“Viviamo in un mondo VUCA” ti sarà capitato di sentire sui media.

VUCA è un acronimo e sta per Volatilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità. Fu usato per la prima volta nel 1987 e tratto dalle teorie sulla leadership di Warren Bennis e Burt Nanus.

La volatilità indica i grandi e piccoli cambiamenti sempre più frequenti, rapidi e significativi a cui siamo soggetti.

L’incertezza enfatizza la difficoltà a prevedere e anticipare quello che succederà. Sta diventando quasi impossibile pianificare investimenti, percorsi e crescita.

La complessità comporta una molteplicità di questioni e fattori, interconnessi a più livelli. I problemi e le loro ripercussioni diventano così più stratificati, più difficili da comprendere e quindi risolvere.

L'ambiguità si manifesta nella mancanza di chiarezza e nella difficoltà di definire esattamente le situazioni e i contesti.

Non esiste più un approccio unico, ripetibile e vincente. Non esiste il bianco o il nero ma una serie infinita di sfumature in costante cambiamento. E questo ha impatti profondi sulle organizzazioni, sul management, sulla leadership e sui nostri sistemi di valori personali.

E complessità è ben diversa da complicazione.

Credere che il mondo sia solo complicato ci rassicura e tranquillizza perché in un mondo complicato migliaia di parametri interagiscono simultaneamente tra loro, ma sempre secondo interazioni prevedibili.

Il leggendario orologio Patek Philippe Calibro 89, con un valore stimato tra i $6.4 e i $9.9 Milioni di dollari, consta di ben 1728 pezzi. Queste 1728 parti interagiscono tra loro in maniera estremamente precisa portando ogni volta allo stesso risultato dell'ora giusta. Il Patek Philippe Calibro 89 è un sistema complicato, fatto di tantissime parti, ma certo, perché si conosce in anticipo il risultato che si produrrà con il meccanismo perfettamente assemblato.

In un sistema complicato vincono le procedure perché tutto può essere pensato in anticipo.

Il nostro mondo non solo è complicato ma per di più complesso, dove milioni di fattori umani, sociali, politici, economici, climatici interagiscono tra loro in maniera sovente nuova e imprevedibile, vanificando la maggior parte delle procedure e dando luogo all’incertezza.

Una delle risposte più efficaci all’incertezza e al mondo VUCA è il ritorno al centro di sé e ai propri super-poteri.

Era il 12 ottobre 1945 quando l’allora presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman si apprestava a consegnare la Medaglia d’Onore, la più alta decorazione militare assegnata per atti di valore ed eroismo, al soldato Desmond Doss.

Desmond era di umili origini, figlio di un falegname e di un’operaia che lo fecero crescere in campagna all'insegna di valori come il rispetto delle persone e degli animali, la non-violenza ed il vegetarianismo.

A soli 23 si trovò catapultato nella Seconda guerra mondiale per propria scelta, vista la sua decisione di farsi arruolare, e con la particolarità di essere uno dei pochi obiettori di coscienza dell’epoca.

Sia durante l’addestramento che in seguito Desmond rifiutò sempre non solo di usare un’arma ma tantomeno di impugnarla, considerato il suo sommo rispetto per la vita umana, scegliendo di essere d’aiuto come assistente medico.

Questa profonda scelta naturalmente non gli risparmiò prese in giro, pestaggi da parte di diversi suoi colleghi e ufficiali fino alla corte marziale con il rischio di andare in galera a meno che non avesse imbracciato un’arma.

E lui rimase sempre fedele a se stesso e ai suoi valori.

Una volta assolto dal processo in corte marziale fu effettivamente assegnato come assistente medico ad un battaglione impegnato contro i Giapponesi nell’isola di Okinawa.

Dal 29 Aprile al 21 Maggio 1945, Desmond salvò in modo eroico dozzine di suoi commilitoni, diversi degli stessi che qualche mese primo l’avevano sbeffeggiato se non malmenato. Colpito più volte continuò, impavido del fuoco nemico e salvò personalmente 75 soldati, uno alla volta.

Ne è stato fatto da Mel Gibson uno splendido film. C’è una scena commovente nel film di lui che, ferito ed esanime, prega per poter salvare “ancora uno” dei soldati e continua con quel mantra straordinario di “ancora uno” fino a salvarli tutti.

Sapevi che abbiamo tutti quattro super-poteri, gli stessi che hanno permesso a Desmond, insieme alla fede nei suoi valori, di diventare un eroe?

Sono i nostri poteri di pensare, sentire, parlare ed agire. Il tuo potere di pensare: scegliere i tuoi pensieri, cosa intrattenere nella tue mente, che tipo di film proiettare nel cinema della tua mente.

Il tuo potere di sentire: scegliere le tue emozioni, scegliere come rispondere alle tue emozioni. Eh si le emozioni non nascono sotto i cavoli, non sono nell’aria, non le porta la cicogna, non si prendono come il raffreddore, non te le mettono dentro gli altri ma le scegliamo noi. Ce lo dice l’etimologia della parola, deriva infatti dal latino emovère (e= fuori, da + movere = muovere) ovvero un movimento che parte dal nostro interno, dal nostro animo.

Il tuo potere di parlare: scegliere le parole, scegliere cosa dire e non dire, scegliere con che tono, volume dire quello che vogliamo dire. Le parole sono potentissime, per questo Albus Silente rivolto a Harry Potter dice: ”Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia.”

Il tuo potere di agire: scegliere quali comportamenti tenere, cosa fare e cosa non fare, come tradurre i tuoi pensieri, emozioni e parole in azioni efficaci e in linea con chi sei e quello in cui credi.

I quattro poteri sono così importanti e fondamentali che a scuola, salvo rare illuminate eccezioni, non vengono di regola insegnati e allenati. No, a scuola viene spesso a malapena sfiorato il potere di pensare, purtroppo spesso non nel senso di sviluppare il pensiero critico ma piuttosto, seguendo le regole di un bieco nozionismo, nel senso di allenarci a ingurgitare informazioni per poi rivomitarle con scarsa integrazione e riflessione in occasione dei vari test, interrogazioni ed esami.

Come cambierebbe la tua vita se:

  • diventassi completamente respons-abile, nel senso di diventare capace di scegliere le migliori risposte alla vita nel pieno possesso dei tuoi quattro poteri?
  • eliminassi completamente il sentirti vittima e “controllato” dagli altri?
  • sviluppassi più proattività, senso di iniziativa e centratura?

“Sei più forte di quanto tu creda. Possiedi poteri molto più grandi di quanto tu pensi.” dice Antiope (Wonder Woman 2017).

Ti invito a iniziare subito il tuo percorso di risveglio dei tuoi 4 poteri con una micro-soluzione ovvero una piccola abitudine quotidiana che protratta nel tempo produce grandi risultati:

  • riconosci il tuo totale potere riguardo a un pensiero, una parola, un’emozione e un’azione specifica al giorno e annotali su un foglio la sera prima di addormentarti.

Ti ci vogliono una manciata di secondi ed è un allenamento potente.

Come dice John Wooden, uno dei coach più di successo nella storia del basketball universitario:

Quando migliori un pò ogni giorno, ne seguiranno grandi cose. Quando migliori la tua condizione un pò ogni giorno, ne seguirà un grande miglioramento della tua condizione. Non domani, non dopo domani, ma di sicuro ne raccoglierai un grande guadagno. Non cercare il miglioramento grande e rapido. Cerca il piccolo miglioramento un giorno alla volta. Questa è l'unica maniera per farlo accadere e quando accade, dura.

-Scusa Nicola… ma mi sembra fin troppo facile. Se fosse così facile lo farebbero tutti.
-Guarda che stiamo parlando di cose serie e pese come il sentirsi vittima, il peso degli eventi, il senso di impotenza che durano da anni e anni, non sono mica cose che vanno a posto con una semplice meditazione guidata.

E invece è proprio così, facile, potente e immediato. Non lo fanno tutti perché pochi lo sanno. Anch’io fino a quando non l’ho appreso ho continuato a far girare nella mia mente vecchie programmazioni disfunzionali, continuando a dare la colpa a qualcun altro dei miei malesseri e sfortune.

Ognuno di noi segue una sua narrazione interna, così come ci descriviamo in base al film mentale che proiettiamo dentro di noi, così pensiamo, ci emozioniamo, parliamo e agiamo.

Se proietto nella mia mente il film della vittima, quella è la realtà che sperimenterò.
Se proietto nella mia mente il film della padronanza dei quattro poteri quella è la realtà che sperimenterò.

Ognuno di noi si racconta e rappresenta il mondo, se stesso, gli altri in un certo modo. Ci sono modi più o meno funzionali di raccontarsi le cose. Quando inizi a raccontarti le cose secondo la nuova narrazione che ti ho proposto fin qui il tuo sentire, il tuo pensare e la tua vita cambiano radicalmente.

La sola consapevolezza di possedere i quattro poteri cambia il tuo modo di rispondere agli eventi, alle persone, all’incertezza.

Nel film tratto da una storia vera La forza del campione (Peaceful Warrior) del 2006 Socrates dice a Dan, atleta vittima di un grave incidente motociclistico: “L’incidente è il tuo allenamento. La vita è una scelta. Puoi scegliere di essere una vittima o qualunque altra cosa tu voglia.”

E tu, cosa scegli: vittima o eroe?

La scelta è tua ed ora hai le informazioni e lo strumento per fare la scelta migliore.