In questa epoca di poche certezze, la fine del mondo è un altro argomento che inizia a tenere banco in ogni parte del mondo e rischia di diventare il tormentone del prossimo anno. Sedicenti esperti e studiosi di varie materie si rifanno alle più disparate profezie che concorderebbero per la fine del nostro pianeta il 21-12-2012, giorno del solstizio d’inverno.

Le più accreditate sono quella dell’ultimo segreto di Fatima che nessun papa avrebbe avuto il coraggio di svelare, quella della fine del calendario Maya, poi l’antichissima profezia babilonese di Nibiru, un misterioso pianeta che entrerebbe in collisione con il nostro, per non parlare poi della la teoria pseudoscientifica dell’inversione dei poli magnetici della terra. Sempre di questo filone sarebbe l’esplosione di fortissimi venti solari con tempeste magnetiche che arriverebbero a mettere ko tutti i sistemi di comunicazione mondiali.

Poi piogge di meteoriti infuocate, risveglio di vulcani di violenza inaudita, sbarco di feroci extraterrestri, guerra nucleare tra oriente e occidente. E’ chiaro lo sfoggio gratuito delle più accese fantasie catastrofiste. Dobbiamo quindi temere che un’ultima immane catastrofe possa distruggere il nostro pianeta e tutti noi?

No. L’astrologia annuncia certo un cielo molto turbato per i mesi a venire, ma la fine del mondo aspetterà.

Senza dubbio il quadrato Urano-Plutone, iniziato il 12 marzo 2011, implica dei giorni difficili. Questo pericoloso aspetto astrale significa che la morte e la distruzione (simbolizzate da Plutone) cercheranno di eliminare ciò che è vecchio e ormai sorpassato come certi schemi sociali ed economici indotti da ordinamenti politici illiberali, iniqui e ingiusti.

L’Astrologia mette un accento più realistico su ulteriori allargamenti di insurrezioni popolari non solo nei paesi arabi. Da paventare anche un ulteriore crollo dei mercati finanziari. In questo cielo carico di minacce c’è una speranza: la grande spinta innovatrice di Urano che è il simbolo del futuro, del moderno, della giustizia sociale capace di cambiamenti radicali e di una fulgida rinascita dopo il crollo del vecchio, del passato. Non si tratta quindi della fine del mondo, ma della fine di un mondo ormai decadente che ha fatto il suo tempo.

Si può quindi credere in un’epoca in cui l’uomo possa tornare a vivere in una dimensione più naturale e armoniosa in cui dominerebbero pace, giustizia e umana solidarietà dopo questo tempo in cui ognuno di noi è diventato una sorta di ingranaggio meccanico costretto a girare sempre più velocemente in nome del profitto e del consumismo.

Ciò ha innescato una spirale malefica che ci ha snaturalizzato facendoci smarrire il contatto con il nostro vero io, con le energie universali divine, con i nostri consimili e con la natura stessa di cui siamo parte integrante. Ben vengano quindi ancora sacrifici e incertezze se questo è il prezzo da pagare per un mondo migliore.