Quali sono stati i sogni in cui l’uomo, nell’osservare l’infinità dei cieli, ha concepito l’idea del volo e la conquista di spazi sconosciuti? Quali i “salti” verso gli infiniti universi che caratterizzano la sua galassia umana? Quali i viaggi nell’immenso spazio fuori dal confine della terrestre corporeità? E quali dentro le profondità dell’animo umano? “Per colui che sale, l’orizzonte diventa più ampio, più luminoso. L’orizzonte diventa l’immensa aureola della terra contemplata dall’essere che si eleva; poco importa se si tratta di elevazione fisica o morale. Colui che guarda lontano ha uno sguardo limpido, il suo viso si illumina, la sua fronte si schiarisce” (Bachelard, 2007, pag. 44). Nel corso dei secoli, studiosi e ricercatori si sono aperti ad orizzonti infiniti, hanno realizzato grandi scoperte, avviato rivoluzioni scientifiche, conquistato nuovi mondi e spazi… e le loro voci, unite in un ritmo comune, ci giungono come espressione della volontà di una umanità che inesorabilmente continua il proprio viaggio alla ricerca della Verità cercando di andare oltre i singoli fenomeni per cogliere un movimento “spirituale”, come esprime C.G. Jung: “C’era sempre, nel mio intimo, la sensazione della presenza di qualche cosa di diverso da me stesso: come un soffio che spirasse dal grande mondo delle stelle e dallo spazio infinito, o come uno spirito invisibile – lo spirito di qualcuno scomparso da molto tempo, eppure eternamente presente, fin nel lontano futuro. Pensieri di tal sorta erano circondati da un’aureola luminosa” (Jung, 2007, pag. 96).

Ogni essere umano non esiste che per un breve intervallo di tempo, e proprio in quell’attimo, comparato ai millenni trascorsi e a quelli che verranno, esplora una parte infinitesimale “dell’universo” e infinite “galassie” dentro e fuori di noi attendono di essere esplorate. È importante ricordare che quando parliamo di “universo” non ci riferiamo solo a quello infinito, nato dal Big Bang e descritto dai fisici, ma consideriamo anche il singolo individuo, un piccolo universo, una dimensione complessa dove psiche e corpo, cultura e natura costituiscono una unità articolata, “il cosmo intero corre fisicamente dentro di noi” (Bachelard, 2007, pag. 212). Analogamente e modernamente, per la psicologia del profondo, il cielo stellato riecheggia di vibranti scintille di coscienza nella vastità dell’inconscio, le infinite costellazioni e le galassie dell’animo umano “rivaleggiano” con i grandi spazi dell’universo. È in questo senso che possiamo parlare dell’uomo quale tempio vivente del proprio “uni-verso”, inteso nella sua accezione etimologica di progressiva emancipazione cosciente verso l’unità.

Macrocosmo e microcosmo divengono lo scenario di un’esperienza di profonda ricerca e apertura spirituale, luoghi di trasformazione e di processi alchemici esperimentati attraverso il lavoro umano: “alcuni, nella loro vita immaginaria, sollevano a fatica: sono i “terrestri”. Altri, invece, sollevano nello stupore della propria facile potenza: sono gli “aerei”” (Bachelard, 2007, pag. 93). Ecco che il poeta solitario delle rêveries nel costante sforzo di tradurre le “sostanze” concrete del mondo – terra, acqua, aria, fuoco – nella loro dimensione “sottile”, opera nel “laboratorio” intimo della propria individualità alla ricerca del “soffio interno” della Natura per completare il proprio divenire. Egli pazientemente distilla le immagini, ne estrae i principi attivi e ne elimina il superfluo fino a giungere a quella originaria potenza germinativa capace di trasformare se stesso e il mondo.

Bibliografia

AA. VV., Mysterium Coniunctionis. La base ecobiopsicologica delle immagini archetipiche. Spiritualis Substantia. Persiani, Bologna, 2012.
Bachelard G., Psicanalisi dell’aria. L’ascesa e la caduta. RED, Milano, 2007.
Conti Tortorici E., Amare l’amore. Un percorso tra mito, letteratura e psicoanalisi, Armando, Roma, 2007.
Frigoli D., La fisica dell’anima. Riflessioni ecobiopsicologiche in psicoterapia. Persiani, Bologna, 2013.
Jung C.G., Ricordi, Sogni, Riflessioni. Milano: BUR, Milano, 2007.