Durante la Prima guerra mondiale era attivo uno scrittore che farà a lungo parlare di sé, amato da generazioni di lettori e ancora oggi allo studio per sceneggiati televisivi di successo.

Gilbert Keith Chesterton è noto soprattutto per avere creato la figura di padre Brown, un prete cattolico molto particolare che, attratto dai dettagli della vita, come vuole la più salda tradizione di investigatori privati, riesce a risolvere enigmi che attanagliano i poveri poliziotti della sua parrocchia. La figura del prete non è scontata: Chesterton era anglicano e spesso agli occhi dei più numerosi fedeli inglesi, i cattolici sono pittoreschi. Così è infatti il prete, sempre in tonaca e con l’immancabile ombrello che, utile per i frequenti piovaschi britannici, diventa mazza da golf piuttosto che mezzo per risolvere qualche grattacapo poliziesco.

Nato nel 1874, non brillante negli studi, Chesterton subì una sorta di depressione dopo aver lasciato l’università senza conseguire la laurea. Superato il momento anche di riflessione su di sé e sulla vita, Chesterton iniziò a scrivere saggi, articoli, libri e poesie, non mancando di estro e sagacia; nel 1911 apparve il primo racconto con Padre Brown come protagonista. Sembra che il personaggio ispiratore sia stato padre John O’Connor, sacerdote irlandese amico dello scrittore e che lo porterà a convertirsi al cattolicesimo nel 1922.

Le vicende del bizzarro e acuto personaggio proseguirono anche durante il Primo conflitto mondiale, quando Chesterton fonda con l’amico Belloc una lega con lo scopo di aiutare lo sviluppo delle piccole proprietà industriali. L’amicizia con Belloc fu un’altra della motivazioni alla conversione. Il primo racconto in cui si legge del prelato è La croce azzurra, racconto pubblicato su una rivista dove Padre Brown viene descritto come una sorta di don Abbondio: un prete basso, viso rotondo inespressivo, occhi talmente azzurri da essere incolore; l’ombrello malandato che armeggiava in maniera goffa, tanto che gli cadeva di continuo.

Il racconto divenne L’innocenza di Padre Brown, titolo significativo. Brown, appunto come Holmes o Poirot o Marple, è insignificante; appare innocuo, sempliciotto, appunto addirittura cattolico, e non si vanta della propria non comune intelligenza che lo porta a risolvere molteplici quesiti. Scopo del padre, del resto, non è tanto vantarsi di essere il miglior investigatore del mondo, come Poirot ad esempio, ma di portare i criminali a convertirsi, pentirsi dei propri peccati (spesso legati a omicidi che risolve brillantemente, divenendo, manco a dirlo, la spina nel fianco della polizia locale) e salvare la propria anima dalle piaghe dell’inferno nel quale di certo finirebbero senza il perdono divino, anche concesso con la confessione in extremis.

Le caratteristiche più profonde di Padre Brown sembrano assomigliare proprio a quelle di padre O’Connor, capace di stare con tutti, soprattutto con i protestanti, di essere vicino alle novità del momento, di essere serafico e pio, ma anche vivace e attento ai dettagli. Probabilmente questo aveva impressionato Chesterton al momento del loro incontro, che pare fosse avvenuto nel 1903, e sono le caratteristiche che si ritrovano nel personaggio nato quasi per caso dalla sua penna, ma riconosciuto tra i meglio riusciti della letteratura di genere. Certo, padre O’Connor non era trasandato, era un irlandese delicato e sensibile, ma sapeva divertirsi, come vediamo Padre Brown nella brillante serie televisiva inglese che ha avuto pieno successo per i dettagli estremamente curati e che ha ridato vita a un Chesterton ancora capace di donare riflessione e buon passatempo.