente affamato di emozioni positive quindi… perchè non concedersele! Riappropriatevi della vostra vita, dei vostri interessi, delle persone che amate e con cui state bene. Il vostro cervello ve ne sarà grato e vi ricambierà!

10: Scegli una frase, un pensiero o un’immagine piacevole e rilassante e “usala” mentalmente nei momenti di difficoltà: i risultati ti sorprenderanno

È sempre bene avere un qualcosa a livello mentale da poter utilizzare al bisogno nei momenti più difficili. Se stiamo vivendo una sensazione spiacevole, cerchiamo subito di bilanciare la nostra emotività con un’immagine o un pensiero per noi estremamente piacevole e rilassante. La mente sceglie sempre per il meglio e piano piano si orienterà verso quello che per noi è più piacevole.

In conclusione ci tengo a sottolineare che non esiste il farmaco perfetto per il benessere emotivo! La filosofia, la psicoanalisi, la scienza, la religione disquisiscono da sempre su ciò che è bene e male per l’essere umano. Le neuroscienze hanno fatto luce sui meccanismi dell’ansia, della depressione e perfino di emozioni complesse come l’innamoramento o il piacere di fronte a un’opera d’arte, ma il benessere emotivo non si esaurisce nella chimica: la complessità della vita umana non può essere ridotta a pure alchimie!

Mantenetevi sempre in contatto con il vostro vissuto emotivo puro, senza edulcorarlo o soffocarlo, ma imparando a gestirlo. Questo è senz’altro il miglior meccanismo di sopravvivenza applicabile. Questo decalogo potrà aiutarvi a diventare voi stessi bussola delle vostre emozioni, affinché non si perda il contatto con se stessi, in primis, e con gli altri.