Confrontarsi con professionisti che operano in settori medici “paralleli” al proprio è sempre fonte di arricchimento. E’ stato davvero illuminante dialogare con la naturopata di formazione svizzera Germana Ambrosini Tavolaro, che attualmente opera in Italia. Da nutrizionista provavo curiosità da diverso tempo verso il mondo della Naturopatia e dei flussi energetici.

La prima domanda che ho posto a Germana è stata questa: cosa fa il naturopata?

Il naturopata ha come compito fondamentale quello di fornire una consulenza e indicare le modalità per favorire l'attivazione dei processi di guarigione, educando alla prevenzione, alla cura e al mantenimento dell' equilibrio fisico-mentale (corpo-mente), non limitandosi a indicare rimedi ma responsabilizzando in prima persona il paziente. Il naturopata interviene sul vitalismo del soggetto ossia mediante discipline bio-naturali mira a richiamare la forza vitale intelligente che è in noi, quella che i cinesi chiamano Chi e Bergson definiva "lo slancio originale della vita". Inoltre compito del naturopata è prendere in considerazione lo stile di vita della persona, per ciò che concerne l'alimentazione, l'attività fisica e il contesto sociale cercando di comprendere le cause reali che si manifestano con sintomi spesso diversi per ciascun individuo. A tal proposito un concetto prettamente naturopatico è quello di valutare le caratteristiche costituzionali ed eventuali squilibri umorali, quindi mobilizzare i liquidi del corpo e favorire un buon funzionamento degli emuntori.

Nello specifico vorrei parlare con lei dell’importanza dell’acqua nell’alimentazione, e dei liquidi corporei in generale, chiedendole cosa può fare il naturopata per migliorarne il flusso.

Per facilitare lo scorrimento della linfa nei vasi esistono diverse forze o fattori. Se prendiamo in considerazione alcune indicazioni del linfodrenaggio manuale quali l'effetto antiedematoso o il miglioramento del microcircolo sicuramente il fattore acqua è determinante, come è determinante la manualità del terapista. Se il massaggio è rigido non si fa altro che comprimere il sangue da un tessuto nell'altro, i liquidi rigeneranti non penetrano sotto l'effetto del loro proprio flusso nei tessuti, e non otteniamo altro che traumatizzare i capillari. La tecnica del metodo Vodder si avvale di particolari movimenti di pompaggio, proprio come se una pompa aspirasse e sospingesse i liquidi corporei. Il metodo di drenaggio della linfa dobbiamo considerarlo come un metodo di rigenerazione globale che riveste un'importanza primaria per acquisire un buono stato di salute generale, ed è auspicabile associarlo a esercizi di respirazione e a un buon regime dietetico.

L’ultima mia curiosità è stata verso la Floriterapia, perché molti sostengono che possa aiutare a contrastare la fame nervosa.

Nella Floriterapia il terapeuta è un "collaboratore" del paziente ed è il paziente che deve gestire le proprie emozioni. Il rischio del fai da te è forse quello di essere "annebbiati" dai propri conflitti interiori. Non è pericoloso sbagliare fiore e non esiste rischio di sovradosaggio. Non ci sarà alcun effetto terapeutico in quanto i fiori non entreranno in risonanza con l'individuo e con i suoi stati d'animo. Asserire che esista un unico fiore terapeutico per la fame nervosa dal mio punto di vista è un po’ in contraddizione con l'insegnamento che ha lasciato il dr. Bach. La fame nervosa può derivare da ansia, angoscia, dall'avidità... è comunque la manifestazione di uno stato d'animo che varia da individuo a individuo, e varia anche nel tempo. Lottare contro un difetto ne accresce il potere, focalizza la nostra attenzione sulla sua presenza. La cosa importante è sviluppare le virtù opposte al “difetto”!