La decima tappa del progetto si è appena conclusa in Francia, a Marsiglia - dopo Ghana, Svizzera, Madagascar, Abu Dhabi, Cina, Singapore, Costa Rica, Galles e Islanda. Ispirandomi alla quarta tesi del Manifesto per la Terra e per l’Uomo, Identificare e regolamentare i limiti delle applicazioni della tecnica è condizione necessaria per impedire che la terra sia trattata come un inerte sostrato di sfruttamento e manipolazione, ho affrontato il tema delle risorse marine con particolare attenzione al Mar Mediterraneo.

Partner della decima tappa è stato il centro Medpan di Marsiglia, la rete delle aree protette nel Mediterraneo il cui scopo è facilitare lo scambio di informazioni tra i gestori della aree marine protette. L’associazione nasce con lo scopo di contribuire a realizzare gli obiettivi derivanti dalla Convenzione sulla biodiversità biologica (Rio de Janeiro, 1999) e di contribuire a gestire dal punto di vista naturale gli ambienti e le specie, in particolare quelli richiamati dal Protocollo relativo alle aree protette e alla diversità biologica nel Mediterraneo (Barcellona, 1995).

Il mar Mediterraneo occupa solo l’1% di tutta la superficie marina della terra, ma ben 1/3 del trasporto merci e del turismo mondiale transita proprio sul nostro mare, con inevitabili conseguenze sulla salute delle specie animali e vegetali che lo abitano. Le tre principali cause dell’alterazione dell’equilibrio del Mediterraneo e della sua biodiversità sono l’inquinamento dovuto al traffico marino e all’industrializzazione delle coste, i cambi climatici - in particolare l’aumento della temperatura del mare - e infine la presenza di specie tropicali provenienti dal Mar Rosso e dall’Oceano Atlantico. Le aree marine protette coprono una superficie totale di 4.56% di tutto il Mediteranno, solo l’1,08% se si esclude il Parco Pelagos, il Santuario per i Mammiferi Marini nel Mediterraneo, area marina protetta internazionale istituita nel 1999 grazie alla collaborazione dei tre paesi nella quale il santuario è compreso: Francia (Costa Azzurra e Corsica), Principato di Monaco e Italia (Liguria, Toscana e nord della Sardegna).

L’area marina protetta più piccola del Mediterraneo si trova in Israele (Parco Nazionale di Akhziv) e la più grande, senza contare il Parco Pelagos, è il Parco Nazionale Marino del Golfo di Lione in Francia. Le aree marine protette nel Mediterraneo sono 677, il 6,6% di tutte le aree marine protette al mondo, ma il realtà meno del 0,1% del Mediterraneo è coperto da “zone protette integralmente” dove cioè è proibita la pesca. La distribuzione geografica delle aree marine protette nel Mediterraneo è molto disequilibrata giacché il 96% di queste si trovano a nord del bacino del Mediterraneo e sono tutte localizzate nelle zone costiere, a parte il Parco Pelagos che è l’unica area che si estende in mare aperto. Le aree oltre le 12 miglia, che rappresentano i 74% della superficie del Mediterraneo, sono protette per meno del 3%, di cui 3/4 sono collocate nel Parco Pelagos.

Si calcola che l’80% delle specie marine del Mediterraneo siano sovra-sfruttate, alcune delle specie più a rischio sono la foca monaca, specie ad alto rischio di estinzione, di cui si calcola restino solo 250-300 esemplari, localizzati nella zona nord est del bacino del Mediterraneo, la tartaruga caretta caretta anch’essa fortemente minacciata e il grande squalo bianco.

Nello studio Elasmobranchi of the Mediterranean and Black Sea: Status, Ecology and Biology, condotto dalla Commissione Generale della Pesca per il Mediterraneo, uno dei diversi organismi regionali della FAO che lavora nel settore pesca evidenzia come nel Mediterraneo e nel Mar Nero gli stock di squali nel corso degli ultimi duecento anni siano diminuiti drammaticamente, e adesso siano a rischio d'estinzione, con serie implicazioni per l'intero ecosistema marino e la catena alimentare della regione.

Gli equilibri del Mar Mediterraneo così come degli oceani necessitano sempre di più di attenzione e salvaguardia, per questo motivo, l’incremento delle Aree Marine Protette e le attività come quelle del Medpan, diventano sempre più necessarie e fondamentali.

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