Essere genitori non è certamente un ruolo semplice, come quello dell’essere figli. L’interagire in modo armonioso è influenzato da diversi fattori, culturali, psicologici, sociali e riuscire a mantenere un equilibrio sarebbe di aiuto per ambo le parti.

La floriterapia australiana ci viene in aiuto con il fiore Boab, conosciuto per riequilibrare tutti quei retaggi famigliari e disarmonie dannose in questo rapporto di scambio. Si badi bene, non sono gocce magiche ma danno un valido supporto nei rapporti in famiglia.

La pianta del baobab ha un fiore speciale che in floriterapia viene utilizzato per eliminare gli schemi di pensiero negativi provenienti dalla famiglia, ovvero le convinzioni, i limiti e tutto ciò che ha influenzato la nostra crescita personale.

Questo fiore si riferisce anche ai nostri avi che a livello energetico lasciano "traccia" alle generazioni future: spesso in età adulta ci rendiamo conto di ripetere comportamenti e dinamiche dei nostri genitori, di camminare come loro e reagire a determinate situazioni come dei "gemelli". Questo limita lo sviluppo della propria individualità, crescita spirituale e si può sentire l'effetto "catena", una sorta di ragnatela che ci tiene legati a dinamiche dalle quali non riusciamo a slegarci. Il Boab offre una grande opportunità per riconoscere ciò che non fa parte di noi, accettando quella dei nostri genitori aiutando la realizzazione del nostro cammino.

Ogni fiore riequilibra una condizione negativa, in questo caso, il legame karmico, la dipendenza famigliare, i modelli/mappe mentali limitanti, il “dover essere”, il senso di colpa di “non essere” per aiutare ad esprimere la condizione positiva. In questo caso si parla di autorealizzazione, autonomia, libertà da schemi e condizionamenti della famiglia sabotanti, liberare le potenzialità e talenti e sciogliere legami generazionali.

Se volessimo scendere nello specifico, nel rapporto padre-figlio, arriva in aiuto Red Helmet Orchid, l’unica essenza che viene messa sotto l’influsso della Luna durante la preparazione. È un’orchidea che cresce in tutti gli stati australiani eccetto il Queensland e il Territorio del Nord e predilige le zone umide e riparate: questo fiore aiuta a riequilibrare il rapporto con il padre, inteso dal punto di vista del figlio che è padre anch’egli. Tratta il problema di accettare l’autorità rappresentata dalle maestre, professori e il capoufficio, comunque persone con le quali ci si rapporta e sono di riferimento perché appartenenti ad un gruppo con il quale si interagisce.

Aiuta quelle persone che hanno una natura estremamente ribelle, spesso risultato di un rapporto insoddisfacente con il proprio padre, simbolo di sicurezza e determinazione: funziona a livello vibrazionale anche se il padre non c’è più. Quest’essenza aiuta a sviluppare la propria autorità, rispetto, sensibilità e considerazione verso se stessi e verso la figura sia paterna, sia di riferimento, aiutando una più pacifica relazione e comunicazione.

L’altro fiore che mi trovo spesso a consigliare è Bottlebrush, il fiore del rapporto madre-figlio: questo fiore ha un duplice ruolo, come suggerisce la forma a “scovolino” spazza via i rifiuti tossici emotivi e agisce a livello energetico anche sulle pareti intestinali. Questo fiore è lungo circa 10 cm, sull’apice dell’infiorescenza a spiga crescono nuovi germogli setosi che danno vita, l’anno successivo, a una nuova spiga. È un fiore che predilige i terreni umidi e può raggiungere i 3 metri di altezza: è utile per i “passaggi”, aiuta ad avere fiducia nella propria capacità di affrontare le situazioni nuove.

Questo fiore, come accennato, favorisce il legame madre-figlio ostacolato a volte da sentimenti negativi della madre stessa durante la prima gravidanza che possono influenzare la vita adulta del nascituro. Infatti, esistono cicli di vita corrispondenti a quelli cellulari: ogni sette anni la persona “si evolve” dal punto di vista biologico ed energetico e di conseguenza emozionale. Un numero “magico” per cui molti studiosi hanno dedicato tempo e diverse discipline lo hanno introdotto nelle proprie filosofie.

Il rimedio può essere usato quindi anche per l’inizio della scuola, per un lavoro nuovo o per spazzare via il passato per passare ad esperienze nuove permettendo una continua trasformazione armoniosa con il naturale ciclo evolutivo e i cambiamenti.

Agisce anche a livello “fisico” sull’intestino, per le stipsi psicosomatiche essendo quest’organo il simbolo del “lasciar andare”: spesso molti bambini per paura di non essere accettati dal genitore, trattengono gli scarti emotivi e il corpo si esprime appunto con una stipsi non riconducibile a problematiche d’organo.

Ricordo sempre di affidarsi ad un professionista del settore in quanto i fiori, come tutti i rimedi naturali o omeopatici agiscono modificando l’assetto sia energetico della persona sia interagendo con altri fattori nel caso di rimedi erboristici.