Autonomia nella vita, nelle relazioni e nel lavoro. Un'autosufficienza che viene conquistata gradualmente per agganciare il quotidiano in modo consapevole e sicuro. È questo l'obiettivo che porta avanti con successo la Cooperativa Vite Vere – Associazione Down Dadi di Padova. Una realtà che, nel tempo, si è costruita un'autorevolezza a livello nazionale.

I ragazzi di Vite Vere Dadi hanno realizzato ben sei collezioni di design per un progetto lanciato da Geox e per altre realtà in ambito tessile. La creatività, il colore, la manualità rappresentano un grande atout per conquistare giorno dopo giorno un pezzo di vita vera. Dadi, acronimo, di Down, autismo, disabilità intellettiva, racchiude un mondo variegato e differente per modalità e vissuti, che la Cooperativa guidata da Patrizia Tolot, declina negli ambiti fondamentali della vita: il lavoro, la socialità e l'affettività.

Nella sede di Ca' Lando, nel centro storico di Padova, ho incontrato la presidente Tolot e Angela Bettin, coordinatrice del laboratorio artigianale dove i ragazzi dipingono ed esprimono tutta la loro immaginazione a colori. L'accoglienza per i ragazzi di Vite Vere parte dagli 0 agli over 30, il percorso è quello dello sviluppo dell'autonomia e di una forma graduale d'indipendenza dalle famiglie proprio per affrontare la vita, quella vera, fatta di lavoro e di una casa della quale occuparsi. “La vita delle persone con disabilità intellettive – spiega Patrizia Tolot a sua volta madre di un ragazzo Down – deve essere vera, ossia vicina agli standard della cosiddetta normalità. Spesso la vita di questi ragazzi è, invece, una vita protetta che si allontana troppo dai problemi ma anche dalle gioie di ogni giorno. Insomma, il nostro obiettivo si considera raggiunto quando i nostri ragazzi diventano in grado di assumere un impegno occupazionale/ lavorativo, di un certo tipo e con determinate caratteristiche, vivere in gruppo in una casa sviluppando relazioni sociali e affettive tra loro ma soprattutto con il tessuto sociale circostante. Siamo stati tra i primi – sottolinea ancora la presidente - a cominciare questa avventura dell'autonomia abitativa e, attualmente, un gruppo di ragazze Down vive per conto proprio per la maggior parte del tempo e ogni giorno si reca al lavoro coi mezzi pubblici. È evidente che una sorta di controllo ci sarà sempre, ma la tendenza è quella di responsabilizzare i ragazzi attraverso un percorso a step”.

Il progetto di autonomia della Cooperativa Vite Vere si svolge tra il Comune di Padova e quello adiacente di Limena, dove la Cooperativa ha 3 strutture abitative: una casa in periferia data in comodato d'uso gratuito, appunto a Limena, denominata Casa Vela, dove si svolge il progetto Navigando (percorso di autonomia per preadolescenti e adolescenti), un appartamento acquistato con un mutuo, grazie al fondo regionale di rotazione denominato Casa Ponte, dove si svolge il progetto Mettiamo su casa (percorso di autonomia per adulti) e la sede centrale in Corte Lando a Padova, data in comodato gratuito dal Comune: i vari progetti vedono coinvolti 60 ragazzi quasi tutti con la Sindrome di Down.

Gli obiettivi del progetto di autonomia abitativa, come già evidenziato, sono legati all'opportunità per i ragazzi di mettersi alla prova nella gestione della vita quotidiana. “L'obiettivo generale – ribadisce Tolot – è quello di sganciarsi dalla famiglia, per una vita in prospettiva il più indipendente possibile, con tempistiche volte a evitare che il ragazzo o la ragazza si trovino in situazioni spiacevoli, come nel caso della scomparsa dei genitori. Questo cammino – argomenta ancora la presidente di Vite vere – non vuole solo insegnare ai ragazzi a fare da soli ma metterli nella condizioni di imparare a capire e soddisfare i propri bisogni, desideri e sogni, a prendere decisioni giuste e indipendenti per il proprio bene e per quello degli altri”.

Ma quali sono gli step che consentono ai ragazzi di Vite Vere di conquistare la tanto sospirata indipendenza? Grazie all'aiuto costante di personale esperto e motivato, e partendo da quelli che sono i propri interessi e capacità, sicuramente imparare una professione, magari creativa e colorata, come racconta Angela Bettin che segue il laboratorio: “Cerchiamo di cogliere in ognuno dei ragazzi la capacità creativa. Ciascun manufatto viene, infatti, dipinto da tutti i ragazzi, tutti danno una pennellata, un tocco, un motivo”. I ragazzi del laboratorio Dadi dal 2013 realizzano una collezione per conto di Geox attraverso la Valemour di Verona. “Tingono la pelle, il tessuto, per realizzare scarpe, borse – continua Angela – il laboratorio in via Loredan al Portello nasce proprio dall'esigenza di avere uno spazio dove i nostri ragazzi possano avere tutti gli strumenti per lavorare in una sorta di palestra formativa. Sono occupati tutte le mattine, entrano e firmano il foglio presenze, sono responsabilizzati perché sanno che c'è una commissione da portare a termine con tempi e scadenze precise. Il percorso lavorativo si muove su temi astratti, colori e forme dove la disabilità non compare. Al momento sono stati disegnati dai ragazzi dei tessuti per la T&F di Valdobbiadene in provincia di Treviso, il progetto si chiama 'Colora la tua casa con solidarietà', e i tessuti sono venduti sul sito della Cooponline”.

Ai ragazzi del “Dadi” vengono fatte fare sempre cose diverse e nuove per stimolare la capacità di affrontare anche imprevisti e non standardizzare la loro attività. “L'imprevisto deve essere sempre un'eventualità – osserva Angela Bettin – non vogliamo che i ragazzi si fossilizzino su un unico processo che diventa routine, la varietà nel lavoro consente loro di migliorare l'elasticità mentale”. Ma la meraviglia di lavorare in un mondo pieno di colore ed energia creativa è qualcosa di impagabile, e i ragazzi del Dadi lo sanno bene. “La creatività porta a un miglioramento non solo della manualità ma gratifica e innalza l'autostima in modo importante. Il percorso che si apre per i nostri ragazzi conduce al lavoro e alcuni di essi sono stati chiamati per uno stage”, conclude Angela. Il futuro per i ragazzi del Dadi è soprattutto a colori.