Quanti di noi la sera dopo l’ufficio, tornando stanchi, ci concediamo un’oretta rilassante in compagnia di amici o colleghi bevendo un bicchiere di vino, uno spritz e spizzicando qualche prelibatezza locale? L’aperitivo oggi si può riconoscere in un movimento internazionale che sta lentamente prendendo piede in tutto il mondo, ma in realtà dove ha origine?

Il “nostro” concetto di aperitivo affonda le sue radici in epoca antica e, solamente in una città italiana il termine che lo rappresenta oggi è rimasto quello tradizionale: Venezia, città padrona del più grande porto commerciale d’Italia, protagonista indiscussa della nascita di nuove tradizioni e connubi culturali. Piazza San Marco, oggi famosa in tutto il mondo, ospitava il principale mercato della regione. Le attività svolte a ritmo frenetico contribuivano a quella sensazione di arsura che, specialmente nelle ore più calde invadeva la mente degli uomini. Quale modo migliore di sopperire al disagio se non con un bicchiere di vino?

Alcune bancarelle erano quelle dei “bacari” (il cui termine al singolare “bacaro” faceva riferimento a Bacco, Dio del vino), venditori ambulanti di vino, specialmente rosso.I bacari per non far riscaldare eccessivamente il prodotto si posizionavano al di sotto della torre centrale e durante il corso della giornata ne seguivano l’ombra; da qui il termine “ombra di vino”; nient’altro che un dissetante bicchiere di vino.

Chi ben beve ben dorme, chi ben dorme mal no pensa, chi mal no pensa mal no fa, chi mal no fa in Paradiso va. Ora ben bevè che el Paradiso avarè...

(Tipico brindisi veneziano della fine del XIV secolo)

Nei secoli a venire il connubio tra necessità e casualità ha trasformato un atto puramente fisico in una tradizione sociale che tutt’oggi accompagna le giornate dei veneziani durante il corso dell’anno. Bere un’ombra di vino è un rito che unisce il piacere della condivisione con la pura libidine fisica; gli abbinamenti con prodotti e piatti locali fungono da stimolo per le poche locande rimaste tradizionali in una città irreparabilmente influenzata dal turismo. Oggi i “bacari” non sono più venditori ambulanti di vini semplici, ma sono diventati i tipici locali della città distribuiti negli itinerari meno turistici, caratterizzati da nient’altro che un lungo bancone di legno su cui poggiano ricche carte di vini territoriali.

Quale sfizioso alimento può accompagnare a testa alta la tradizione dell’ombra di vino? Avete mai sentito parlare di “tramezzini veneziani”? Intendo assaporato i “veri” tramezzini veneziani? Non sono tramezzini, non sono sandwich, non sono panini o focaccine; sono la rappresentazione più sfiziosa e culinaria della cupola di San Marco. Esplosione inconfondibile di gusto perfetto per accompagnarvi sia durante le passeggiate, che alla soddisfazione conclusiva di una giornata intensa; il tutto rinchiuso in una semplice, banale, forma di tramezzino.

La percezione visiva e gustativa del pane è ridotta al minimo, sullo strato inferiore viene posizionata una generosa porzione di farcitura, a sua volta ricoperta da un sottilissimo strato di pane bianco (senza però essere schiacciata) che, per l’appunto, va ad accentuare la forma a “cupola”, mentre i bordi laterali vengono eliminati enfatizzando la percezione della farcia. I tramezzini veneziani abbracciano mille combinazioni diverse di gusti e colori, dai più classici, come gamberetti, uova e zucchine, tonno e prosciutto ai più tradizionali il cui protagonista è quasi sempre il baccalà mantecato (con latte, patate, vino, burro, cetrioli, uova, capperi e qualsiasi altro gusto riusciate a immaginare), o la polpa di granchio facilmente reperibile nella laguna circostante; ai più audaci: un tripudio di accostamenti raccolti anche tra le tradizioni straniere, che incontrano i gusti più curiosi elaborando ingredienti popolari. Uno sfizio culinario veloce da consumare abbinato a una delle principali tradizioni italiane, quella del vino, o meglio dell’ombra!

Venezia è così, è un nodo romantico di emozioni e scoperte. Superato l’impatto profondamente inquinato dalla globalizzazione, affidatevi a quell'avido desiderio di scoprire di più, non saziatevi dell’apparenza, ma scavate cercando la tradizione. Venezia è profonda, è un labirinto di emozioni apparentemente svanite, ma custodisce gelosamente tra le sue calli una tradizione ammaliatrice, che si mostra poco alla volta solo a coloro che ne sapranno apprezzare le sfumature.

Perdetevi a Venezia, perdetevi per quelle calli a bere un’ombra in compagnia e mangiare un tramezzino e infine lasciatevi conquistare da quel fascino nascosto che lentamente cercherà di raggiungervi lontano dagli itinerari più comuni.