Nel solco della storia della cultura, le vicende legate all'evoluzione della costruzione del libro costituiscono un fondamentale e ancora poco conosciuto tassello. Il libro, veicolo dal suo nascere di conoscenza, rivela anche nella propria forma e nella tecnologia con cui è realizzato i cambiamenti storici e culturali che lo hanno portato a diventare quello che è: un oggetto fisico, che riflette principi di design, in grado di favorire la lettura o l’apprendimento.

La carta, la marca editoriale, il frontespizio, la rilegatura, la copertina e il paratesto: tutte le parti di cui si compone un libro riflettono l'evoluzione di un'arte che nasce dalla stampa al torchio, dalla carta fatta a mano, dall'uso dei caratteri tipografici in legno e in piombo, dalla rilegatura artigianale. Questo denso universo di saperi e di conoscenza legati al fare, vive, in questi giorni, un momento di particolare attenzione: a Gubbio, dove le tradizioni artigiane sono ancora materia di vita, la Biblioteca Sperelliana ospita la Mostra della Microeditoria di pregio, un'idea di Anna Buoninsegni del marchio editoriale unaluna, e delle bibliografe Maria Gioia Tavoni e Barbara Sghiavetta.

Prendendo le mosse dalla Guida per bibliofili affamati (Pendragon) con cui le due autrici hanno voluto tracciare un primo compendio di editori di qualità presenti nel nostro paese, la mostra offre un panorama di editori italiani fuori dai tradizionali circuiti della distribuzione che hanno fatto di quel “sapere del fare” il loro progetto editoriale. I volumi in mostra, dal forte impatto visivo, sono accomunati dalla presenza delle parole, dal numero delle tirature rigorosamente limitato, dalla cura artigianale applicata nella realizzazione di tutti gli aspetti, compresi quelli paratestuali, e dalla pratica della stampa manuale. Contrariamente a quanto succede nella grande industria del libro, in cui le varie fasi si frammentano e si ricompongono solo alla fine della filiera, nella mondo della microeditoria il principale attore è l’editore, al tempo stesso manager, intellettuale nel senso di creatore di una linea, responsabile del progetto grafico visivo, e spesso anche delle immagini, del libro che pubblica.

In mostra sono quasi tutti editori-artisti: André Beuchat di Alma Carta, Duilio Lopez della casa editrice El Mendrugo del pan, Isabella Ciaffi di Eugrafia, per citarne alcuni. A volte l'operazione di armonizzazione di testo e immagine passa, invece, attraverso la scelta di artisti e autori conosciuti e autorevoli, come nel caso dei lavori di Walter Valentini per il libro Galileo Galilei di Unaluna o dei personaggi celebri passati nella “casa” editrice dove di Alberto Casiraghi stampa ogni giorno come Pulcinoelefante. Sono presenti in mostra, editori orgogliosamente conservatori del sapere della professione come Tallone, i cui volumi sono rigorosi nelle fogge e nei materiali, ma ci sono anche le terzine di Dante stampate su un tessuto di Cappazeta, gli ecolibri della Troglodita Tribe, i libri composti di un solo foglio delle edizioni Il Buontempo, gli acrostici leggeri come un soffio stampati in cianotipia su fisellina dalle Magnificheeditrici: opere che dimostrano che sulla forma da dare a un libro si possono seguire regole secolari stabilite, ma anche infrangerle e percorrere vie innovative purché si riesca a coniugare innovazione e tradizione.

La mostra di Gubbio ci fa comprendere che è ancora possibile armonizzare contenuti e forma, manualità e pensiero nel progettare e realizzare - affrontando con sapienza quasi rinascimentale - la costruzione di un libro, quel “grande feticcio dolce e spaventoso” (J. Paul Sartre, Le parole). La *Mostra della Microeditoria di pregio è in corso presso la Biblioteca Sperelliana di Gubbio in via di Fonte Avellana, 8, e chiuderà il 16 novembre 2015.