Gabrielle Bonheur Chanel era del 1883, figlia di un ambulante e della figlia di un locandiere che l’ebbe prima di essere sposata. Dopo una serie di gravidanze, la donna morì quando Gabrielle era una bambina, così il padre tornò a casa dai genitori che tuttavia, non potendo occuparsi di tutti i bambini, li affidarono alle monache. Pare che proprio l’esperienza dalle monache abbia ispirato alla futura stilista di moda l’amore per l’austerità e il bianco e nero.

Giunto il momento di lasciare l’orfanotrofio, Gabrielle e la sorella Julie vennero mandate a Notre Dame per apprendere le arti domestiche. Nel 1901, Gabrielle lavorava come commessa a Moulin, in un negozio di biancheria dove perfezionò le basi di cucito apprese dalle monache. In quegli anni, sembra che la ragazza abbia assunto il nome di Coco dal titolo di una canzone con cui si esibiva in un caffè chantant. E presso un caffè chantant, nel 1904, Coco conobbe il suo primo amante, Etienne de Balsan che divenne il suo primo finanziatore. Figlio di imprenditori tessili, Etienne portò Coco a vivere con lui nel suo castello e fu lui ad assecondarle l’idea di lavorare e di aprire un laboratorio di cappelli a Parigi.

Quando erano di moda cappelli ampi e sontuosi, Chanel disegnò semplici cappelli di paglia e fiori che cominciarono a divulgarsi grazie agli amici di Etienne. Al castello dell’amante, Chanel incontrò Boy Capel, industriale del carbone con cui ella andò a vivere a Parigi: grazie a Boy aprì la boutique in 31 Rue Cambon. Lì oltre ai cappelli cominciò a vendere maglioni e gonne. Diventava una vera creatrice di moda. Il primo vestito in velluto nero e colletto bianco lo abbiamo nel 1912. Nel ’13 aprì un negozio nella località balneare di Deauville, accanto ai lussuosi Casinò e Hotel Normandie. Le famiglie ricche di Francia trascorrevano l’estate a Deauville e comperavano i cappellini di Coco. Fu lì che si ispirò ai marinai per realizzare alcuni dei suoi capi più famosi. Allo scoppio della prima guerra mondiale l’attività decollò, anche grazie a Capel che, rifornendo gli alleati di carbone, era a contatto con personalità influenti, diventando consigliere del primo ministro francese Clemenceau. Consigliò a Coco di non chiudere il negozio al mare: là molte francesi, all’occupazione da parte della Germania, andavano a dedicarsi ad attività di assistenza, acquistando un abbigliamento semplice e comodo, molto più dei soliti ampi vestiti.

Il 15 luglio 1915 Coco aprì un altro negozio sulla costa atlantica della Francia, lontano dalle linee del fronte, al confine con la Spagna neutrale con la quale cominciò il commercio. Nel 1916 Chanel acquistò dall’industriale tessile Rodier jersey lavorato a macchina e cominciò a creare nuovi capi: se prima il jersey era usato solo per la biancheria, adesso ecco nuovi vestiti che rivoluzionarono, in un momento in cui la donna cominciava a percepirsi diversamente dagli stereotipi, il concetto di vestiario femminile.