La prima volta in Italia per l’artista internazionale Nikos Floros. Bologna ha scelto i suoi costumi-scultura – già esposti, tra gli altri, al National Museum of Women in the Arts di Washington e al Whitney Museum of American Art – per celebrare i 250 anni del Teatro Comunale: 3 delle 10 opere dedicate a Maria Callas saranno in mostra al Grand Hotel Majestic “già Baglioni”, che ospitò “la divina” nei suoi soggiorni bolognesi.

Omaggio alla Callas, questo il titolo del percorso espositivo – progetto organizzato da Spherica, a cura di Giuseppe Ussani d’Escobar e da un’idea di Elisabetta de Pamphilis – unirà due eccellenze cittadine nel segno della musica, della moda e dell'arte contemporanea. Gli abiti scultura realizzati a partire dal 2008 per la Fondazione Maria Callas di Atene – già esposti all’Hofburg Palace Wien, Palace of the Grand Master, Rhodes, National Museum of Women in the Arts Washington D.C, Whitney Museum of American Art, e al Metropolitan Museum of Art Costume – sono creati dall’artista con materiali di recupero in circa due anni di lavoro per ogni modello. Il recycling si unisce a una certosina attività artigianale con cui Floros rielabora lattine e cannucce, sminuzzate, tagliate, ricomposte e intrecciate come fossero veri e propri tessuti. Il risultato sono opere che mixano moda, arte contemporanea e mito, diventano simboli tangibili delle atmosfere e dell’universo della musica lirica, personificate al meglio dalla “divina” Maria Callas. Icone di un mondo che a Bologna, da oltre due secoli, va in scena al Teatro Comunale e “si riposa” nelle stanze del Majestic.

E proprio Maria Callas, negli anni Cinquanta, fu una delle più celebri ospiti dell'Hotel Majestic, allora "Baglioni": non a caso si potranno ammirare 3 delle 10 opere firmate da Floros. Nella hall, la riproduzione dell’abito indossato per la prima esibizione alla Scala di Milano; all’ingresso del ristorante I Carracci l’opera ispirata all’Armida rossiniana e presso il Café Majestic, il Jacket Princess di Anastasia Romanov. Le altre 7 saranno allestite fino al 2 luglio nel foyer e nella Sala Rossini del Teatro Comunale.

La capacità di Nikos Floros è quella di far rivivere la tradizione del teatro greco, dove gli attori erano vere e proprie sculture in movimento, alti sulle loro calzature, con maschere che svelavano il carattere del personaggio. Ispirata in primis dal mosaico bizantino, l’opera di Floros racchiude nel suo dna riflessi di Pop Art e Optical Art, richiamandosi alla tridimensionalità di Yves Saint Laurent, lasciandosi suggestionare dal lurex e dal lamé di André Courregès, passando per le armature cavalleresche di Paco Rabanne e gli origami di Issey Miyake, arrivando a indagare i segreti dell’arte del vetro di Louis Comfort Tiffany.

Il progetto sarà presentato venerdì 31 maggio alle ore 12.00 in conferenza stampa al Teatro Comunale e inaugurerà il 3 giugno alle 22.00 all’Hotel Majestic con l’esclusivo Maria Callas Evening Red & Brown. Momento clou della serata, il taglio della Corset Cake by Francesco Elmi, Accademico Maestro Pasticcere del Regina di Quadri di Bologna: una torta-scultura, riproduzione in dimensione reali del Corsetto che Nikos Floros ha realizzato ispirandosi alla gitana Carmen di Georges Bizet.

Nikos Floros
Nasce a Tripoli (Arcadia, Grecia) nel 1970. Diplomatosi all’École des Beaux Arts a Parigi, si concentra sugli studi di teatro classico sempre in Grecia. Newyorchese d’adozione, nel 2003 crea e brevetta il suo personalissimo metodo di lavoro. Le opere, oltre a essere presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, sono state protagoniste di numerose esposizioni in Grecia, Stati Uniti e Austria: dalla Foundation of the Hellenic World ad Atene all’Hofburg Palace di Vienna, dal Consolato greco alla French Heritage Society a New York. Ha ricevuto il Grand Prize Red Queen Elizabeth Costume, consegnatogli dal Metropolitan Museum of Art Costume e il Grand Prize Silver Elizabeth I Costume dalla French Heritage Society. Ha inoltre ricevuto la medaglia d’oro Arte e Scienze dalla Fondazione viennese Albert Schweitzer.