Forse fu a Mamre, sotto le querce, la prima location in cui ebbe luogo il primo evento di cucina nascosta, quando Abramo chiese a Sara, che rimane nella tenda, di preparare una focaccia per gli ospiti sconosciuti, giunti un po’ all’improvviso, inviati celesti, ad annunciare alla coppia, ormai avanti nell’età, una lunga discendenza. Il racconto racchiuso in pochi versetti del capitolo 18 del Libro della Genesi aggiunge anche altre informazioni al menù, arricchito da carne di vitello, a cui il padrone di casa ebbe cura di provvedere in prima persona, in perfetta separazione dei compiti della prima coppia “cuciniera” della storia dell’umanità.

Tempi lontani, insegnamento sempre attuale, quello dell’accoglienza dell’ospite, la cui sacralità è sancita proprio da questa pagina della Sacra Scrittura, dove, nella conclusione, si capisce che in quei tre angeli, inviati molto speciali, si celava Dio stesso. La Mitologia greca, invece, ci racconta le peripezie di Ulisse, in cui si può riconoscere l’ospite che trova accoglienza presso qualsiasi popolo, ad eccezione del Ciclope che avrebbe voluto offrirgli un’accoglienza per così dire “illusoria”, ricevendo poi dagli dei, giusta punizione, come a dire: chi non accoglie l’ospite, diventa cieco. Per i Romani l’accoglienza dei popoli conquistati passava attraverso una legge di libertà, secondo cui era sufficiente riconoscere l’autorità dell’Imperatore per continuare a portare avanti le proprie tradizioni (atteggiamento che probabilmente fu causa della caduta dell’Impero).

Attraversando i secoli con un breve sguardo ad alcune famose tele dipinte tra il Medio Evo e il '700, per avere un’idea di come possa essersi evoluto il concetto di convivialità e socializzazione attraverso il cibo, osserviamo spesso episodi raffiguranti scene di banchetti, dove si alternano personaggi maschili a personaggi femminili, difficilmente raffigurati insieme a tavola. Qualche eccezione compare nelle raffigurazioni di metà XV secolo (Venezia, Museo Correr) in un episodio riportato nel Decamerone relativamente al banchetto nuziale fra Alatiel e il re Garbo. Anche la donna, in situazioni ufficiali e in contesti aristocratici, era ammessa, dunque, a tavola, occupando un posto pari a quello maschile.

La figura della “cuoca” invece tarderà a comparire nelle raffigurazioni pittoriche e sarà Velàzquez a inserirla per primo. Da qui in avanti la raffigurazione del pranzo assumerà valenze simboliche con implicazioni sociali notevoli. Negli Anni '70 le installazioni controverse di Judy Chicago vogliono abbattere l’archetipo della donna in cucina, cui seguono anche in Italia risposte “a tema” come i “pranzi” tematici e le “cene colorate” realizzate a Reggio Emilia nell’89.

Attualmente, nell’"era" che possiamo definire dei "Social", l’argomento "Eating" diventa anche Digital, un contenuto cioè da lanciare anche in rete, fino a dedicargli uno spazio all’interno della prima edizione, a fine Ottobre, del DigitalMEET 2013 a Padova presso Villa Valmarana, dove si è discusso del rapporto fra cibo e Social network, e di cui continueremo a sentir parlare presto.

Ma, siccome il cibo va gustato dal vivo, il modello social che ha preso piede anche in Italia è senza dubbio la Hidden Kitchen, ovvero la vera “cucina nascosta”, secondo cui le cene organizzate hanno tutte le caratteristiche di un evento social, il coperto è per un numero ristretto di partecipanti, i primi che prenotano in rete attraverso una email, accettando di condividere la tavola spesso con persone mai viste prima, e di gustare un menù a base di ricette esotiche, come la cucina Thai di Elle Cuisine a Como, che in Primavera raggiungerà anche il Salento, per sperimentare anche qui questo nuovo modello di social eating.

Unica raccomandazione per gli ospiti, la puntualità.