Chiudo l’anno così, come in un cerchio, parlando del cerchio.

Siamo soliti tirare le conclusioni di fine anno come se il percorso segnasse una forma soggettiva a seconda di come si sia vissuta quell’esperienza, quel periodo, quel momento, quel rapporto, quel progetto. A me piace il cerchio: è pienezza, raccoglie il tutto, si può osservare da tante angolazioni e la sua forma permette l’accoglienza.

Immaginiamo una bolla, una sfera, trasparente dove poterci perdere all’interno, non ha spigoli, la superficie li ha smussati, come le esperienze che facciamo, vengono adattate quando percorriamo un’evoluzione.

Sto aspettando una persona nel mio studio, l’ultima della giornata. È quasi inverno e ormai dalla finestra vedo le luci della mia città, i camini sono accesi, un caldo tepore dalla tazza di tè mi aiuta a dar forma ad una tecnica di riprogrammazione subconscia consapevole.

Osservo il mio quaderno degli appunti, spunto con fierezza le idee andate in porto, i progetti in corso, quelli archiviati, altri sfumati. Va bene così. Considerazioni. Tesi in corso. Creatività.

Ed ecco arrivare questa donna irrompente: porta con sé una decisa energia, smuove quella del mio studio, accendo il mio diffusore di olii essenziali. Lavanda. Ci vuole lavanda!

“Cosa mi porti oggi?” mi piace chiederlo. “Aiutami a comprendere come trovare il mio posto in relazione agli altri. Non so più dove andare”.

Le porsi un foglio e disegnai un puntino con scritto “io” all’interno di un grande, immenso cerchio, e le chiesi di considerare tutti i rapporti e dove inserirli nel cerchio, a quale distanza segnando il cerchio nel cerchio per ognuno di questi legami.

Ogni rapporto che stringiamo ha un territorio ben definito e se non lo definiamo possiamo venir sopraffatti da quella non-distanza soprattutto con alcuni dove diamo tutto per scontato. Abitudine, zona comfort, bigottaggine, manipolazione, costrizione, dipendenza, diritto di nascita... quante cose. Da quella prima mappa, si accorse dei legami più o meno definiti, importanti, quelli buttati a caso per abitudine… atterrita prese consapevolezza di Sé.

Le proposi un “viaggio guidato all’interno di se stessa” per potersi visualizzare dall’alto e comprendere a livello energetico quale tipo di ruoli potesse avere in realtà con quelle persone e poter raggiungere così quel contatto vero, le famose “risposte”.

Lampada di sale. Scelse l’olio essenziale di incenso, ottimo veicolo nei viaggi di consapevolezza e immedesimazione, per aiutare ad entrare in contatto con la propria essenza, dove la mente razionale non ha ruolo… se non glielo permettiamo.

Ognuno di noi ha un luogo preferito, quello che al sol pensiero ci fa star bene ed un sorriso si pennella sul nostro viso d’improvviso: provava calma, respirava profondamente, il battito cardiaco rallentato, ogni parte del corpo, ossa, muscoli, organi pesavano e si scioglievano sul lettino.

Completamente abbandonata alla mia voce, osservavo il magico modo dell’affidarsi. Grazie! Percepivo il suo totale abbandono e il suo viaggio cominciava ad andare sempre più in là, sempre più in profondità. Nel campo degli occhi scuri, si possono percepire colori, variazioni di grigio, colori improvvisi, immagini, nebulose, si può percepire la propria energia, l’ingombro nella stanza e quello in relazione alle altre persone, alcuni riescono a percepire il colore, a vederlo, alcuni sentono odori e gusti.

I sensi si fanno più acuti ad occhi chiusi, che tanto non lo sono, vedono al di là. Vedere se stessa entrando in relazione con il proprio bambino interiore era la mia intenzione: la portai a percepirsi così leggera fintanto che non poté staccarsi da terra e vedersi salire in cielo come un palloncino.

Vedeva i suoi piedi dall’alto ed oltre il suo cerchio: un cerchio di fiori, lei al centro. E sempre osservando dall’alto le feci posizionare le persone ai margini, nel primo, secondo e terzo cerchio.

Osserva ed ascoltati. Come ti senti in relazione a quella persona? Qual è il tuo ruolo? Quanto le permetti di entrare nella tua zona intima? Cosa le permetti? Come ti senti a riguardo?

Ci mise un po' a fissare i rapporti, a renderli più leggibili, a delineare i confini, a comprenderne gli obiettivi e i ruoli. Mi stava raccontando la sua storia.

Proseguii così per la riprogrammazione, per riformulare i pensieri disturbanti e ricreare una nuova realtà, nel qui e ora per vederla attuarsi fin da subito. Come se fosse già tutto reale. Quando un’intenzione è chiara è già nel campo quantico e presto la si vede realizzata nella realtà percettibile e visibile. Se è chiara!

Ovviamente ci vuole disciplina e perseveranza.

La feci tornare lentamente a contatto con il corpo fisico, presente. Sul suo viso, leggerezza e chiarezza. Le feci annusare un olio essenziale a scelta e optò per il limone. La gioia. Che meraviglia.

“Come ti senti?”
“Libera. Liberata. Al mio posto. So dove andare”.

E voi cari lettori, siete consapevoli dove posizionare le persone nel cerchio?