Anna Freud nel suo saggio Adolescenza confessa che quando si deve parlare degli adolescenti “ci sentiamo incerti e di conseguenza non possiamo soddisfare genitori e operatori nel campo dell'educazione che si rivolgono a noi e alle nostre conoscenze per avere aiuto".

Questo vagare nell'incertezza da parte degli adulti, degli educatori, degli specialisti, non ci deve meravigliare, né scandalizzare perché si tratta di un assetto mentale proprio speculare alla quintessenza stessa dell'adolescenza: la confusione. Gli adolescenti, dunque, vivono, per definizione, in un territorio dai confini mutevoli e imprecisi, nuotano nell'incertezza, e la confusione, abbiamo detto, è il loro status fisiologico, proprio perché in questa età di transito tutto è da scoprire, da sperimentare, da apprezzare o rifiutare e il percorso verso l'adultità è carico di imprevisti, suscita eccitazione e paura. È infatti un'età di passaggio, di prova, di grossi cimenti, è un momento ricco e irripetibile nella vita dell'uomo, ma è, allo stesso tempo, connotato da difficoltà, ansie, batticuori per la fatica emotiva di riconoscersi e costruire la propria identità. Si tratta di un viaggio verso il futuro con una mente e un corpo nuovi carichi di domande e di aspettative...

E cosa più dell'aspettativa dell'amore e dell'incontro con l'amore può suscitare sentimenti forti e contrastanti, può indurre comportamenti a volte contradditori e poco comprensibili dagli adulti? Ma questo succede perché c'è mancanza di esperienza e allo stesso tempo un forte bisogno di incontro con l'ignoto. Mentre la pubertà dipende da mutamenti fisiologici ben distinti, l'adolescenza è caratterizzata, non solo da variabili psicologiche individuali e familiari, ma anche da condizionamenti economici, sociali e culturali. In pratica, la crisi dell'adolescenza è l'espressione delle trasformazioni della pubertà dove i cambiamenti del corpo, l'acquisita capacità riproduttiva, la definizione dell'identità di genere, la nuova organizzazione della sessualità rendono i ragazzi molto sensibili ed esposti a questo nuovo status che, se da una parte suscita una grande spinta verso la vita, dall'altra terrorizza per la portata emotiva che lo connota.

La differenza tra i sessi desta sentimenti contrastanti, l'altro è uno sconosciuto, comporta rischio e attrazione allo stesso tempo. C'è la paura di sbagliare, di non piacere, di non essere all'altezza, di essere rifiutati, di avere disconferme del proprio valore. Tormentati da questi dubbi, i ragazzini si lanciano in sperimentazioni di sé e dell'altro per cercare di capire e di definirsi meglio anche nella loro identità sessuale. Questo non significa che nei tempi passati non esistessero gli adolescenti, né tantomeno quelli innamorati. La letteratura è ricca delle loro inquietudini: pensiamo alla drammatica vicenda d'amore e morte di Romeo e Giulietta; al giovane Werther con i suoi dolori e all'altrettanto giovane Torless, con i suoi turbamenti. Conflitti, ansie, dolori, eccitamenti non sono quindi una prerogativa dei ragazzi di oggi, ma attualmente sembra che il percorso di crescita e l'approccio amoroso suscitino maggiori problemi e ansie da prestazione di un tempo. Certo il sociale gioca un grande ruolo in questa partita della vita, a cominciare dalla famiglia fino ad arrivare alle comunicazioni mediatiche.

La relazione della coppia genitoriale influenza inevitabilmente la vita amorosa dei figli: se il rapporto d'amore tra i genitori è in crisi quale riverbero può verificarsi nei loro ragazzi? Oppure le attuali e sempre più frequenti situazioni di marito e moglie separati in casa cosa possono comunicare: tolleranza o confusione? E le famiglie allargate con nuovi partner, nuovi rapporti, nuove alchimie affettive, quale panorama offrono ai figli, quale fiducia o meno inducono in loro rispetto a incontrare la vita amorosa? Inoltre i reality show, i social network come Facebook o Second Life, l'esibizione di amori, controamori, tradimenti, cambi di partner di personaggi famosi che si prestano a forti idealizzazioni, come per esempio gli eroi del mondo dello sport o dello spettacolo che sono costantemente sotto i riflettori di giornali, televisione, riviste, influenzano non poco l'immaginario adolescenziale e contribuiscono a dare modelli, spesso fuorvianti, rispetto a quello che è in realtà un rapporto d'amore.

Da lì la smania consumistica di provare subito e tutto per non essere da meno dei loro miti, per non perdere la corsa e, molte volte, per non sentirsi diversi e difettosi nel confronto cogli altri. Vi sono adolescenti che si rifugiano nella fantasia e si perdono in quel loro mondo segreto immaginando avventure sessuali di ogni tipo e cercano in tal modo di gestire impulsi e desideri al riparo dalla realtà, ma certe volte le fantasie possono divenire così intense e intollerabili da spaventare i nostri sognatori. Vi sono però anche adolescenti che, al contrario, di fantasie non ne fanno proprio. Si buttano nell'atto sessuale come un soldato in prima linea, con sentimenti tipo "tolto il dente, tolto il dolore... il dado è tratto... con più ragazze mi faccio con più sono un duro, ... nessuno mi può dare del frocio, sono sicuramente un uomo".

Sia l'eccedere nella fantasia che passare da un rapporto sessuale all'altro possono essere espressione di fuga per non affrontare il problema emotivo della relazione con se stessi e con l'altro, per non pensare, per non provare dolore e, ovviamente, questi comportamenti non vanno in direzione della crescita. Questa sembra essere la situazione in cui si è cacciato Toby, ragazzino apparentemente spregiudicato e precoce nei suoi approcci con le “donne”, ma che, in realtà, è forse terrorizzato dal peso di un'identità di genere che lo obbliga a comportarsi da “macho” per non correre il rischio di essere considerato non sufficientemente virile, per cui crede che collezionando prede affettive aumenta la sua potenza mascolina, mascherando al contempo la paura di incontrare gli affetti, di non sapersi relazionare al femminile, genere così diverso, così nascosto e così complicato da gestire, che spaventa perché reclama inesorabilmente la qualità emotiva della relazione.

La situazione emotivo-comportamentale di Toby apre a un mondo di domande, riflessioni, dubbi rispetto alla questione adolescenziale e questo mio scritto certamente non vuole essere una risposta esaustiva (ripensiamo alle parole autorevoli di Anna Freud), ma costituire uno stimolo a un'apertura di pensieri, per suscitare sensazioni, fantasie, ipotesi di comprensione, nel tentativo di costruire insieme possibili “letture”, possibili sogni che ci aiutino ad avvicinarsi al sentire adolescente.