Per descrivere l’incontro con l’amico Massimo Mauro cito un aforisma di Paulo Coelho che calza a pennello: “Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano”.

Massimo Mauro, scrittore, filosofo ed esperto conoscitore dei Tarocchi, nasce nel 1958 a Torino sotto il segno del Leone, eclettico e curioso, accumula esperienze lavorative che spaziano dal globetrotter al massaggiatore e maître, all’atletica come allenatore. Trasferisce il suo ricco bagaglio di esperienze nella scrittura. Il primo romanzo del 2013 Esistenze di vetro racconta di una vita che oscilla tra la ribellione verso lo status quo, la coscienza politica e l’amore contrastato, ambientato nell’Italia dagli anni Settanta sino all'alba del nuovo millennio.

Seguiranno altri romanzi: Progressivamente, Le colonne d’Ercole della sensualità, Lo spallone, Fotosintesi clorofilliana.

Dal 2014 si trasferisce definitivamente in Spagna, sulla Costa Blanca, sposando Margarita nel 2017.

I Tarocchi sono 78 carte da gioco, suddivise in 22 Arcani maggiori (illustrano figure animali, umane e mitologiche) e 56 Arcani minori (suddivisi nei quattro semi, cioè le coppe, le spade, i bastoni e i denari) che risalgono presumibilmente al tardo medioevo nell’Italia settentrionale, anche se successivamente nel 1700 furono associati dal massone Antoine Court de Gabelin ai libri di Thot (il Dio egizio della Luna, della magia, della scrittura e della sapienza, della matematica e della geometria, poi associato al leggendario Ermete Trismegisto), facendoli risalire all’antico Egitto. Nell’800 poi l'occultista Eliphas Lévi indicò la loro origine nella Cabala ebraica.

L’interpretazione dei Tarocchi presuppone una conoscenza esoterica profonda e la consapevolezza che rappresentano uno strumento per comprendere il significato profondo del progetto divino che si cela dietro l’esperienza terrena, trascendendone i limiti per la realizzazione personale. I simboli raffigurati sono frutto della saggezza accumulata in migliaia di anni, sono degli archetipi che agiscono sempre potentemente nell’inconscio collettivo.

Come ti sei avvicinato all’esoterismo?

Fin da ragazzino ero affascinato dalla psiche, dalla psicologia, ho avuto la fortuna di avere a disposizione una biblioteca di famiglia molto nutrita e in seguito ho ampliato le mie conoscenze con studi sull’esoterismo e sui Tarocchi.

Vi sono tre libri per me fondamentali; il primo mi fu regalato da mio zio che sapeva della mia passione per la psicoanalisi, Introduzione allo studio della Psicoanalisi di Sigmund Freud, ricordo che quando lo lessi a 12 anni fu una vera scossa. Il padre della psicoanalisi per primo si avvicina al significato dei sogni e dei simboli, insieme a Carl Gustave Jung che studiò le discipline orientali, il misticismo, l’esoterismo, entrambi compresero che il simbolo rappresenta il linguaggio dell’inconscio.

Il secondo libro è stato Introduzione all’astrologia di Lisa Morpurgo, psicologa junghiana.

Il terzo libro è La via dei Tarocchi di Alejandro Jodorowsky che non è solo un cartomante ma un grande regista, poeta, scrittore, autore teatrale. Jodorowsky è cileno e vive a Parigi dai tempi della dittatura di Pinochet, ancora adesso, alla veneranda età di 90 anni, tutti i giovedì si siede nella brasserie sotto casa sua e fa i Tarocchi gratis a chi vuole. Si possono trovare i suoi video su Internet in spagnolo o francese e consiglio vivamente di approfondire la sua opera.

Penso che l’esoterismo rappresenti un percorso filosofico, scientifico, che facilita la conoscenza del mondo interiore fatto di recondite paure, di limitazioni ma anche di risorse. È un percorso che fa paura e spesso, durante un consulto con i Tarocchi, posso vedere nel viso del consultante il terrore che aleggia nella sua anima nel momento che viene messo a nudo.

Cosa rappresentano per te i Tarocchi?

Ti ringrazio per la domanda e rispondo riferendomi agli insegnamenti di Jodorowsky e della Morpurgo. La prima cosa che insegnano nell’usare il mezzo per la divinazione è di attingere alle conoscenze personali e di contattare l’energia universale che circola tra il consultante e chi esegue la divinazione. Quando feci il corso sui Tarocchi con la mia maestra, la signora Paola che ringrazierò sempre, ho imparato due passaggi fondamentali di questo antico rituale: innanzitutto bisogna accendere una candela bianca e lavare le mani, poi bisogna dimenticare quello che è successo prima di fare la lettura.

Per svuotare la mente vi sono delle tecniche esoteriche, mi ricordo che le prime volte che facevo i Tarocchi dopo stavo male. Ero come una spugna che assorbiva le frequenze disarmoniche, con l’esperienza ho imparato come schermarmi.

Rimanendo nell’ambito dei Tarocchi ‘onesti’ posso dire che non si può fare una divinazione se non hai un’anima pronta ad accogliere sia il positivo che il negativo, solo in questo modo puoi entrare in contatto con il consultante e questo presuppone un percorso individuale, lo studio dell’astrologia e di altre dottrine.

Per maneggiare i Tarocchi bisogna avere un’energia particolare?

Vorrei sfatare il mito del taroccaro guru che riesce a cambiare la vita delle persone, non è assolutamente così. Il percorso per arrivare a fare i Tarocchi seriamente è lungo e impegnativo. Purtroppo in Italia moltissimi si improvvisano esperti di divinazione per guadagno, approfittando della vulnerabilità delle persone che vivono un disagio, ma la divinazione non è una professione, è una passione. Nella società odierna possiamo constatare la fretta delle persone di conoscere il futuro e, dietro un compenso in denaro, vogliono le risposte che desiderano, non la verità. Non funziona così, io non faccio parte della schiera dei ciarlatani. Posso testimoniare però che ci sono stati momenti della mia vita in cui i Tarocchi mi hanno aiutato anche economicamente. Avrei potuto, lo giuro, far staccare assegni in bianco, bastava che rispondessi quello che la persona voleva sentirsi dire, ma non l’ho mai fatto. Interpellare l’oracolo significa accettare anche scomode verità.

Bisogna essere in una condizione di neutralità rispetto a quello che arriva dalla divinazione?

Certamente, l’incontro con l’altro è sacro ed è necessario porgersi in osservazione distaccata ma riverente nell’accogliere ciò che di ‘sottile’ giunge. Ricordo che sentivo qualcosa le prime volte che aprivo i Tarocchi, percepivo un’energia particolare che non so descrivere. È questa energia che circola tra me e la persona in consulto che facilita l’interpretazione delle carte. Serve una base tecnica come nella scrittura, nella pittura e nella musica, ma a questa bisogna aggiungere la passione, l’anima, altrimenti è impossibile interagire con la persona e offrire un responso veritiero.

Si può affermare che gli Arcani siano dei portali di accesso e siano necessarie delle chiavi interpretative?

Certamente, le chiavi interpretative derivano da una conoscenza profonda di ogni carta e delle loro combinazioni. Esistono vari tipi di Tarocchi e ognuno possiede un’energia particolare, nel corso degli anni ho ampliato la mia collezione, ne posseggo più di 100 paia, anche antichissimi, consacrati alla Luna con specifici rituali.

Molti si chiedono come mai costano così care le divinazioni, sfido chiunque che abbia una passione astrologica ad interpretare un tema natale, è difficilissimo, sono necessari decenni di studi e personalmente ho voluto integrare allo studio dei Tarocchi anche l’astrologia.

E un ottimo astrologo oltre che amico di una vita è Marco Capello, insieme abbiamo scritto il libro J.J.J. – Il viaggio: visione socio-astrologica e oltre del mitico club dei 27 anni, in cui cerchiamo di analizzare dal punto di vista astrologico la vita e la morte di famosi artisti come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, deceduti tutti misteriosamente a 27 anni.

La stesura di questo libro ci ha impegnati moltissimo, abbiamo analizzato i temi natali di questi personaggi quasi percependone l’essenza, per conoscere la nostra interpretazione vi suggerisco di leggere il libro!

I Tarocchi più significativi sono il Matto e la Morte, puoi dirci qualcosa?

Ti ringrazio molto per la domanda perché sono i due Tarocchi più difficili da spiegare alle persone che fanno il consulto, soprattutto perché non hanno lo stesso significato del loro nome.

Il Matto è la carta numero zero perché rappresenta il caos primordiale, bisogna essere agnostici per vederla come la carta che indica l’origine di ogni cosa, viene interpretata a seconda dell’arcano con cui si combina ovviamente, ma è una carta fondamentalmente positiva, sono altre le carte che sembrano positive ma non lo sono.

La Morte non vuol dire propriamente morte fisica ma rinascita, indica la fine di una situazione e l’inizio di qualcosa di nuovo.

Nella tua lunga esperienza nella divinazione con i Tarocchi quali sono le domande più frequenti?

Come prevedibile sono la salute, l’amore e il lavoro. Ho imparato dalla mia maestra alcuni giochi di carte ‘esca’ per scoprire la personalità di chi ho dinanzi. Il 90 % delle persone che arriva in consulto ha un grosso problema, un disagio emotivo, è in un momento difficile. Inizialmente compio una esplorazione della persona, le faccio mettere le mani sul tavolo, cerco di guardarla negli occhi, ne percepisco lo stato d’animo, la ‘sento’. Sicuramente non parto di getto girando subito le carte, cerco di essere diplomatico nel comunicare il significato delle carte. Un esempio classico è la persona che interroga gli arcani sull’amore. Se esce il Matto e la combinazione con le altre carte indica chiaramente la fine della relazione, con onestà utilizzo frasi come “anche se sei ancora innamorato non funzionerà più, non avrà un proseguo, devi chiudere il ciclo”. Anche a me è capitata una situazione sentimentale del genere ma, avendo lavorato molto su me stesso, posso dire che l’esoterismo mi ha aiutato moltissimo a conoscermi, a essere consapevole delle mie difese e a superare la paura.

Riconosci nelle persone dei meccanismi che sono stati anche tuoi ma che hai elaborato e lasciato andare, riesci così a entrare ancor più in empatia.

Posso dire senza remore che a 40 anni mi son dovuto guardare dentro, ho scelto di fare percorsi sulla mia personalità proprio per avere degli strumenti per uscire dagli autosabotaggi, posso assicurare che è durissima perché il nemico più grande siamo noi stessi. Ricordo che una psicologa, durante il primo corso che feci, disse: “Se voi non riuscite a togliervi la cacca che avete accumulato dentro non riuscirete mai a uscire dal dolore”.

Ed è esattamente così. Capisco che in una società così individualista come la nostra è difficile iniziare il cammino interiore, guardare il dolore, le imperfezioni, ma è necessario per essere consapevole che certi comportamenti sono guidati da quel dolore antico che non è stato affrontato.

Il viaggio alchemico dentro sé stessi è duro ma necessario perché permette di uscire dalla “coazione a ripetere” che Freud descrisse bene, per non ripetere gli stessi errori all’infinito.

Devo dire che ho ricevuto tanto perché ho buttato tanto fuori. Questo processo che dura ormai da vent’anni, avendo superato i sessanta, mi ha condotto ad amare mia moglie come la amo, a creare amicizie con persone che prima non avrei proprio considerato, a conoscere un mondo che prima non conoscevo… a conoscere te, ad esempio, e sentire di conoscerti da millenni.

Quando ebbi la consapevolezza che era giunto il momento di scrivere, iniziai a farlo. Scrivere è un modo di guardare dentro noi stessi, attraverso i personaggi metti in campo il tuo subconscio, il tuo mondo immaginario. Non amo molto i film horror ma a volte li guardo perché mi interessa la personalità dell’assassino.

Nella maggioranza dei casi gli assassini sono persone dalla vita normalissima, che nascondono traumi irrisolti come il rifiuto di far l’amore della prima fidanzata, o una violenza sessuale subita.

Concludendo i Tarocchi sono uno strumento di autoconoscenza e di collegamento con i piani spirituali?

Esattamente, per me è così e lo sarà sempre. I Tarocchi sono come dei portali che ti conducono a degli stati di coscienza. È necessario promuovere l’umanesimo in questo mondo così materialista, cercare di far comprendere alle persone che la conoscenza di sé stessi è fondamentale per la presa di coscienza, dobbiamo gridarlo sempre più forte proprio perché nel mondo la maggior parte degli 8 miliardi di persone fanno esattamente quello che qualcun’altro gli dice di fare, delegando ad altri la responsabilità della propria vita.

È necessaria una presa di coscienza dell’essere umano su chi è veramente, e questa può avvenire unicamente solo se attua il celebre “conosci te stesso”, grazie all’arte divinatoria dei Tarocchi si può almeno provare a svelarne il mistero.