Rosa Luxemburg, ebrea polacca naturalizzata tedesca, lottava per la realizzazione del socialismo rivoluzionario, contrapposto al socialismo riformista che anche in Germania era attivo nel Partito Socialdemocratico.

Nel 1919, assieme a Karl Liebknecht che con lei aveva fondato la Lega di Spartaco, diede vita alla rivoluzione tedesca. Aveva imparato le fondamenta rivoluzionarie entrando giovanissima in un gruppo clandestino che lottava contro la politica zarista alla quale il suo Paese era sottoposto.

Ribelle nei confronti dell’autorità, si fece notare ben presto nei suoi ambienti e anche a scuola; lasciò il Paese durante l’ondata di arresti del 1889, conseguenti agli scioperi e alle proteste operaie e andò a vivere a Zurigo. Studentessa brillante, si interessò agli studi di Filosofia, Matematica, Botanica e Giurisprudenza, materia nella quale si laureò; intanto aderì al marxismo, dopo avere approfondito lo studio dei testi di Marx ed Engels, e divenne atea.

Si occupò di stampa socialista grazie alla quale voleva che il movimento socialista polacco, in accordo con quello russo, crescesse fino a diventare importante strumento politico per il benessere del Paese. I contrasti interni alle correnti non mancarono e nemmeno le rotture, che portarono alla creazione di un nuovo partito di cui Rosa fu firmataria, clandestinamente come gli altri membri, per non attirare l’attenzione delle autorità.

Fortemente contraria al nazionalismo che portava alcuni gruppi socialisti a volere l’indipendenza della Polonia su questa base, ottenne in seno al IV Congresso dell’Internazionale una soluzione di compromesso in cui si riconosceva il diritto dei popoli all’autodeterminazione.

L’opposizione al capitalismo fu costante, perché esso veniva visto come il principale artefice dell’esigenza dei Paesi di assimilarsi ad altri dominanti, allo stesso tempo facendo disperdere le forze operaie in lotte nazionaliste che non avrebbero avuto senso nel più ampio progetto socialista. Quindi Rosa si trasferì in Germania, per continuare la sua lotta entrando nel partito socialista europeo, più organizzato. Essendo socialista, le sarebbe stato impossibile ottenere il permesso di residenza, quindi, nel 1897, sposò in un matrimonio proforma un tedesco e poi si trasferì a Berlino.

La sua personalità la metteva sempre in primo piano su varie tematiche, contro il militarismo, ad esempio, e ponendosi come neutralista allo scoppio della prima guerra mondiale. Incarcerata per la sua attività nel 1915, l’anno dopo venne condannata a due anni per avere organizzato uno sciopero internazionale; durante la carcerazione scrisse molto. Rilasciata, partecipò alla rivoluzione tedesca nel novembre del 1918. Il 6 gennaio 1919, durante una nuova rivolta venne rapita e il 15 gennaio assassinata a soli 48 anni assieme al cofondatore della Lega, Liebknecht, da gruppi paramilitari vicini al governo di Weimar. I suoi resti furono ritrovati in un canale, ma ci sono seri dubbi che fossero veramente i suoi. Un ritrovamento più certo risale al 2009 ed è ancora al vaglio.

Il suo epitaffio fu scritto da Bertolt Brecht: “Ora è sparita anche la Rosa rossa Dov’è sepolta non si sa. Siccome disse ai poveri la verità I ricchi l’hanno spedita nell’aldilà”.