Santa Maria della Concezione, più nota come "Chiesa dei Cappuccini" si trova su Via Veneto al n. 27, non lontana dalla centralissima Piazza Barberini, nel cuore di Roma e dei suoi monumenti. Fu edificata a poca distanza dal palazzo proprio della famiglia Barberini, tra il 1624 e il 1630, per volontà di papa Urbano VIII, progettato dall'architetto Casoni, in onore del fratello, cardinale Antonio Barberini, che faceva parte dell'ordine dei Cappuccini e la cui tomba è tuttora conservata all'interno della Chiesa stessa, sulla quale è scritto "Hic jacet pulvis, cinis et nihil", vale a dire: qui giace polvere, cenere e null'altro. Formata da una piccola navata con 5 cappelle laterali per ogni lato, è arricchita da svariate reliquie, sepolcri di illustri nomi e importanti opere d'arte tra cui alcuni dipinti realizzati da Pietro da Cortona e dal Domenichino. Ma la vera particolarità di questa chiesa è sicuramente legata all'annesso cimitero dei Cappuccini, decorato con le ossa di almeno 4000 frati cappuccini morti tra il 1528 e il 1870. Qui, infatti, furono trasportate anche le ossa dei frati defunti nel vecchio cimitero dell'Ordine dei Cappuccini, che si trovava nella Chiesa di Santa Croce e Bonaventura dei Lucchesi, ai piedi del Quirinale.

Nella cripta, composta da cappelle unite da un corridoio, si trovano alcuni corpi di frati mummificati con indosso il saio, loro ordine; di alcuni di essi si conosce anche il nome, ad esempio: tre piccoli scheletri sono i pronipoti di Urbano VIII, un altro è il principe Matteo Orsini vestito con il saio, tipico vestito del loro ordine; di alcuni di essi si conosce anche il nome. Nella cripta dei tre scheletri si vedono gli unici scheletri esposti senza veste, sono di tre bambini. Di quello al centro della volta si dice che sia di una giovanissima principessa della famiglia Barberini: con la mano destra sorregge una falce e con la sinistra una bilancia. La macabra opera mette in evidenza i decori, di gusto rococò, tutti realizzati con gli innumerevoli elementi ossei delle varie parti del corpo, formano rosoni, stelle, fiori, festoni e persino lampadari e un orologio. I nomi delle piccole cappelle ricordano le ossa con cui sono stati realizzati i decori (dei bacini, dei teschi, delle tibie, dei femori ecc.).

Si dice che lo stesso marchese De Sade rimase fortemente colpito da tali composizioni visitando appositamente il luogo di cui aveva sentito parlare. Il motivo della realizzazione di questo particolare cimitero, certamente anteriore al 1793, non è nota, si ipotizza che sia un'opera dei cappuccini come inno alla vita ultraterrena e monito riguardo la brevità della vita o del corpo. Fra le tante supposizioni, che accompagnano questo cimitero, pare che lo stesso Urbano VIII avesse dato disposizioni affinché le piccole cappelle fossero pavimentate con la terra proveniente dalla Terra Santa, come pure l'apposizione della targa che si trova lungo il corridoio, su cui è scritto "Hic jacet pulvis, cinis et nihil", vale a dire: qui giace polvere, cenere e null'altro.

Altro particolare all’ingresso della cripta sta scritto su una targa: «Noi eravamo quello che voi siete, e quello che noi siamo voi sarete». La scelta di decorare la cripta con le ossa, che potrebbe apparire lugubre e macabra, è in realtà un modo di esorcizzare la morte e di sottolineare come il corpo non sia che un contenitore dell'anima, e in quanto tale una volta che essa l'ha abbandonato il contenitore si può riutilizzare in altro modo, una sorta di riciclaggio post mortem. Il percorso attuale inizia con la Cripta dei tre scheletri, a seguire gli altri locali presenti.

  1. Cripta della Resurrezione
    Nella parete di fondo le varie componenti dello scheletro umano formano la cornice entro cui è inserita perfettamente l’opera che rappresenta Gesù che resuscita l'amico Lazzaro, già morto da quattro giorni e sepolto: la fede cristiana nella resurrezione è il messaggio che si è voluto trasmettere.

  2. Cappella per la Messa
    E' l'unico ambiente dove non si vedono ossa, in quanto serve per celebravi la Messa per i defunti. Nella pala d'altare Maria con il Bambino sembra invitare san Felice da Cantalice e san Francesco d'Assisi (a sinistra), sant' Antonio di Padova e un angelo (a destra), a liberare le anime dalle fiamme del Purgatorio.

  3. Cripta dei teschi
    Nel timpano della nicchia centrale campeggia una clessidra alata con scapole: il tempo non solo passa, ma vola, il messaggio è questo. Nella parete di fondo tre cappuccini in piedi, quasi in cammino. Le pareti laterali contengono due cappuccini sdraiati in atteggiamento di riposo dentro nicchie curvilinee. Nel mezzo della volta tre elementi decorativi vistosi, in cui prevale la sfera ornata di fiori. Dalla volta del corridoio un lampadario scende da una stella a otto punte. La volta di passaggio arricchisce la chiave di lettura di un elemento nuovo: il cranio con le scapole che gli fanno da ali.

  4. Cripta dei bacini
    Nelle pareti laterali sono due i cappuccini che riposano adagiati sotto un arco solitario. La parete di fondo accenna a tre nicchie con dei cappuccini chini in avanti: i due ai lati sotto un arco rovesciato; quello al centro sotto un grande baldacchino di bacini, dai quali pende un fregio di vertebre. Il rosone centrale nella volta è formato da sette scapole con pendagli di vertebre. L'ornato termina ai lati con croci appese che portano la lancia e la spugna in cima a un'asta: sono gli strumenti della Passione di Cristo: questa è una devozione cara ai francescani, che sentono Gesù come fratello, in quanto ha voluto subire la morte per essere uno di noi.

  5. Cripta delle tibie e dei femori
    Le pareti laterali presentano quattro nicchie per parte con dei cappuccini in piedi e vestiti sempre con il saio. Nella parete di fondo, il blocco centrale è una composizione ricca ed estrosa: sulla parete in alto una croce racchiusa in un tondo o cerchio; sotto, lo stemma francescano (il braccio nudo di Cristo e quello vestito di san Francesco d'Assisi), sormontato da una corona. Sul pavimento sono disseminate 18 croci a indicare altrettante sepolture. La cornice ovale centrale della volta, racchiude un tondo di mandibole ornato di vertebre e due grandi fiori laterali formati da scapole con pendagli di vertebre. La volta del corridoio ha tre stelle ad otto punte, come segno che sopra c'è una chiesa dedicata alla Madonna, stella del mattino: infatti c'è la prima chiesa dedicata all'Immacolata.

  6. Cripta dei tre scheletri
    Vi sono due piccoli scheletri (della famiglia Barberini) sulla parete di fondo sorreggono con una mano un cranio alato. Al centro della volta si impone uno scheletro sottile (la principessa Barberini) compreso in una mandorla, come simbolo della vita nascente. Con la destra sorregge una falce, simbolo della morte che miete tutti come l'erba del prato; e con la sinistra sostiene una bilancia, simbolo delle opere buone e cattive valutate da Dio nel giudicare l'anima. La volta del corridoio è molto ricca e piena di particolari: quattro piccole stelle a cinque punte contornano la grande stella a otto punte dalla quale scende il lampadario. Nella vela sopra la porta è ornata con i motivi floreali ricorrenti composti sempre con una costola e una vertebra. Nella parte opposta spicca un orologio, a una sola sfera, per indicare che la vita continua nell'eternità; sorella morte ci apre questa realtà.

In conclusione chi visita Roma e vuole vedere un qualcosa di diverso o è amante del macabro o estremamente religioso, deve fare un salto in questo luogo.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione il Dott. Rinaldo Cordovani.