Forse non tutti conoscono la storia che c'è dietro ai nostri amatissimi e intramontabili blue jeans, una storia antica che ha portato alla progressiva evoluzione di uno dei capi più utilizzati e ricercati nel mondo della moda.

Le origini del tessuto che oggi chiamiamo "denim" è davvero molto particolare: il suo nome deriva dalla città francese di Nimes, ove nacque un tessuto in concorrenza con un particolare tipo di fustagno blu, resistente, tinto con il guado, creato in Italia. Dalla città piemontese di Chieri ben presto il materiale arrivò al porto di Genova, dove la tela veniva usata per produrre i sacchi delle vele delle navi e per coprire le merci del porto. Questo materiale, per merito degli americani, venne storpiato nel nome: a Genova, infatti, il denim era famoso per la sua tonalità, il blu di Genova o, meglio, bleu de Genes, da qui il termine blue jeans. Giuseppe Garibaldi nello sbarco a Marsala indossava un paio di genovesi, come i suoi garibaldini: un modello antico di jeans conservato al Museo centrale del Risorgimento a Roma.

A base di cotone e di lino, successivamente alla sua diffusione e al calo del suo prezzo sul mercato, il denim divenne uno dei materiali più diffusi, utilizzato proprio per la sua resistenza per la creazione di abiti da lavoro. La vera rivoluzione si ebbe però il 14 marzo 1853 quando Morris Levis Strauss, un mercante bavarese, arrivò a San Francisco (inizialmente venditore ambulante), per aprirvi un'attività di commercio di tessuti. Leggenda dice che Levi Strauss avesse venduto quasi tutta la sua mercanzia prima di sbarcare a terra e che gli fossero rimasti solo dei teli da tenda; il giorno stesso dello sbarco, uno dei prospectors (uno dei tanti minatori accorsi al richiamo della “febbre dell'oro”) gli chiese di vendergli dei pantaloni: il commerciante poté fabbricarli solo con quel telo da tenda che gli era rimasto, color cachi e non blu, e quello fu il primo prototipo di Levis della storia. Nel 1853 aprì il suo primo negozio per vendere oggetti e accessori per lavoratori e per cercatori d'oro. Il tessuto usato per le tende fu utilizzato per creare dei grembiuli da lavoro, migliorando la qualità del materiale, rendendolo più leggero, comodo e anche più resistente. Divenuto di colore blu, grazie alla collaborazione con il sarto Jacob Davis, il 20 maggio del 1873 Mr. Strauss ideò il primo jeans in denim. Nel 1886 compare per la prima volta il "patch": un'etichetta raffigurante due cavalli (two horse brand) che cercano di strappare il pantalone, tirandolo in direzioni opposte, per rendere il concetto di resistenza. Principalmente in cuoio, l'etichetta veniva posta sul retro dei pantaloni, riportando la taglia e il modello. La caratteristica impuntura a doppio arco “double arcuate” sulle tasche posteriori è stata creata nel 1873, ma venne registrata successivamente, nel 1942. Vennero poi introdotti i rivetti di rame per rinforzare ulteriormente il pantalone.

Il prodotto aveva però bisogno di un'immagine precisa per distinguersi dalla concorrenza. Nacque così un nuovo elemento di distinzione: la red tab, l'etichetta rossa di minuscole dimensioni cucita a bandiera sul bordo della tasca posteriore destra, con la scritta Levi's, che fu coperta da copyright nel 1936. I blue jeans sono diventati celebri negli Stati Uniti d'America anche grazie alla loro presenza sul set di famosissimi film interpretati dai divi di Hollywood, che li hanno consacrati come vero e proprio must, immancabile in qualsiasi armadio: basti pensare ai film western in cui il jeans era vero e proprio protagonista. I jeans a vita alta degli anni '50 hanno creato veri e propri sex symbol, l'immagine di ribellione del periodo flower power non sarebbe stata la stessa senza di loro.

La diffusione dei jeans non si è mai arrestata, la loro evoluzione pure: lavaggi, tagli, strappi e le forme più disparate hanno caratterizzato periodo per periodo la moda di tutto il mondo. Oggi, nel 2015, sull'onda degli anni Settanta, il denim viene tagliato a vivo, senza rifiniture o cuciture. La lunghezza giusta resta quella alla caviglia, che la lascia un po' scoperta, già protagonista nella scorsa stagione, grazie ai tanto criticati/amati risvolti. Il fit non è più necessariamente aderente, ma assume un taglio più morbido e confortevole, secondo una tecnica applicabile a camicie e giacche, per un look all'apparenza meno formale, ma più di carattere.

Certo è che il blue jeans resterà il capo per eccellenza, il più diffuso, il capo che non ha età, e forse è proprio per questo, per la sua accessibilità, per le sue mille sfaccettature, che non ci stancheremo mai di averlo con noi.