Una delle prime cose alle quali pensiamo quando parliamo di moda è il cambiamento, la metamorfosi, la trasformazione. La moda cambia a ogni stagione. La moda vuole che non ci affezioniamo a un capo, a un momento particolare. La moda ci vuole sempre diversi, ci vuole “frivoli”, volubili, leggeri. A volte sicuri quasi aggressivi, a volte fragili quasi sommessi. A volte sofisticati, a volte alla portata di mano. La moda in altri termini solletica il nostro cambiamento continuo, la nostra “libertà”, il nostro essere in un certo modo ma anche altrimenti. La moda non ci vuole stanziali ma viaggiatori instancabili, sperimentatori indefessi.

Ogni volta che ho modo di vedere gli abiti realizzati da Simone Racioppo o di poter chiacchierare con lui delle sue collezioni, delle sue idee, della sua visione del mondo e del mondo della moda una delle prime cose alle quali penso è che quegli abiti sono intrisi di emozioni, sogni, speranze. Già, perché nascere a Miglianico in Abruzzo da una famiglia umile e unita dalla passione per la moda, avventurarsi con tanti sogni e speranze nel mondo della moda, che comunque non è facile, e arrivare a creare abiti e gioielli apprezzati da artisti come Morgan, Laura Pausini, i ragazzi de Il Volo non è un’impresa da poco. Senza contare gli attori che hanno indossato le sue creazioni nei festival del cinema di Venezia, Roma, Napoli, trasmissioni televisive ed eventi come Runway Model Italy di Giancarlo Presutto o l’esposizione dei suoi gioielli al Carrousel du Louvre di Parigi qualche anno fa.

Forse quando indossiamo abiti prodotti da grandi multinazionali con quelle tristissime storie di sfruttamento del lavoro minorile alle spalle nonostante la bellezza degli abiti non siamo poi del tutto fieri, se consapevoli, di indossare le emozioni che stanno dietro quelle tristi storie. Un abito ci deve caricare di emozioni positive proiettandoci verso un futuro verso il quale ci vogliamo aprire non chiudere. Un futuro migliore che vogliamo e possiamo costruire. Come disse Simone Racioppo in una intervista precedente sempre per WSI: “ma alla fine dipende da noi decidere cosa vogliamo lasciar vivere di positivo e cosa scegliamo di perdere. Abbiamo la responsabilità di difendere strenuamente le emozioni, la sensibilità e i nostri desideri perché sono qualcosa di inestimabile”.

Ecco credo che la moda, soprattutto quando è il frutto del paziente lavoro di squadra tra qualificati artigiani e innovativi designer, sia capace di creare abiti che sono come opere d’arte, intrisi di emozioni, di sogni, di ricordi, di sensazioni... La moda di Simone Racioppo è arte, un’arte con la mente che guarda al futuro e il cuore fedele alla tradizione, alla ricerca della qualità. Un’arte tradizionale e progressista, sofisticata e alla portata di tutti, onirica ma con i piedi ben saldi a terra. È un’arte che ben ci rappresenta, con le nostre debolezze e la nostra forza di volontà, con il nostro guardare indietro e il nostro voler andare avanti.

Racioppo cuce gli opposti, ricuce i nostri strappi, sostiene i nostri sogni. Oggi Simone Racioppo è pronto a una nuova scommessa guardando all’Est Europa, alla Russia, all’Asia, al Medio Oriente grazie al suo manager libanese Walid Abdo per mezzo del quale sta entrando nei mercati arabi e del Golfo Persico. “Una nuova sfida” come dice Simone Racioppo “fatta sempre col cuore perché non c’è bellezza senza emozioni e senza sogni”.