Nei libri non esiste il tempo, è solo una convenzione. Il passato vive nell'istante in cui si legge.

Il mondo e la letteratura appartengono alle donne, che hanno sempre avuto la capacità di scrivere e interpretare, inventando nuovi generi ed esplorando aree incontaminate dello spirito umano. È sempre il tempo delle donne. Anche in questi difficili mesi, molte autrici sono riuscite a raccontare con una luce diversa le battaglie, le difficoltà della vita, e lo hanno fatto con parole sempre nuove e con quella sensibilità che le contraddistingue. Sarebbe difficile elencare tutte le scrittrici che hanno avuto un peso nel mondo della letteratura.

Tralasciando, per un attimo il passato, ci inoltriamo nella letteratura contemporanea, citando solo due autrici, per dare un’idea dei contenuti, che i libri (scritti da donne) sanno sprigionare.

In Fiore di Roccia, edito da Longanesi, Ilaria Tuti offre al lettore un appassionante viaggio fra le montagne friulane, e ricorda le portatrici di viveri e munizioni sulle trincee della Prima guerra mondiale. La storia le aveva dimenticate, l’autrice di questo romanzo storico le ricorda, e lo fa raccontando il coraggio, la generosità e la resilienza femminile, da cui tutti dovrebbero prendere esempio. Quelle donne sono state fondamentali per la vita dei soldati coprendo distanze inimmaginabili e sfidando le più impervie condizioni climatiche. La storia va rispolverata per comprendere il presente e questa giovane autrice friulana lo fa magistralmente. Protagonista del romanzo è Agata, personaggio inventato che vive fatti realmente accaduti, emblema di tutte le donne tra i tredici e i sessant’anni che hanno lottato per la libertà, un vero e proprio corpo militare non riconosciuto. Solo nel 1997 il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, conferì a Maria Plozner, portatrice che morì colpita da un cecchino austriaco, la medaglia d’oro al valor militare.

Eppure i suoi occhi riuscivano ancora a seguire gli antichi camminamenti per la fienagione che si inerpicavano chiari fino ai magri prati d'altura. Il pal era lassù, oltre i boschi, con la sua corona di rocce e trincee. Mai più solo misero pascolo, ma sacrario benedetto. Riconobbe nel vento il richiamo della valle. E il ricordo di ciò che era stato tornò a scorrerle nel sangue.

La seconda autrice è Janet Skeslien Charles, che regala al pubblico La Biblioteca di Parigi edito da Garzanti, un romanzo che unisce l’incanto di Parigi alla bellezza dei libri e alla Resistenza durante l'occupazione nazista. Di nuovo un romanzo sulla (seconda) guerra e sui libri, sulla bellezza delle donne e sull’amore. L’autrice, come la protagonista del libro ha realmente lavorato come responsabile degli eventi culturali nella Biblioteca americana di Parigi, fondata nel 1920. La biblioteca, dunque, esiste davvero come anche i personaggi che hanno ispirato il romanzo. “Dopo l’oscurità della guerra, la luce dei libri” è il motto della Biblioteca Americana di Parigi, che figura ancora oggi su ogni libro della sua collezione. Nessuno può far tacere i libri, e vanno salvati, perché custodi della conoscenza. Sullo sfondo la guerra e le bombe, i feriti e i morti, la forza dei libri, la loro grande capacità di salvare, anche attraverso il buio più disperante. L’ultimo ingrediente di questo romanzo è la paura, che però non ferma le emozioni.

”Non andartene, mademoiselle Divorarlibri”. Si aggrappò al mio orlo. Aveva diciannove anni. Un barbiere, prima della guerra. “Non andartene”, sussurrò di nuovo. Maman avrebbe dovuto aspettare. Gli sistemai la coperta sotto il mento. “Parlami”, disse. “Di cosa?” “Qualsiasi cosa”. “Mi piacerebbe che tu potessi conoscere i clienti abituali dell’American Library. C’è un inglese… immagina una gru con un farfallino a motivi cachemire. E il suo amico francese… un tricheco con i baffoni folti. Ogni giorno accendono un sigaro puzzolente e si mettono a discutere”. Fui ricompensata da un accenno di sorriso. “C’è madame Simon, con una dentiera usata, l’austera signora Turnbull, con la sua frangetta storta grigiazzurra”. Quasi le undici. “Non andartene”, mi disse. La sua voce era diventata roca, perciò gli sollevai la testa e gli diedi un sorso d’acqua. “Non resterai mai da solo”, promisi. Per tutta la notte gli rimasi vicino, raccontando storie, calmando i suoi sogni febbricitanti, tenendogli la mano finché morì.

Questo romanzo è anche un meraviglioso viaggio nella letteratura di tutti i tempi. Odile, la protagonista conosce il codice di ogni libro e cita molti passaggi dai più famosi romanzi.

La vita è delle donne, e non c’è un solo passo, un solo respiro della storia che non appartenga a loro. Molti esperti pensano che la cultura sia impregnata di una certa educazione dei maschi. Anche nei Paesi che si dicono liberi e democratici, le donne sono da sempre un passo indietro e spesso vivono nell’ombra. Sottopagate, sfruttate, maltrattate. Esiste nel mondo un’idea generalizzata di inferiorità femminile, mai descritta in nessun libro, mai sottintesa nei Vangeli, mai riscontrata nella realtà che la vita ogni giorno ci offre, e nemmeno in quella che tante donne, nonostante tutto, regalano a piene mani.