Xenobiotico: una sostanza (per es. una droga, un farmaco, un pesticida, ecc.) estranea al normale metabolismo di un organismo vivente.

Quante sono queste sostanze? Tantissime e sono ovunque. In modo inconsapevole le respiriamo, le mangiamo, le assorbiamo, queste si accumulano, entrano nei processi biochimici di smaltimento per ossidazione e coniugazione, a volte dal fisiologico tentativo di inertizzazione ed eliminazione, si producono metaboliti più tossici se non addirittura cancerogeni dello xenobiotico iniziale e l'esito è la mutazione cellulare e l'ammalamento.

Insomma, per il nostro corpo è una battaglia quotidiana per la sopravvivenza, gli attacchi nell'era moderna non sono guerre combattute con le armi convenzionali ma guerre quotidiane, individuali combattute con armi biochimiche.

Le persone o sopravvivono o si ammalano di cancro e tra questi c'è chi ce la fa o chi soccombe. Ogni giorno in Italia si scoprono circa 1.000 nuovi casi di cancro. Le cifre presentate dall'Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) parlano di una malattia socialmente importante e questo deve far riflettere sulle cause di questa escalation.

Ciò che è evidente è il grado di industrializzazione che in tutto il mondo cresce soprattutto nei paesi emergenti; l'economia deve correre, deve produrre, contenere i costi, massimizzare la resa. Tutto cresce: le necessità, i beni di base, ma anche il confort e i consumi in generale, poiché a crescere è l'umanità. Difatti come riferisce l’organismo del Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite che monitora l'andamento demografico mondiale tramite la Population Division, esso ci mostra una prospettiva di crescita media pari a 83 milioni di persone all’anno.

E cosa deriva dalle produzioni atte a sostentare un mondo che cresce se non si attuano misure a controllo e rimedio?

Rifiuti.

Una infinità di rifiuti, prodotti secondari di scarto delle lavorazioni che vanno dalle polveri sottili ai metalli pesanti, idrocarburi aromatici e non, elementi radioattivi, mutageni e tossici. Ecco, quindi, l'importanza di una normativa mondiale di controllo per evitare che la superficialità e gli interessi mettano in atto il più grande attacco di tutti i tempi.

Le regole ed il controllo sono punti essenziali e cardine.

Un esempio, a partire dagli anni Ottanta, in Italia si è dimostrata cruciale la necessità dello smaltimento di rifiuti industriali tossici prodotti dalle aziende nazionali, quali: fanghi industriali, cianuro, solventi, vernici, pesticidi, rifiuti farmaceutici e nucleari. Nei paesi industrializzati questo ha un costo di 75/300 dollari per tonnellata, si capisce che ciò rappresenta una spesa elevatissima. È evidente che vengano creati dei circuiti non legali, a basso costo per far sparire i rifiuti speciali. Si interrano in discariche abusive, vedi, ad esempio, i casi di tumore nella Terra dei Fuochi (è stato registrato un aumento del numero di casi di neoplasie tiroidee statisticamente significativo), anche se in questo caso molto incide l'attività delle fabbriche presenti, le quali attraverso i fumi di combustione, emettono elevate quantità di diossina che insieme alla polveri sottili si deposita nei terreni minacciando l’integrità delle coltivazioni.

Il problema si presenta anche per i fanghi, dove la questione è complessa ed è stata oggetto di numerosi decreti e leggi. Questi devono, intendersi distinti come: residui derivanti dai processi di depurazione delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti civili; delle acque reflue provenienti da insediamenti civili e produttivi e delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti produttivi. Le nuove normative (legge n.130, del 16 novembre 2018) che regolano l'utilizzo dei fanghi come fertilizzanti in agricoltura, purtroppo ne consentono ancora l'utilizzo nonostante se ne sia capita la pericolosità, elevando addirittura i limiti tollerati di idrocarburi C10-40 a valori uguali e/o inferiori a 1.000 mg/kg tal quale (che significa una concentrazione molto elevata se utilizzata al secco) rispetto ai limiti del D.Lsl.152/2006 dove gli idrocarburi con C superiore a 12 era fissato a 50 mg/kg di sostanza secca per i siti residenziali e a 750 mg/kg per i siti industriali e commerciali, mentre per quelli con C uguale o inferiore a 12 la differenza è ancora più marcata avendoli tollerati in quantità di 20 mg/kg nei siti residenziali a 250 mg/kg in quelli industriali e commerciali (con C si intende il numero degli atomi di carbonio dell’idrocarburo).

Cosa mangeremo quindi? Sostanze xenobiotiche che i tessuti vegetali hanno accumulato. Ancora va capito che se non tuteliamo prima noi stessi, questo sarà un mondo dove per colpa di chi ha tutelato i propri interessi nessuno ne godrà più. Un mondo a perdere come le navi a perdere, cioè quelle navi destinate ad essere affondate portandosi dietro tutto il carico di bidoni che mai verrà recuperato e che avvelenerà poco alla volta l'ecosistema marino e, infine, noi.

Commissioni d'inchiesta, Lega Ambiente e WWF hanno dato aiuto alla magistratura che ha indagato su questo fenomeno, disegnando una mappa di numerose decine di relitti che costellano il fondo marino del nostro povero mare Mediterraneo che da fonte di ricchezza è oramai diventato un campo di battaglia che custodisce silenziosamente la disumanità della nostra epoca.