Guglielmo Achille Cavellini, collezionista e artista, nasce 11/09/1914, muore il 20/11/1990, si autostoricizza nel 2014: formula per l'infinito.
Dal '14 al '14, 100 numeri che sono segnali di un tempo occorso alla vita ideale di un uomo, autore del suo tempo.
100 anni che sono occorsi per regalarsi un futuro prima del suo avvento, perché necessario al significato stesso di futuro.
100 anni espressi al numero 57 di 100, nel 1971.
In quell'anno, Guglielmo Achille Cavellini stabilì, come autore d'arte, che la sua autostoricizzazione sarebbe avvenuta 43 anni dopo: nel 2014, per l'infinito tempo della Storia...
Durante questa seconda sequenza temporale GAC incontra Roberta Valentini (Penelope).
Sono gli anni la cui decade s'intesta del simbolo dell'infinito: gli anni '80.
Roberta diviene esperienza nella terra di GAC.
Bresciana nel mondo, come Cavellini, nasce battezzata nella fede nel lavoro e riconosciuta per la connaturata esperienza nell'inedito, attraverso la riflessione sull’abito e la moda.
Roberta Valentini è un’imprenditrice che parla dell'abito perchè lo ha costruito dalla moda, per lo stile, divenendo un fendente nel fianco del conformismo.
Cavellini parla dell'Arte perché l'ha costruita dal collezionismo per l'artista e da collezionista è divenuto autore d'arte, editore di sé stesso: artista anticonformista.
Entrambi hanno collezionato realizzando l'estensione del proprio gusto oltre la propria presenza.
Gusto dell'emozione che non si lascia traviare dal consenso di un pubblico, ma si alimenta del vibrato, di un privato sentimento che li pone sul medesimo piano.
Tutto ciò implica un percorso, un viaggio che GAC (dall'Astrattismo all'Arte Postale, all'autocelebrazione Pop) e Roberta (Punk, Pop, Street-Fashion, Anti-Fashion, Radical-Fashion…), hanno tracciato e tutt'oggi compiono attraverso il loro operato.
In questo viaggio si contempla, come mezzo, quel che ognuno assorbe nel percepire l'opera d'arte, o l'espressione estetica dell'oggetto e quanto, di questo contenuto, corrisponde all'intenzione di chi l'ha creato.
Così operando, Roberta e GAC, hanno fatto cultura da fronti diversi e hanno prodotto contaminazione allo sguardo “H” EN- DEMICO (accademismo endemico agli spalti della critica), quando nel loro esperire tutto era già scritto in forma, lessico ed emozione.
Chi colleziona lo fa attraverso la possibilità.
Tale percorso è comune a questi due testimoni e a chi, come loro, indica la strada maestra del passaggio di mano. Il collezionismo è un viaggio su sé stesso: nella sua sintonia con l'anima altro non fa che divenire.

Chi si occupa d'Arte e chi si occupa di Moda e Costume, oggi più che mai, traccia il proprio percorso nel medesimo solco.
La durata di quanto prodotto in emozione, dei primi rispetto ai secondi, è connaturata al sentimento di chi la fruisce e all'efficacia espressiva di chi produce.
Realizzare arte, moda, è dunque tracciare l'armonia dell'ignoto, sia che la si esprima con grafite o inchiostro, fibra, tessuto e trama, sia che la si costruisca con materia data, o frutto dell'altrui pensiero, in arte, o attraverso il proprio estro creativo.
Questa è stata ed è la sfida dell'opera di GAC e di Roberta.
L'Arte è, in se stessa, fede tradita: orma di un agire che non funziona sull'edonismo e sul messaggio, ma sulla disintegrazione degli stessi verso la vestizione dell'intangibile per esserne marcatore perpetuo.
La Moda è in sé fede riflessa: orma di un'agire che funziona sul testo di un corpo narrante, nella smaterializzazione del subitaneo messaggio, di un futuro presente.
Entrambe si “AUTOSTORICIZZANO” , “AUTOBATTEZZANO” aiutate da testimoni attivi come Cavellini e Roberta Valentini.
Tra GAC e Roberta, così come per moda e arte, c'è quell' “8” dell'infinito che è stato, degli anni del loro incontro, il segnale di quella connotazione atemporale dell'arte di vivere. Non un processo narcisistico, ma edificativo attraverso i meccanismi dell'apparenza, un racconto dell'individuo in ossigeno creativo. L'ossigeno di Roberta Valentini abita lo spazio del suo operato nella moda e penetra il corpo attraverso la sua libera esperienza estetica e questo è, ancora oggi, il cemento del legame con GAC.
In tal senso l'amica omaggia l'artista, autostoricizzatosi, con una prestazione estetica, del suo universo creativo, di cui lui, a suo tempo, le fece omaggio e che la vide protagonista.

È attraverso un'ipotesi di segnalazione, agli onori della Storia, di un Genio dell'Arte che vive ancora oggi l'esperienza cavelliniana.
L'ipotetica di GAC è l'ipotetica storia futura di un presente che si è espresso attraverso la fuga in avanti nel tempo, generalmente, unico luogo desiderato tra quelli possibili.
Tale spazio non ci spetta di diritto e Cavellini, con questa consapevolezza, ha vissuto e giocato, cogliendolo.

Guglielmo Achille Cavellini e Penelope
Presso Penelope-Store
Via Gramsci 16/A
Brescia
http://www.penelope-store.it/