“La scarpa di Manolo porta in sé le sue emozioni, le sue passioni per il cinema, l’arte e la letteratura: il suo amore per la vita” è questo ciò che afferma Cristina Carrillo de Albornoz, curatrice della mostra Manolo Blahník. The Art of Shoes a Milano.

Per la prima volta in Italia una straordinaria occasione per ammirare le migliori creazioni calzaturiere, delle vere e proprie icone di stile, eleganza e unicità realizzate dal noto couturier spagnolo. La rassegna, inaugurata qualche giorno fa presso le Sale Museali di Palazzo Morando | Costume Moda, espone 212 modelli di scarpe e 80 disegni che coprono 45 anni di attività dello stilista, databili tra il XVI e il XX secolo: dalle scarpe rinascimentali, ritrovate durante gli scavi intorno all’area del Castello Sforzesco di Milano, all’alta moda. La collezione sottolinea come l’arte e la cultura italiana hanno influito sulla produzione di Blahník, mettendo in evidenza la tradizione decorativa del nostro Paese, dai richiami alla scultura greco-romana, al barocco sino all’ispirazione cinematografica de Il Gattopardo di Luchino Visconti.

Il percorso espositivo è suddiviso in sei sezioni che mettono in luce le caratteristiche e i temi ricorrenti della carriera del designer. La prima sezione, intitolata Core, è il cuore della produzione che raccoglie le calzature dedicate a personaggi storici e contemporanei che hanno ispirato o avuto un ruolo importante nella vita di Blahník: da Alessandro Magno a Brigitte Bardot, sino a Anna Piaggi, leggendaria direttrice di Vogue Italia; la seconda è Materiali, nella quale si approfondisce appunto la preziosità dei materiali e dei colori utilizzati; la terza sezione pone un accento al rapporto arte/architettura sottolineando come quest’ultima sia stata influente sul suo lavoro; Gala, è la quarta sezione dedicata alle calzature più estrose dello stilista; la penultima parte è incentrata sulla natura e il suo legame con il mondo botanico; infine, nell’ultima sezione sono prese in esame le varie aree geografiche e ambientali influenti nel suo operato, come Spagna, Italia, Africa, Russia, Inghilterra e Giappone.

Questo percorso accompagna il pubblico a pensare la scarpa in modo differente, considerandola non più un mero oggetto di moda, ma una vera e propria forma d'arte, ciascuna con una propria personalità e storia artigianale.