Bene, la mia idea allora era che tutto questo sarebbe stato arte, arte e non economia, che l’arte sarebbe potuta divenire un esempio indicativo nella soddisfazione della fame come bisogno umano su base puramente umana, non più legata allo sfruttamento e che alla fine ci sarebbero state tante patate da poterle regalare a tutti.

(Gianfranco Baruchello)

A venti anni dalla nascita della Fondazione Baruchello, la mostra Agricola Cornelia S.p.A presenta per la prima volta l’idea e gli esiti di quello che è stato uno dei lavori più significativi di Gianfranco Baruchello, un progetto artistico, economico, zootecnico e agricolo, divenuto poi la base ideale della Fondazione stessa.

Nel 1983, raccontando l’esperienza di questa lunga attività (1973-1981) che aveva cercato di conciliare l’arte con l’agricoltura e la zootecnica, Baruchello parlava di tutto quello che sarebbe stato arte: arte come soddisfazione di bisogni primari, “patate” che si sarebbero potute regalare a tutti, arte, dunque, come utopia, azione politica e poetica allo stesso tempo. Con la nascita della Fondazione, l’idea fu traslata nella donazione stessa di opere e beni da porre alla base di un’impresa culturale. Non più coltivazione di ortaggi, grano, barbabietole, ma la più metaforica “coltivazione” di idee, di azioni da svolgere, formazione e risorse per le più giovani generazioni, è diventata la premessa concreta e pratica della Fondazione.

Dal 1998, attraverso un’attività che ha privilegiato la realizzazione di seminari condotti da artisti, conferenze, convegni, mostre, eventi performativi, pubblicazioni, la Fondazione ha costruito una piattaforma per il dialogo, lo scambio di idee, la ricerca. Artisti, filosofi, storici dell’arte, studiosi hanno collaborato negli anni e partecipato con proposte e spunti per la creazione di un patrimonio di pensiero dinamico, sempre rinnovato e che per la Fondazione costituisce la ragione stessa della sua azione.

La mostra – allestita nella sede inaugurata due anni fa nel quartiere romano di Monteverde Vecchio – intende sollecitare una riflessione su un processo inesauribile, che dalla Agricola Cornelia alla Fondazione non si identifica soltanto nella messa a fuoco di una serie di tappe, ma nel continuo trasformarsi di idee, motivazioni, obiettivi intorno ai quali la Fondazione non smette di svolgere il proprio lavoro di ricerca, studio e presentazione.

A cura di Maria Alicata e Daniela Zanoletti, l’esposizione presenta lavori degli anni Settanta e documenti inediti appartenenti alla collezione della Fondazione, tutti incentrati intorno alla idea di Agricola Cornelia S.p.A.: opere su alluminio e tela, disegni e sculture accanto a documentazione fotografica, film, fotocopie, esperimenti biodinamici, oggetti, documenti e registri delle attività agricole e zootecniche, diari degli anni 1973-1981, in un allestimento che per la prima volta restituisce la complessità di un’attività che ha posto arte e vita sullo stesso piano.

Nel mese di gennaio, una serie di incontri costituirà un ulteriore momento di riflessione per interrogare quanto fatto in questi venti anni e per capire cosa richiedano oggi l’epoca attuale e l’arte, e quanto esse si intreccino.