Journey into Fragility è un progetto itinerante concepito dall’artista Maria Rebecca Ballestra e ispirato alla Carta per la Terra e per l’Uomo concepita e creata da Massimo Morasso. Le dodici tesi della Carta ispireranno dodici diversi progetti in altrettanti paesi del mondo (febbraio 2012 - dicembre 2013) con l’intento di sviluppare un dialogo attivo sull’ambiente e sul valore del vivere sulla Terra.

Report prima tappa: Ghana
La prima tappa del mio progetto Journey into Fragility in Ghana è stata un’esperienza intensa ed estremamente interessante! Ho trascorso due settimane nel villaggio rurale di Abetenim, a tre miglia da Juaben nella regione dei Principi Ashanti. Il villaggio ha una popolazione di circa millecinquecento persone, di cui la maggior parte di età inferiore ai 20 anni. La principale attività nel villaggio di Abetenim è l’agricoltura, anche se un piccolo gruppo di persone si occupa dell’estrazione dell’olio di palma e di attività artigianali. Molto tempo fa Abetenim era anche conosciuto come il più grande mercato di schiavi nella regione degli Ashanti. Il mio lavoro nel villaggio si è basato sulla memoria in rapporto all’ambiente. Ho realizzato una serie di interviste ai membri più anziani del villaggio, chiedendo loro di parlarmi dei “taboo” (cultura ancestrale quasi scomparsa con la cristianizzazione dell’Africa) e in particolare di quelli che regolano il rapporto tra Uomo e Natura. Nell’opera video di questa tappa sono presenti le interviste agli abitanti del villaggio di Abetenim e a un esperto di neuroscienze riguardante il funzionamento della memoria a breve e lungo periodo.
Sono inoltre in corso contatti con il Direttore del Dipartimento di Cultura Africana del KUNST (University of Science and Technologies) di Kumasi per un maggior apporto scientifico alla conoscenza dei taboo.

Report seconda tappa: Svizzera
Si è appena conclusa la seconda tappa del progetto Journey into Fragility. Il soggiorno a Berna presso il Progr Zentrum fur Kulturproduktion è stata un’esperienza estremamente interessante e molto formativa dal punto di vista artistico. Il video-artista Luca Coclite e io, ispirandoci al primo punto della Carta per la Terra e per l’Uomo abbiamo investigato il ruolo della politica in un mondo così interconnesso. La nostra relazione con la Terra implica anche doveri e responsabilità, possiamo ancora considerare la politica solo un sistema di amministrazione e organizzazione della società, come espressione degli interessi di questo o quell’altro stato? O possiamo forse immaginare un nuovo approccio della politica, capace di discutere gli interessi dell’uomo come specie, al fine di preservarne la sopravvivenza e la continuità?

La Svizzera ha una lunga storia di neutralità ed è stata spesso coinvolta come mediatore nella costruzione dei processi di pace in varie parti del mondo, per questo motivo era il luogo perfetto dove iniziare una discussione sul nostro pianeta come bene comune dell’intera umanità. Abbiamo realizzato una serie di interviste ad artisti e politici, alla ricerca di un dialogo per costruire un nuovo modello sociale per il futuro. Un ringraziamento particolare a Mr. Martin Dahinden, Director General - Federal Department of Foreign Affairs FDFA - Swiss Agency for Development and Cooperation SDC e Mr. Hans-Peter Egler - Head Trade Promotion - Federal Department of Economic Affairs FDEA - State Secretariat for Economic Affairs SECO che ci hanno gentilmente concesso le interviste e a Thomas Kalau, che con la sua associazione Kalart, ha dato grande sostegno al progetto.

Report terza tappa: Madagascar
La terza tappa del viaggio si è svolta in Madagascar dal 20 al 30 aprile 2012, dove Rebecca, riflettendo sulla sesta tesi del Manifesto (la rottura dell’equilibrio naturale non è un problema che riguarda solo la natura, ma l’uomo), ha realizzato un lavoro fotografico per documentare uno degli ecosistemi più ricchi e minacciati del pianeta. Il Madagascar, infatti, grazie al suo isolamento dal resto del mondo, ha conservato una grande biodiversità e un alto tasso di specie endemiche: più di 200.000 specie conosciute sono state trovate in Madagascar di cui circa 150.000 non esistono in nessun altra parte del mondo. Nonostante questo il suo ecosistema è uno dei più minacciati del pianeta: la superficie di foresta disboscata è superiore all’80% dell’area totale, metà della quale a partire del 1950.

Il lavoro si è svolto secondo un itinerario che ha permesso di raggiungere e documentare tre parchi: il Parco Nazionale di Ranomafana, una foresta fluviale presente nella zona centrale del paese; il Parco Nazionale dell’Isalo, caratterizzato da grandi formazioni rocciose e situato nella parte centro-meridionale; e il Parco di Zombitse-Vohibasia, una foresta tropicale che custodisce molte specie di uccelli rari e specie indigene. Questa tappa del viaggio ha visto la collaborazione di Rebecca con la locale associazione umanitaria Un seme per Crescere.

Report quarta tappa: Emirati Arabi Uniti
La quarta tappa del progetto Journey into Fragility, realizzata negli Emirati Arabi Uniti, è stata curata dall'esperta franco-algerina Mamia Bertesche. Ispirandomi all’undicesima tesi della Carta per la Terra e per l’Uomo, concepita e creata da Massimo Morasso “di fronte all’avanzamento del sincretismo planetario come dell’esasperazione delle logiche particolaristiche, nazionaliste, etniciste, è doveroso ritrovare e valorizzare le differenze e la logica del locale”, ho realizzato un lavoro fotografico ispirato al concetto visionario di Masdar ad Abu Dhabi. Abu Dhabi rappresenta una delle maggiori economie mondiali basate sulla produzione di idrocarburi che compie importanti passi verso le energie alternative; la città ha stabilito la sua posizione di leadership con il lancio dell'iniziativa Masdar, una piattaforma globale di cooperazione per la risoluzione di alcuni dei più pressanti problemi dell'umanità: la sicurezza energetica, i cambiamenti climatici e lo sviluppo delle competenze umane in rapporto alla sostenibilità.

Report quinta tappa: Cina
La quinta tappa del progetto Journey into Fragility è stata effettuata presso il Sunhoo Industrial Design Innovation Park di Fuyang (Hangzhou, China). Ispirandomi alla quinta tesi della Carta, secondo cui una parte significativa del senso della vita consiste nel fatto di trovare, esprimere e riconoscere la sua naturalità, ho realizzato un’installazione site specific basata sulla percezione della natura nella cultura, nella filosofia e nell’arte cinese, in rapporto al vertiginoso sviluppo urbano della regione. Nella cultura cinese il mondo naturale è stato a lungo concepito come un complesso sistema di elementi in grado di auto-generarsi, e in continuo cambiamento e interazione. A unire tutti questi elementi è il Dao, o la Via. Dao è il principio per cui tutte le cose esistono, ma non è concepito come una forza casuale dominante. La filosofia cinese tende a concentrarsi sulle relazioni tra i vari elementi esistenti in Natura, piuttosto che interrogarsi sul suo principio creatore. Secondo le credenze Taoiste, l'uomo è una componente fondamentale del mondo naturale e dovrebbe seguire il flusso dei ritmi della Natura. Il Taoismo insegna inoltre l’importanza per l’uomo di mantenere uno stretto rapporto con la Natura per salvaguardare la propria salute morale e fisica.

Grazie al progetto di residenza Creatives in Residence ho avuto l’opportunità di soggiornare a Fuyang, una città famosa per i suoi paesaggi montani e i corsi d’acqua. Fuyang è anche conosciuta come la città giardino, come la città con il miglior sistema sanitario, come una delle più belle destinazioni turistiche e infine come modello nazionale per la salvaguardia dell’ambiente. Fuyang si trova nella zona occidentale di Hangzhou, la capitale della provincia dello Zhejiang, di cui è il centro politico, economico e culturale. Per le incantevoli bellezze naturali e la numerosa presenza di siti culturali, Hangzhou è nota i come “Il paradiso sulla terra” ed è uno dei luoghi più importanti della Cina.

Il West Lake, iscritto nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, è la zona più famosa di Hangzhou. Il paesaggio del West Lake ha ispirato famosi poeti e artisti fin dal IX secolo ed è una testimonianza eccezionale della tipica tradizione culturale cinese che ambisce a migliorare il paesaggio intervenendo sulla Natura, creando una serie di “immagini” paesaggistiche, che riprendono ciò che è stato visto come una perfetta fusione tra uomo e natura. Una tradizione che si è evoluta durante le dinastie Tang e Song e ha continuato a svilupparsi fino ai giorni nostri. Nella cultura Tang e Song l’armonia tra uomo e Natura è possibile attraverso l’intervento umano sul paesaggio al fine di creare delle ambientazioni naturali di grande bellezza, ben visibili nel West Lake, con le sue isole, le strade rialzate, i templi, le pagode e l’intero impianto ornamentale del parco. Ad Hangzhou ho avuto inoltre l’occasione di visitare lo Xixi Wetland National Park, creato durante la dinastia Han e Jin, una delle zone umide protette più importanti del paese. La Cina ha attualmente il più vasto programma di conservazione e ripristino delle zone umide di tutta l’Asia. Il progetto site specific realizzato al Sunhoo Industrial Design Innovation Park e la documentazione del progetto Sowing on demand in collaborazione con Microcollection sono visibili sul sito nella sezione works e portfolio.

Report sesta tappa: Singapore
La sesta tappa del progetto, a Singapore, segna un’importante momento: siamo a metà del viaggio. L’ottava tesi del Manifesto di Arenzano ha dunque ispirato questa importante tappa: la cancellazione dei tratti differenziali che distinguono un luogo da un altro non è un evento ineluttabile correlato allo sviluppo economico. «Singapore – racconta Rebecca - è un piccolo stato con pochissime risorse e fino agli anni ‘60 era uno dei paesi con i maggiori problemi di approvvigionamento d'acqua pulita e smaltimento delle acque nere. L'approvvigionamento di acqua avveniva attraverso dei pozzi pubblici mentre lo smaltimento dei rifiuti avveniva grazie ai "night soil man", persone che passavano di notte casa per casa a svuotare i pozzi neri.

Dagli anni ‘70 Singapore sta investendo moltissime risorse in ricerca e tecnologia e nel 1974 PUB (L'agenzia Nazionale per l'Acqua) ha realizzato il primo progetto pilota per raccogliere le acque nere e trasformarle in acqua potabile, ma solo nel 1998 il progresso tecnologico ha permesso di abbassare i costi di produzione. Nel 2002 nasce NEWater, il sistema che raccoglie e purifica tutte le acque di scarico della città. Singapore è l'unico paese al mondo che purifica l'acqua oltre che per uso industriale anche per uso alimentare. Ben 65.000 test sono stati effettuati per assicurare l'assoluta purezza dell'acqua di NEWater. Ma "acqua" per Singapore significa anche riqualificazione urbana, miglioramento del territorio e della qualità di vita dei suoi cittadini, attraverso la creazione di giardini e riserve di acqua dolce, con l'obiettivo finale di trasformarsi nella "città dell'acqua e dei giardini"».

Con questa tappa il progetto Journey into Fragility è giunto a metà del suo percorso! Grazie all’aiuto, all’impegno e al prezioso lavoro di molti amici, partner e collaboratori siamo riusciti a realizzare le prime sei tappe del progetto, riflettendo su importanti aspetti delle problematiche ambientali globali, tra cui:

  • Memoria Collettiva e Ambiente (Abetenim Village – Ghana) in collaborazione con NKA Foundation
  • Politica e ambiente (Berna – Svizzera) in collaborazione con Kalart
  • Biodiversità (Madagascar) in collaborazione con la ONG Un seme per crescere
  • Energia Solare (Abu Dhabi – UAE) in collaborazione con Total e Masdar City
  • Crescita demografica e urbanizzazione (Fuyang-Cina) in collaborazione con Sunhoo Industrial Design Innovation Park
  • Riciclaggio dell’acqua (Singapore) in collaborazione con NEWater

Nei prossimi appuntamenti conosceremo gli altri sei progetti.

Per maggiori informazioni:
www.rebeccaballestra.com
www.journeyintofragility.com