Si chiamano Mizaru, Kikazaru e Iwazaru, le tre scimmie sagge, una che si copre la bocca, l’altra le orecchie e l’ultima gli occhi.

La scultura, risalente al XVII secolo, è situata a guardia del santuario shintoista a Nikkō in Giappone, mausoleo dedicato a Tokugawa Ieyasu, militare giapponese divenuto shogun. Più esattamente, in una zona che si trova in una regione montuosa a Nord di Tokio.

Le tre scimmie “non vedo - non sento - non parlo” sono ben conosciute da tutti, l’iconografia ha proposto varianti e modelli a iosa ed il suo significato più lampante è facilmente desumibile dalla gestualità dei tre primati.

Ma ci siamo mai chiesti quale sia davvero il loro valore simbolico?

Il significato attribuito loro nel tempo, seppur travisato, sembra essere strumentale a logiche devianti come la volontà di far finta di nulla, quasi il dovere a non impicciarsi di ‘cose’ che devono restare fuori dalla nostra attenzione, come summa di un comportamento non propriamente nobile, quale quello dell’omertà e dell'indifferenza. Il loro significato originale, in verità, è tutt'altro che di negazione o provocatorio.

Dunque facciamo un po’ di chiarezza: Mizaru, coprendosi gli occhi, non guarda il male, Kikazaru, coprendosi le orecchie, non ascolta il male e Iwazaru, coprendosi la bocca, non dice il male.

Questa saggezza, oltre 2.500 anni fa, dettava la condotta di elevate civiltà asiatiche come quella cinese, indiana e giapponese, in funzione dello sviluppo etico e mentale, e con l’obiettivo di liberare l’individuo dalla sofferenza e di condurlo infine alla comprensione della verità.

Si tratta di una filosofia mirabilmente semplice e pura: voltare le spalle alla negatività distruttiva.

Non guardare, ovvero preservare i propri occhi da immagini ed impressioni negative per la propria crescita spirituale. Non ascoltare, da qui la necessità di tapparsi le orecchie per non ascoltare notizie negative, a meno che non sia utile per un processo di consapevolezza. Dunque, il messaggio è: non interiorizzare il male, affinché non diventi parte integrante del sé, perché è ‘materia’ che, se assimilata e non opportunamente “trasformata”, fa ammalare generando una sorta di cancro nelle nostre menti.

Ma, se guardare ed ascoltare sono azioni che corrispondono a due dei nostri cinque sensi, parlare non corrisponde ad un senso. Guardare ed ascoltare implicano che qualcosa entri a far parte del nostro sistema, mentre parlare implica che qualcosa esca dal nostro sistema.

In tal senso il vero significato di Mizaru è un invito ad evitare di concentrarsi su ciò che non serve, non è utile o non è buono. Sollevare lo sguardo verso il lato della vita luminoso, ricco di possibilità e valore. Il messaggio è che l’uomo ha il potere di aprire o chiudere a piacimento tanto le porte della percezione, come atto di conoscenza, quanto quelle dell’espressione.

Il potere della parola è immenso. Il logos, la parola, il suono che è vibrazione, anche la più piccola ed insignificante, può fare molto, in base alle circostanze della comunicazione.

La parola ha un enorme potere. La parola può essere fonte di bellezza, di poesia, di creazione, di abbondanza, di amore, di vita, di nutrimento per l’anima.

La responsabilità con cui esercitiamo e usiamo il potere della parola è nostra. Utilizzarla per creare, costruire, condividere, accarezzare o abbracciare invece di aggredire, insultare o distruggere, in fondo, è una nostra decisione.

Questa filosofia, che fu adottata da Gandhi sotto forma di verità universale, paragona la mente ad un foglio bianco, la cui purezza resta tale solo se si rifiutano idee, visioni, suoni che conducono verso ‘l’ordine inferiore delle cose’.

Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo.

(Buddha)

Innumerevoli studi nel corso degli anni hanno provato che la violenza, rappresentata dai media - televisione, cinema e videogiochi - e dai loro sponsor, induce incubi, fobie e diminuzione di empatia, modificando il pensare e l’agire in modo più aggressivo.

L’antico insegnamento giapponese è stato sottilmente capovolto, da efficace strumento di auto-difesa ad arma culturale depotenziante.

La verità di Mizaru, Kikazaru e Iwazaru è molto più forte, auto-migliorativa, magica e spiritualmente edificante, di quanto possiamo immaginare.

Essere presenti a se stessi, saper elaborare le informazioni esterne in maniera consapevole, saper filtrare e trasformare. Questo è il nostro vero potenziale. La coscienza cosmica ci indica di come tutto e tutti siamo collegati e come questo sia di fondamentale importanza qui e ora.