Se dovessi limitare i miei consigli per una vita più sana a uno solo, sarebbe semplicemente imparare a respirare meglio.

(Andrew Weil, medico)

Respirare è la funzione più vitale, fondamentale alla vita di cui non possiamo privarci se non per un numero esiguo di secondi, eppure è l’atto più inconsapevole, più frettoloso, inesatto e incompleto che compiamo. Respirare nel modo giusto e beneficiare degli effetti è un’arte biologica, esistenziale, fisiologica che dobbiamo recuperare e riconoscere di nuovo la nuova scienza per rieducare un gesto naturale. Come afferma James Nestor, giornalista scientifico americano, nel suo L’arte di respirare:

La respirazione è un input fondamentale. Secondo quello che ho imparato nell’ultimo decennio, i tredici chili e mezzo di aria che passano ogni giorno dai nostri polmoni e i 0,77 chili di ossigeno che le nostre cellule consumano sono altrettanto importanti di quello che mangiamo e di quanto ci muoviamo.

Ottenere un sonno rigenerante, abbassare i livelli di ansia, avere maggiore vitalità, influenzare il metabolismo, incrementare le performance sportive, favorire la longevità, riequilibrare patologie dell’apparato respiratorio, armonizzare i ritmi biologici e sottili dell’intero organismo per creare uno stato di coerenza organica ed altro, ha un filo conduttore che unisce e favorisce: una giusta respirazione.

Il testo di Nestor non è un manuale di respirazione (anche se offre indicazioni e programmi pratici), ma indaga profondamente su numerosi altri aspetti che ci fanno comprendere come nel respirare siano coinvolti fattori come l’alimentazione, la corretta masticazione, l’assetto posturale, indicandoci norme fondamentali e salutari come il respirare dal naso, non dalla bocca e l’importanza della fase della esalazione.

È un appassionante viaggio antropologico sulla storia del respiro e direi “sull’homo respirans” dove Nestor riveste il ruolo di un investigatore instancabile e curioso che lo spinge in ambiti e ricerche apparentemente… “senza respiro”, ma invece profondamente collegati a questo atto vitale, per i più misconosciuto.

Nella lettura intrigante e ironica abbiamo modo di conoscere numerosi respiratori ribelli, controcorrente, quei “polmonauti”, quegli outsider del respiro, pionieri spesso ignorati, derisi e dimenticati che hanno applicato la corretta respirazione nella terapia, nello sport, nell’arte.

L’entità sconosciuta che emerge come grande protagonista è il naso. Conquista lo spazio fondamentale non solo come un organo ancillare, ma come un piccolo universo fisiologico, misterioso e sconosciuto: il “guerriero silenzioso”, la “porta celeste” della tradizione orientale.

Naso sessuale

Una particolare caratteristica anatomica del naso è quella formata dallo strato sotto la mucosa, di una maggiore consistenza e costituito da un tessuto che può raccogliere notevoli quantità di sangue. Un tessuto spugnoso esattamente come quello degli organi genitali (e dei seni) che irrorati di sangue si congestionano e si espandono provocando la nota capacità erettile del clitoride e del pene. Questa relazione tra congestione nasale e attività sessuale fu per un periodo un ambito di ricerca di Sigmund Freud, in collaborazione con lo specialista di otorinolaringoiatria, Wilhelm Fliess. Indagini che li portarono a definire “neurosi nasale riflessa” uno stato congestizio delle mucose, più comunemente noto come “naso della luna di miele” piacevole sindrome frequente nei novelli sposi reduci da una intensa attività erotica.

Successive ricerche condotte da altri ricercatori portarono alla scoperta di altre interessanti correlazioni: ad esempio, che gli stati di dismenorrea comportavano variazioni cromatiche e di irritazione di alcune aree specifiche delle mucose nasali. La conferma terapeutica sperimentale, a sollievo del disagio, era nell’applicazione di piccole dosi di anestetico per uso topico (si arrivò anche alla cauterizzazione di queste aree come trattamento dei dolori mestruali).

Un’altra relazione tra naso, respirazione e funzionalità genitali viene così evidenziata da Nestor:

I benefici per la salute della respirazione nasale sono incontestabili... uno dei tanti che i seni paranasali rilasciano un enorme incremento di monossido di azoto, una molecola che svolge un ruolo essenziale nell’aumento della circolazione e nella distribuzione dell’ossigeno alle cellule. La funzione immunitaria, il peso, la circolazione, l’umore e la funzione sessuale possono tutti essere pesantemente influenzati dalla quantità di monossido di azoto presente nell’organismo (l’apprezzato farmaco per la disfunzione erettile sildenafil, noto con il nome commerciale di Viagra, funziona rilasciando monossido di azoto nel flusso sanguigno, che apre i genitali e altrove).

Naso olistico

Riporto una riflessione personale sulla presenza delle mappe di riflessologia in diverse parti del corpo, non solo nelle mani, nei piedi, negli occhi, nelle orecchie, nella lingua, ma anche nelle mucose nasali a conferma della visione olistica “dell’uno nel tutto”.

Questa visione ologrammatica, nella concezione energetica della tradizione yoga, stabilisce un collegamento tra naso, senso dell’olfatto e primo chakra - Mouladhara, è una correlazione che unisce l“alto e basso”. Il primo chakra è il riferimento delle funzioni basilari, primordiali, dei bisogni primari e del senso più antico, l’olfatto, il rinoencefalo della passata anatomia.

Chi studia lo yoga conosce la stretta relazione tra mouladhara e secondo chakra, swadhisthana, il centro genitale a cui si attribuisce l’elemento acqua, il senso del gusto (organo di percezione) e della lingua (organo di azione).

È l’epitelio olfattivo che ci dà la possibilità della percezione degli odori, detto percorso ortonasale diretto, mentre la percezione degli aromi avviene per via retronasale indiretta, la via orale. Siamo coscienti di questa corrispondenza naso-lingua nella fastidiosa condizione della congestione nasale in cui perdiamo la percezione del gusto. Ma condividiamo la considerazione di Nestor sull’olfatto e sul respiro mentre sta gustando finalmente, dopo varie vicissitudini respiratorie sperimentali ed esistenziali (narrate con sottile ironia) il piacere della percezione degli odori:

L’olfatto è il senso più antico che esiste. Mentre me ne sto lì da solo, con le narici che fremono, mi viene in mente che respirare è molto di più che far entrare aria nel corpo. È il contatto più intimo con ciò che ci circonda. Tutto ciò che io o voi o qualsiasi altra creatura respirante si sia messo in bocca o nel naso, o abbia assorbito attraverso la pelle, è polvere interstellare di seconda mano che circola da 13,8 miliardi di anni. Questa materia ostinata è stata scomposta dalla luce del sole, si è diffusa in tutto l’universo, ed è tornata ad aggregarsi. Respirare significa immergersi in ciò che circonda, assimilare minuscoli frammenti di vita, comprenderli e restituire piccoli pezzi di noi stessi. La respirazione è, in sostanza, reciprocità.

Come insegnante di yoga e polmonauta di lungo corso, sono soddisfatto nell’aver insegnato la sana abitudine di respirare dal naso (anche nella fase espiratoria) trovando una conferma fondata e ben documentata nel testo. Così come non mi ha sorpreso che Nestor, nel suo pellegrinaggio così accurato sul mondo del respiro e del respirare, non poteva non dirigersi verso quelle culture e tradizioni dove il respiro è parte fondante della salute e dello sviluppo interiore come lo yoga o il taoismo.

Dalla tradizione del “respiro d’oriente” cogliamo che la modalità congestizia delle mucose nasali, già citata, non è limitata alla termoregolazione dell’aria o ai sovra esposti stimoli sessuali, ma coinvolge il naso in una ciclicità alternata di vasocostrizione e vasodilatazione tra le due narici. Ritmi legati ai cicli circadiani, ultradiani e alle fasi lunari e solari.

I praticanti di Hatha yoga sanno che la parola sanscrita hatha ha una relazione con Ha (Sole) e Tha (Luna), lo yoga dell’equilibrio del Sole e della Luna. Tale corrispondenza energetica è espressa nel microcosmo corporeo dal respiro destro (solare) e dal respiro sinistro (lunare) legandosi ad una rete complessa e interconnessa con il sistema nervoso autonomo e le funzionalità degli emisferi cerebrali. Di conseguenza la tecnica della respirazione alternata, noto pranayama yogico, assume dalle informazioni descritte nel testo, la sua autentica rilevanza. Questo ciclo nasale fu studiato in occidente per la prima volta da un medico tedesco nel1895, Richard Kayser, ma era già stata codificato negli antichi testi tantrici dello Shiva Swarodaya oltre 1300 anni fa.

Così come un noto insegnamento yogico tradizionale che stabilisce una correlazione tra lunghezza della vita e numero dei nostri respiri, trova vicinanza nella affermazione di Nestor che… respiriamo troppo! Una buona parte dell’umanità mangia troppo, così come respira troppo e male (3-4% degli esseri umani ha il setto nasale deviato, il 50% ha ipotrofia dei turbinati), nel senso che non accede ad un respiro lento e profondo, ignorando la funzione salutare di una esalazione profonda, che riveste anche una azione depurativa e disintossicante incisiva, con cui (citazione del testo) eliminiamo fino a 3500 composti diversi dall’organismo insieme a sostanze inquinanti e tossiche.